In bici (con rischio) al parco di Villa Gordiani e al Parco delle Energie

I miei trenta chilometri giornalieri dentro i quartieri di Roma Est

Scontato il passaggio nel parco Palatucci e nel parco Bonafede, è il mio buongiorno.

Pedalando, mi sono poi diretto verso via Davide Campari, per andare sulla via Prenestina e alla sua ciclabile, che incontro all’incrocio di via Prenestina con viale Palmiro Togliatti. Attraverso la ciclabile di via Prenestina, questa mattina voglio andare sia al parco di Villa Gordiani che al parco delle Energie

Da Tor Tre Teste alla ciclabile la distanza è di circa tre chilometri percorrendo le strade del quartiere, attraversando il parco Palatucci e il Quarticciolo i chilometri sono meno.

Il parco di Villa Gordiani

Roma conserva luoghi preziosi e storie trasmesse di generazione in generazione. 

I turisti stranieri arrivano da tutto il mondo per scoprirli, mentre sei o sette romani su dieci non conosce tradizioni e storia della propria città.

Io ne posso essere testimone. 

Sono nato a Roma in via Tor d’ Schiavi, ho vissuto a Centocelle, poi mi sono spostato al Collatino, vivo a Tor Tre Teste, e non sapevo che il rudere che si innalza appuntito verso il cielo, sulla sinistra del viale di ingresso del parco di Villa Gordiani, in via Prenestina, ha il nome di “Tor de’ Schiavi”. 

Non sapendo il nome non ho mai agganciato il rudere con l’omonima via, distante poche centinaia di metri.

Nel Parco di Villa Gordiani c’è tanto verde e ci sono tanti alberi,  sicuramente c’è tanta archeologia. 

Da ammirare la grande cisterna a due piani e i resti di una seconda cisterna. Ma sono ben visibili anche i resti di un Mausoleo e di una Basilica paleocristiana.

C’è anche un edificio, del quale resta solo una metà, a forma poligonale ad 8 lati. Prima, torre di avvistamento nel medioevo, poi nell’ottocento, prese il nome di “Tor de’ Schiavi“, perché facente parte dei beni della famiglia di Vincenzo Rossi dello Schiavo.

Il parco è esteso su circa 8 ettari in via Prenestina, divisi in due distinte aree, subito dopo l’incrocio con via della Serenissima e via Tor de’ Schiavi e a qualche centinaio di metri da largo Preneste.

Le due distinte aree sono su entrambi i lati della Prenestina, una a sud e l’altra a nord, una dentro il quartiere Prenestino-Labicano e l’altra nel quartiere Collatino.

Non è molto grande ma è sempre pieno di famiglie, anziani, bambini e sportivi.

ll parco delle Energie

ll parco delle Energie sorge nell’area Pigneto-Prenestino, sulla via Prenestina e vicino a largo Preneste L’area, che si estende per 14 ettari, di cui 6,5 pubblici, comprende una splendida pineta dove sorgeva un vecchio complesso industriale costruito negli anni trenta e trasformato durante la seconda guerra mondiale in una fabbrica per la produzione bellica. 

Oggi il parco è ricco di pini, palmizi, querce, cipressi e querce comuni, è dotato di due fontane naturalistiche, un parco giochi, due aree per spettacoli all’aperto e una pista ciclabile.

L’interno del parco ospita l’unico lago naturale di Roma, il lago Sandro Pertini, alimentato dalle acque sorgive dell’antico fosso della Marranella. La scoperta del lago, avvenuta negli anni novanta in via accidentale, si deve a un errore durante lavori di sbancamento in un cantiere per la costruzione di un parcheggio sotterraneo. L’estensione del lago, che supera quello di Villa Borghese, è di circa 10.000 metri quadrati e le sue acque, profonde fino a nove metri, sono pulite e balneabili.

Il parco è stato inaugurato nel 1997 e le ultime aree sono state espropriate e rese pubbliche nel 2000. All’interno sorge la”Casa del Parco”, un recupero edilizio di un manufatto di proprietà comunale 

Con tre o quattro chilometri di pista ciclabile ho raggiunto sia il parco di Villa Gordiani che il Parco delle Energie.

Una pista ciclabile: misera, usando sinonimi piu’ appropriati: scarsa, inadeguata, inesistente.

Da piazza di Porta Maggiore a viale Palmiro Togliatti, e ritorno. 

Cinque chilometri per ogni senso di marcia, una pista ciclabile a basso impatto, con utilizzo di sola segnaletica orizzontale e verticale.

La mia pedalata sulla ciclabile inizia in via Prenestina 495, dove c’è una fettuccia di colore rosa con il disegno di una bicicletta che proviene da viale Palmiro Togliatti, attraversa le strisce pedonali dell’incrocio con via Prenestina, riattraversa le altre strisce pedonali di viale Palmiro Togliatti. 

Non ci sono cordoli ma solo una striscia delimitante bianca su tutta la salita che porta a viale Giovanni Battista Valente e la fettuccia rosa con il disegno della bicicletta.

Rimangono anche nello spazio riservato agli automobilisti che devono rifornirsi di benzina.

Una lunga fila di automobili parcheggiate di fianco alla striscia bianca delimitante, che si sostituiscono ai cordoli. Si pedala nella speranza che il passeggero seduto a destra non apra lo sportello.

Furgone di un consegnatario fermo sulla pista ciclabile. Forse ha ragione l’autista, a distanza di due metri ci sono due segnali verticali : uno per transito e uno per non transito biciclette. 

Ambulante con furgone e banco espositivo che occupa pista ciclabile e marciapiedi.

Fettuccia rosa con i disegni della bicicletta che sale sul marciapedi, perde il colore rosa ma rimangono le due strisce delimitanti bianche sul marciapiedi grigio. 

Le strisce delimitanti passano quasi sulle pompe di benzina, e su una enorme fioriera, sfiorano i cartelli pubblicitari.

Conosco tutti i diedi chilometri della pista ciclabile che da piazza di Porta Maggiore porta a viale Palmiro Togliatti, e ritorno.

Ho capito che rischio di meno se pedalo sulla viabilità stradale, assieme alle macchine (sic, sic).


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