

Il tour in bici è finito, ma Giacomo è già pronto ad una nuova avventura
L’avventura di Giacomo, dal calore della sua casa a Roma al freddo dell’Islanda, dove ha percorso con la sua bici l’isola di ghiaccio, è terminata il 27 giugno. Sono stati 21 giorni in cui il nostro eroe ha vissuto in una realtà completamente diversa da quella della capitale sia per quanto riguarda ovviamente il clima ed il paesaggio, ma anche per gli usi e costumi degli islandesi.
Queste le sue parole rilasciate alla nostra redazione prima di intraprendere il lungo viaggio: “Mi recherò in Islanda assieme ad Ettore, mio amico e compagno di viaggio. Ci piacciono le vacanze avventurose non perché vogliamo emulare qualcuno, ma perché abbiamo la possibilità di andare in luoghi che offrono molto a livello visivo, naturalistico e paesaggistico. Indubbiamente incontreremo un clima poco ‘amico’, le temperature saranno intorno ai 10 gradi di giorno e vicine allo 0 di notte. Pioggia e vento ci faranno compagnia spesso. La strada sarà abbastanza agevole anche se molti tratti non saranno asfaltati”.
Una passione per la bicicletta maturata da Giacomo sin da quando era piccolo: “Mio nonno aveva una ciclofficina e vi riparava le biciclette. Crescendo mi sono avvicinato al mondo delle moto e ho attraversato l’Europa. Da qualche tempo sono ritornato al primo amore: la bicicletta. Sicuramente pedalando si ha più possibilità di guardarsi intorno e ammirare il paesaggio. La bicicletta mi dà un grandissimo senso di libertà”.
Ed è proprio in bicicletta che il nostro protagonista ha visitato l’anno scorso la Cornovaglia, vedendo in lungo e in largo uno dei posti più belli del mondo. “Lo scorso anno sono partito a novembre da solo e ho avuto grossi problemi con la pioggia.”
Questa sua nuova avventura verso l’Islanda, a dir la verità, non era cominciata nel migliore dei modi per Giacomo, il quale ci racconta le difficoltà incontrate già all’aeroporto di Fiumicino: “all’aeroporto Leonardo Da Vinci non c’è ancora molta ‘cultura’ ciclistica. Dopo aver imbarcato le borse sono andato al check in per i bagagli oversize e sono stato testimone di un episodio incredibile: giro l’angolo spingendo la bici (la compagnia aerea Lufthansa non richiede lo smontaggio della bici perché hanno degli speciali contenitori negli aerei – loro sono di un altro pianeta) e il responsabile della sicurezza nel vedermi esclama: “Aoooo ce mancava pure e biciclette, daje smonta tutto, manubrio, sella, portapacchi… daje”. Sono rimasto allibito più che altro perché si presume che chi offre un servizio al cittadino soprattutto indossando una divisa (guardia privata di sicurezza) dovrebbe mantenere un comportamento educato e gentile. Gli ho fatto presente che era stata la compagnia aerea a dirmi di non smontare la bici e che non avevo gli attrezzi per farlo perché li avevo precedentemente imbarcati nei bagagli.
Alla fine dopo non poche rimostranze sono riuscito a superare i controlli e a partire”.
Salvo questo piccolo inconveniente, l’avventura di Sandokan, giunto in terra islandese il 9 giugno, è stata emozionante e piena di colpi di scena.
La prima tappa del suo percorso è stata a Hafnarfjordur, dove assieme al suo fedele amico ha pedalato la bellezza di 45 km sotto una pioggia fittissima.
Il viaggio è stato pieno di avventure ed emozioni forti. Il percorso è stato impervio e piuttosto lungo, ma accompagnato dalla sua immancabile bici ‘Sandokan’ (o Jack Lumino, altro soprannome a lui tanto caro) ha potuto attraversare l’isola in lungo e largo.
Da Reykjavik si è poi spostato a Hella e a Vik, luogo quest’ultimo difficile da raggiungere a causa delle condizioni meteorologiche impervie, caratterizzate da un vento opposto al senso di marcia. Nonostante ciò Giacomo non si è arreso neanche per un attimo, ma ha mantenuto il sorriso e la voglia di conoscere e visitare luoghi così diversi da Roma.
In questa sua immagine si può capire quanto viaggiare, anche se ostacolati dal clima e da situazioni difficilmente prevedibili, possa motivare a perseguire il proprio obiettivo.
Il clima, la nebbia e il vento sono stati ostacoli difficili da superare, e in alcuni momenti Giacomo ha dovuto interrompere il proprio percorso per non mettere a repentaglio la sua impresa.
Jack ha dovuto far fronte anche alla pioggia battente che ha colpito l’isola in quei 20 giorni e anche ad imprevisti come la rottura della ruota posteriore della bici di Ettore, che avrebbe potuto impedire la prosecuzione del suo viaggio. Ma l’intrepido duo non si è lasciato sopraffare dalla sfortuna e, grazie a un ragazzo polacco che gentilmente ha barattato la sua ruota funzionante con quella danneggiata hanno potuto proseguire il tour.
Dalle calotte di ghiaccio alle catene montuose alle vallate ed alle pianure, ai laghi ed al mare.
Giacomo ci racconta come in Islanda, nonostante sia estate, la temperatura è molto più fredda che a Roma. “Davvero strana l’estate islandese e gli islandesi. Tutti a maniche corte e pantaloncini ma fuori fa un freddo cane!!!”
Sandokan ha anche visitato Husavik, luogo abitato da circa 10mila persone “È un centro importante perché da qui partono le barche che portano i turisti a vedere le balene”.
Da Husavik a Akuvery (seconda città piu popolata in Islanda con i suoi 17000 abitanti) fino ad arrivare a Grimley nel Circolo Polare Artico (popolata da circa 100 abitanti soltanto) e a Akurery, luogo davvero molto piccolo.
“A Varmahliđ tutta discesa, dapprima con molto vento contro e negli ultimi 20 km con vento in schiena. Il paese conta 4 case, un area di servizio-ristorante-supermercato, un albergo tutto prenotato ed un grazioso campeggio”.
In questo suo viaggio Giacomo ha percorso più di 1000 km, affrontando le più disparate condizioni meteo. “Abbiamo sudato, faticato, barcollato ma non ci siamo arresi. L’Islanda è un paese meraviglioso che offre panorami mozzafiato, da perdercisi dentro”.
La nostra redazione l’ha intervistato appena tornato nella capitale e Giacomo ci ha raccontato le emozioni vissute e quanto questa esperienza rimarrà per sempre nei suoi ricordi.
“Il viaggio è stato all’insegna dell’avventura pura. Sicuramente il meteo non è stato dalla nostra parte. Ha piovuto molto ma soprattutto abbiamo pedalato con il vento costantemente contrario. Davvero sfiancante. Un giorno siamo andati a 5 km/h in discesa. Rispetto all’altro viaggio questo è stato più impegnativo fisicamente e mentalmente. Nel precedente avevo percorso tappe più brevi, mentre in questo abbiamo fatto anche 120 km in un giorno!
L’Islanda è un paese meraviglioso che ti entra dentro e non esce più’.
A questo proposito ci rivela di aver dedicato una poesia in inglese alla terra del ghiaccio.
“This is me. This is Hobo. This is Iceland Tour 2014 1300 km extraordinary, unforgettable, excting kilometres cycling, anticlockwise, under the rain, against the wind, along the main road of the island: the Hringvegur. Iceland is infinite waterfalls. Iceland is vast glaciers.
Iceland is high volcanos. Iceland is hundreds of birds flying over your head. Iceland is lovely and hospitable people. Iceland is magical. Iceland is struggle, sweat and tears. Iceland is riding into the wild. Iceland is simply Iceland’’
A qualche giorno di distanza dal suo rientro a Roma, Jack, a mente fredda, ha dedicato un’altra poesia ad un’esperienza che lo ha cambiato profondamente e dal quale si può dedurre l’amore provato per l’isola.
“Dici Islanda e dici natura. Dici Islanda e dici infinite cascate, imponenti vulcani, chilometri e chilometri di verdi prati che si unisco al cielo all’orizzonte.
Dici Islanda e dici libertà. Dici Islanda e dici centinaia di uccelli che volano sopra la tua testa. Dici Islanda e dici vento che soffia forte, incessante, prepotente.
Dici Islanda e dici pioggia che cade insistente, fitta, rumorosa. Dici Islanda e dici tutto questo. E tutto questo è stato Iceland tour 2014″.
La voglia di scoprire nuovi orizzonti e di conoscere meglio il mondo circostante non spaventa il nostro Jack, il quale ha in programma una nuova avventura che noi di AbitareaRoma.net seguiremo con un occhio di riguardo per raccontarvi e mostrarvi non solo Roma ma il mondo intero.
Partenza il 21 luglio da Monaco di Baviera a Budapest lungo il Danubio.
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