La morte di un grande artista: Ennio Calabria

I funerali lunedì 4 marzo 2024, alle ore 11,30, nella chiesa degli artisti di piazza del Popolo

È morto ieri, 1 marzo 2024, un grande artista romano, un uomo che ho avuto la fortuna di conoscere e di stimare, sia come artista che come uomo: Ennio Calabria.

Era nato a Tripoli il 7 marzo 1937, ma già alla fine della guerra, insieme alla sua famiglia, si era trasferito a Roma, dove cominciò immediatamente a manifestare il suo amore per l’arte e per la pittura in particolare. Nel 1955 consegue la maturità artistica e frequenta la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma. La sua prima personale fu alla galleria “La Feluca” di Roma nel 1958; già in quell’occasione, attraverso le sue prime opere, si dimostrò testimone attento del suo tempo e delle sue dimensioni sociali ed esistenziali.

Nel 1961 insieme ai pittori Attardi, Farulli, Gianquinto, Guccione e Vespignani, e ai critici Del Guercio, Micacchi e Morosini fonda il gruppo “Il pro e il contro” che diventa un forte punto di riferimento per le nuove ricerche figurative in Italia, in un periodo nel quale furoreggiavano le neo-avanguardie dominate dall’astrattismo (informale, action painting, arte materica, pop-art, ecc.). Sono proprio i due decenni sessanta e settanta quelli nei quali l’arte di Calabria raggiunge il suo culmine, con opere che vengono esposte in tutto il mondo e acquistate dai maggiori musei di arte moderna e contemporanea. La sua concezione dell’arte, intesa non soltanto come libera espressione sentimentale dell’artista, ma anche quale strumento di conoscenza e di cambiamento della realtà sociale, lo avvicina, quasi naturalmente, ai vari movimenti (degli studenti, degli immigrati, degli operai, delle donne) che, in quegli anni, si battono per la pace, per il riscatto sociale dei lavoratori, per la conquista dei diritti civili e di libertà personale.

Sono gli anni anche delle grandi lotte per il diritto alla casa, quelle lotte che, a Roma, vedono protagonisti baraccati, inquilini, sfrattati e senza tetto per l’eliminazione dei borghetti, per il rilancio dell’edilizia economica e popolare, per il riscatto delle periferie dall’enorme cementificazione causata dalla grande speculazione edilizia. Lotte che, molto spesso, si concretizzavano con l’occupazione, per lo più simbolica, di stabili vuoti nel centro e nelle periferie della Capitale. In una di queste grandi occupazioni, quella dell’ottobre 1969 all’Esquilino, Ennio Calabria e altri noti pittori (Guttuso, Attardi, Omiccioli, Vespignani, Guccione, ecc.) organizzarono la “Mostra dei cento pittori” che si svolse all’interno di uno degli stabili occupati, e il cui ricavato andò in solidarietà e a sostegno degli occupanti e del loro comitato.

Fu proprio in quell’occasione che, per la prima volta, udii il nome di Ennio Calabria, prima di conoscerlo personalmente nell’autunno del 1974, quando, in qualità di dirigente del neonato Sindacato unitario inquilini e assegnatari, fui inviato (dal segretario nazionale Aldo Tozzetti) presso il suo studio-atelier di via Palmarola (Primavalle) a chiedergli di realizzare (ovviamente gratis, cosa che fece volentieri) il bozzetto del manifesto per il primo Congresso nazionale del SUNIA, che si sarebbe svolto ad Ariccia nei primi giorni di aprile 1975. Così come aveva offerto (e avrebbe offerto anche in futuro) la sua disponibilità e il suo sostegno in altre occasioni di lotta, Calabria anche quella volta si dimostrò pronto alla collaborazione, mettendo la sua arte e il suo ingegno al servizio di una giusta causa.

A quell’impegno e a quelle sue convinzioni etico-artistiche Ennio Calabria, anche nei decenni successivi, non è mai venuto meno: lo ha dimostrato, qualche anno fa, subito dopo l’assalto degli squadristi fascisti alla sede nazionale della CGIL, quando visitò la sede devastata del Sindacato, donando una sua opera al segretario generale Maurizio Landini. 

Ho avuto il piacere di incontrare più volte, anche in questi ultimi anni, il grande artista e Maestro, e non solo per le inaugurazioni di mostre (l’ultima, tre mesi fa, quella di “Artisti per la pace” a Villa Lazzaroni), ma anche per le varie presentazioni di libri del nostro comune amico, il dott. Roberto Gramiccia, il quale, proprio oggi, con un suo articolo su Il Manifesto, ne ricorda il profilo, le idee e la carriera artistica.

L’ultimo saluto al Maestro si svolgerà lunedì 4 marzo 2024, alle ore 11,30, nella Chiesa degli artisti di piazza del Popolo.


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