La “nuova mappa” dell’accoglienza del Comune di Roma 

Cerchiamo di capire come si stia muovendo il Comune di Roma programma di accoglienza dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) 

Cerchiamo di capire come si stia muovendo il Comune di Roma programma di accoglienza dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati)  e in che cosa consisterebbe la “nuova mappa” dell’accoglienza romana annunciata da Laura Baldassarre, assessore ai Servizi sociali.

L’idea di base è quella dell’accoglienza diffusa e di una maggiore distribuzione sul territorio romano delle realtà ospitanti, siano esse gestite dal comune (SPRAR), dal ministero (CAS), da “enti gestori” o, in via sperimentale, da privati cittadini con il sostegno economico dell’amministrazione.

Da quanto dichiarato finora il Comune intenderebbe alleggerire i centri di accoglienza Tiburtino III e Tor Bella Monaca e estendere i progetti SPRAR al X Municipio (Acilia) e al XIV (Ottavia). Sarebbero esclusi dalla pianificazione il II Municipio (Parioli-San Lorenzo) e l’XI (Portuense-Arvalia) e cancellate le case di accoglienza nel XII Municipio (Aurelio).  I quartieri centrali saranno quelli meno coinvolti dall’intervento.

L’amministrazione prevede di ampliare i 1900 posti attualmente disponibili con un bando per ulteriori 800 persone. Oltre all’accoglienza (vitto e alloggio) le nuove strutture dovrebbero offrire ai rifugiati l’opportunità di accedere a progetti di inserimento professionale attraverso protocolli d’intesa con Prefettura, Comune e Croce Rossa.

Per l’attuazione di questa ristrutturazione del sistema di accoglienza romano sarà istituita una cabina di regia apposita composta dai municipi e dal dipartimento delle politiche sociali.

In un intervista rilasciata al Messaggero l’assessore Baldassarre ha più volte ribadito che questa pianificazione – compresa l’eventuale accoglienza in famiglie private –  è frutto di uno studio condotto su cala europea: “il modello in Nord Europa funziona.”


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