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L’ultimo saluto a Marisa Rodano

Di ritorno dalla chiesa di San Giovanni Battista a Porta Latina, dove, insieme a molti compagni e amici abbiamo portato l’estremo saluto ad una grande donna: Marisa Rodano, nata il 21 gennaio 1921, lo stesso giorno nel quale, a Livorno, nasceva il PCI, il partito di cui Marisa è stata militante, dirigente, parlamentare italiana ed europea fino all’inizio degli anni novanta, così come è stata fondatrice dell’Unione Donne Italiane, prima associazione femminista in Italia) e scomparsa sabato scorso.

Con Marisa Rodano se ne va un pezzo di storia del movimento operaio, del movimento delle donne, del movimento che ha dato vita alla Resistenza antifascista a Roma e, nell’immediato dopoguerra, alla Repubblica, alla democrazia e alla ricostruzione del Paese dalle macerie della guerra voluta dal fascismo.

Cattolica e comunista, così come il marito Franco Rodano, entrambi provenienti dalla Sinistra cristiana, non ha mai trovato contraddittoria questa doppia militanza, ma anzi ha dimostrato, con il suo impegno politico e sociale e per l’emancipazione delle donne, che il modo migliore di vivere la fede nella trascendenza è quello di lottare per cambiare in meglio il mondo immanente, a partire dalle condizioni di vita dei più umili, deboli e oppressi dalla miseria e dalle ingiustizie.

Una grande donna, Marisa Rodano, che ho avuto la fortuna di conoscere nel lontano 1972, nella comune militanza in un partito del quale, giorno dopo giorno, si sente sempre più la mancanza.

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