Masfer, una ferramenta che sa di leggenda a Centocelle

La storia esemplare della ditta di via Filippo Parlatore

Ad accoglierci all’interno della ferramenta Masfer, in via Filippo Parlatore 31/33, troviamo il titolare Sandro Martino e il fondatore della ditta Timoteo che, con felice comunicativa, la battuta garbata sempre pronta ed un pizzico di nostalgia, ci narra gli antefatti e poi la storia dei primi anni di quest’attività costruita con tanto sacrificio.
Ciociaro, nato ad Arpino (il paese – tiene a sottolineare –  di Cicerone) giovanissimo, Timoteo emigrò in Perù e poi in Venezuela mantenendo la promessa fatta a sua moglie che, al suo ritorno, sarebbero andati ad abitare a Roma. Una promessa mantenuta dopo vicissitudini leggendarie in America Latina, ma avendo raggranellato un gruzzoletto con il quale riuscì ad impiantare, dopo tante battaglie, questa ferramenta, a Centocelle.

“Dopo ben quindici anni di lavoro – racconta Timoteo – in Venezuela dove avevo aperto un piccolo mini-market, proprio in quel paese straniero ho capito che il commercio era il settore giusto per me. Al mio ritorno in Italia, comprai un’autorimessa a Centocelle, che ho gestito dal 1962-1967, sino a quando mi stufai di stare sotto terra e decisi di prendere questa ferramenta nel 1969. Purtroppo sapevo di non fare un grande affare, ma quando ho visto la vera situazione in cui era ridotto questo negozio ci rimasi malissimo. Ma, superata la grande delusione (temevo di aver fallito e con una famiglia da mantenere, me la vidi brutta) superai la paura di essere finito nei guai, decisi di investire tutto quello che avevo nel negozio e trovai la forza di ricominciare da capo. Ed oggi posso ritenermi davvero soddisfatto di tutto quello che sono riuscito a mettere in piedi e, con grande gioia, ho ceduto la guida di quest’attività nelle mani di mio figlio Sandro che definisco ‘il perno della bottega’, tanto per restare nel nostro settore merceologico”.

A prendere la parola ora è Sandro Martino che ci parla della crescita della ditta fino alla situazione attuale.

La mia avventura dentro questa ferramenta è iniziata nel 1988 in un momento in cui Centocelle si stava riprendendo dalla difficile situazione vissuta durante gli anni di piombo, una rinascita sia sul piano sociale che su quello urbanistico. Forse possiamo dire che il periodo che stiamo vivendo ora è molto simile agli anni ’70, con una regressione causata dai continui tagli e dal crollo delle attività commerciali su strada, surclassate della grande distribuzione organizzata.

Le ragioni e il segreto del successo della ditta Masfer?

Un nostro punto di forza è sicuramente quello di essere un’impresa a conduzione famigliare che ci permette di contenere i costi  e di sapersi adattare con rapidità e flessibilità ai diversi cicli economici. Poi seguiamo la filosofia di mantenere sempre un buon rapporto con il cliente, puntando più sulla consulenza ed il servizio, aspetti che invece mancano del tutto nei centri commerciali. Per permettere al pubblico di avere una maggiore scelta inoltre abbiamo ampliato la superficie del punto vendita dai 90 ai 200 mq così da poter ospitare una vasta gamma di prodotti.

Cosa ci può dire sui comportamenti dei clienti e su come questi ultimi si sono evoluti?

La nostra clientela corrisponde prevalentemente agli abitanti di Centocelle, quindi è una popolazione molto varia, che spazia dalla famiglia con bambini piccoli al pensionato, ovviamente miscelata con il grande flusso di extracomunitari che si sono insediati nelle periferie della citta. Questi nuovi cittadini non hanno certo per ora al centro delle loro attenzioni la cura e l’abbellimento della casa. Purtroppo oggi sono soprattutto alle prese con problemi più importanti e spesso sono residenti in affitto. Posso dire tuttavia che vedo un parziale ritorno all’acquisto di prodotti da noi in ferramenta, poiché il cliente desidera oltre all’acquisto di un prodotto avere un rapporto anche umano con il negoziante, essere consigliato e questo certamente non c’è nel centro commerciale.

E la situazione nel quartiere?

Centocelle, che è stata sostanzialmente ferma per circa 40-50 anni, da alcuni anni sta vivendo una situazione di continuo mutamento e sostengo che, con il passar del tempo, subirà ancora diverse mutazioni.

Cosa si può fare, secondo lei?

Si dovrebbe lavorare di più sul miglioramento del quartiere a livello urbanistico, contribuendo a renderlo più bello e interessante, a beneficio dei commercianti e dei cittadini. Sul fronte della sicurezza ci sentiamo poco tutelati e la mancanza di fondi ha portato infatti alla deplorevole chiusura del commissariato ed alla totale assenza di forze dell’ordine sul territorio.

Prima di congedarci, il vulcanico signor Timoteo mi regala un poemetto datato 1984, intitolato “A Martino”, di cui riconosco subito lo stile, è quello di Paolo Margani, il fotografo poeta di piazza Teofrasto (oggi purtroppo scomparso) che è stato il primo (grande) fotografo di “Abitare A” nel 1987. Lo ricordiamo insieme con Timoteo e Sandro Martino, con una stretta nel cuore e tanto affetto.


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