Municipi:

No ad altri campi nomadi nell’VIII municipio

Nel municipio delle Torri, l’VIII di Roma, esiste un villaggio della solidarietà. Conta 150 moduli abitativi da 4 posti, un asilo nido all’interno, un servizio di trasporto scolastico che agevola la frequenza dei bambini alle lezioni (dato record a Roma, l’85% dei bimbi ospiti vanno a scuola regolarmente). E’ sicuramente un buon esempio per altre situazioni simili.
Il recente ingresso dei paesi dell’est europeo nell’UE ha moltiplicato la presenza di persone che si accampano spontaneamente nelle aree non urbanizzate o abbandonate di Roma.

Pochissimi anni fa nel campo rom di via di Salone erano presenti circa 1800 nomadi senza alcuna regola, senza acqua ne luce ed i loro bambini non frequentavano regolarmente le scuole. Oggi quell’area si è trasformata in un vero e proprio “villaggio della solidarietà” con la più alta percentuale di integrazione e la criminalità nei quartieri limitrofi si è decisamente ridotta.

Il 24 gennaio si legge su “il Messaggero” (pag. 37) che il presidente del municipio Massimiliano Lorenzotti offre disponibilità ad ospitare nuovi insediamenti di nomadi. La notizia, lanciata dal giornale, non è stata smentita dall’interessato, a differenza di quanto fatto dal Presidente del Municipio XIII. Negli scorsi mesi la civile mobilitazione dei comitati cittadini di Case Rosse e Settecamini ha scongiurato la minaccia di nuovi campi rom in quel municipio.

Tra tutti i Municipi di periferia, l’VIII è senza dubbio quello che possiede i più alti indicatori di disagio. E, pur in questo contesto, ospita già oggi un villaggio della solidarietà, con 650 persone circa, a Salone. Questo può essere preso come modello per altri villaggi in altre zone oltre l’VIII municipio e non servire da ricettacolo pronto o serbatoio per divenire nuovamente un agglomerato ingovernabile di illegalita’.
Occorre ricordare che in quest’area poco più di tre anni fa c’era un altissimo numero di nomadi incontrollati ed il tasso di criminalità nei quartieri limitrofi era molto elevato. Venne chiusa anche la stazione di Salone per motivi di ordine pubblico ed il prossimo 23 febbraio sarà riaperta. Un ulteriore segno di battaglie cittadine che non può essere cancellato con uno schiocco di dita.

Nessuno intende abbandonare i valori di accoglienza e di rispetto per le persone che soffrono una condizione di grave disagio, però i cittadini di questa periferia non vogliono ulteriori disagi in merito alla sicurezza attraverso altri campi rom nel municipio. Aggravando così quell’insicurezza già alimentata da strade non illuminate o non asfaltate come ad esempio la via Collatina e altre simili presenti in questa estrema periferia di Roma est.

Concentrare nuovo disagio nei quartieri più in sofferenza mette a serio rischio le condizioni di vivibilità di quei quartieri stessi, pregiudicando anche le possibilità di integrazione delle persone “di buona volontà”.

"Lorenzotti non rappresenta più la maggioranza di centro-destra in VIII Municipio". Si legge in una nota del capogruppo PD, Fabrizio Scorzoni,

"Molti consiglieri della maggioranza di centro-destra non sono d’accordo con la decisione presa da Lorenzotti in merito ai nuovi insediamenti. Questa è la seconda volta che si verifica un profondo strappo tra il presidente e la maggioranza che dovrebbe sostenerlo. Il primo caso si verificò solo 5 settimane fa in seguito al licenziamento dell’ex-assessore Amato da parte di Lorenzotti”.
La commissione municipale sulla sicurezza aveva già dichiarato che nel municipio non vi saranno ulteriori campi rom. Dopo i due episodi di stupri avvenuti nella periferia est di Roma per opera di romeni, come nel caso della povera Giovanna Reggiani, il presidente del municipio ha però dato disponibilità a nuovi insedimenti. Svuotando così di fatto i poteri della commissione.


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