L’Assessore Dino Bacchetti (PD) replica al Capogruppo M5S Stefano Rosati
In riferimento all’agenzia di Stefano Rosati, capogruppo M5S del Municipio IV, dal titolo “IV Municipio, Rosati (M5S): La Giunta del presidente Umberti dimostra di non essere più unita”, l’Assessore Dino Bacchetti risponde: «Le favole amavo leggerle da bambino. Ora non ne ho più l’età soprattutto se a narrarle è l’ex Vice Presidente della Giunta R. Della Casa sfiduciato all’unanimità dal Consiglio Municipio Roma IV.
Noi c’eravamo e lo abbiamo mandato a casa. Il Consigliere Stefano Rosati non ha ancora superato il trauma e questo ci rammarica. Siamo invece alle comiche quando dobbiamo constatare che questo film visionario sia girato proprio da lui, Stefano Rosati, ex miracolato non eletto voluto da R. Della Casa, eletta con il M5S in Regione Lazio e poi passata con una piroetta in Forza Italia dove è stata raggiunta l’altro ieri dal compagno in Municipio di Stefano Rosati, Lorenzo Saputi, eletto nella Lista Civica Virginia Raggi nel 2021.
La solitudine è triste e dura da affrontare! Io ho contribuito a redigere il programma elettorale con Massimiliano Umberti e sono stato candidato essendone il primo degli eletti del PD e di tutti i partiti dell’intero Municipio perché l’impegno paga ed i cittadini, al cui giudizio mi sono rimesso, lo riconoscono.
Ed oggi ho responsabilità ancora maggiori essendo stato eletto il 7.7.2023, all’esito di congresso cittadino, organismo questo sconosciuto al M5S, a grande maggioranza, Segretario della Sezione PD Pietralata.
Le preferenze elettorali tributate dai cittadini nel 2021 al Consigliere S. Rosati (che si presentava da ex Vice Presidente sfiduciato) nell’intero territorio del Municipio Roma IV sono pari a quelle che il sottoscritto e Massimiliano Umberti ricevono nel solo palazzo di casa.
Si metta l’anima in pace Stefano Rosati e si penta dei danni che la sua incapacità ha causato nel Municipio.
L’azione di questa Giunta – conclude Bacchetti – è coesa e sta portando a casa risultati dove gli altri avevano fallito per venti anni».
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