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L’infiammazione (nemica della nostra salute) si scatena nell’organismo, di solito, quando il nostro sistema immunitario viene attivato da agenti esterni: batteri, virus, funghi, ecc. È interessante, però, come alcune ricerche scientifiche abbiano dimostrato che l’infiammazione può essere scatenata anche da alcuni cibi.
Ci accorgiamo che il nostro sistema immunitario è stressato dalla frequenza con cui si presentano alcuni segni e sintomi, quali:
Quando l’infiammazione diventa cronica può essere molto pericolosa perché a questo fenomeno sono state associate molte patologie anche serie: malattie cardiache, diabete mellito di tipo 2, artrite, depressione, Alzheimer e anche alcune forme di tumori. Inoltre, in caso di infiammazione cronica, si può essere più predisposti all’aumento di peso o, al contrario, alla perdita di peso del tutto involontari.
Uno degli strumenti più potenti per combattere l’infiammazione è l’equilibrata alimentazione, che deve prevedere l’alternanza di tanti cibi diversi. Una dieta varia ci permette infatti di introdurre tante sostanze nutritive differenti, tutte indispensabili all’organismo, per questo non va bene mangiare sempre gli stessi cibi.
Molti studi sperimentali hanno dimostrato che i nutrienti di alcuni cibi o bevande possono avere effetti pro o anti antinfiammatori. Quindi, scegliendo i cibi antinfiammatori potremmo essere in grado di ridurre il rischio di sviluppare malattie, mentre assumendo frequentemente quelli pro-infiammatori potremmo accelerare il processo della malattia infiammatoria.
Una dieta antinfiammatoria dovrebbe combinare una varietà di alimenti che:
La scelta di carboidrati a basso indice glicemico può migliorare la glicemia postprandiale (dopo il pasto) e ridurre le risposte infiammatorie. Gli alimenti meno elaborati e a basso indice glicemico, infatti, non innescano effetti infiammatori post-prandiali avversi. Questo beneficio è stato attribuito a matrici alimentari più complesse che rallentano la digestione e l’assorbimento dei carboidrati stessi.
Inoltre, è stata osservata una riduzione significativa delle concentrazioni di proteina C reattiva se si aumenta il consumo di fibre (circa 30 g al giorno, ma anche mangiare soli 5 g di fibre in più al giorno può essere utile).
Un altro vantaggio di una dieta ricca di fibre è la composizione del microbiota intestinale più favorevole, che riduce l’infiammazione sia intestinale che sistemica.
Per di più, mangiare tante fibre fa aumentare la produzione di acidi grassi a corta catena, che riducono notevolmente il rischio delle malattie mediate dall’infiammazione, come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2, il cancro e l’obesità. Così come le fibre, anche gli acidi grassi a corta catena influenzano positivamente il mantenimento di alcuni ceppi batterici del microbiota intestinale importanti per l’integrità della mucosa intestinale e per la corretta assimilazione dei nutrienti.
Infine, una ricerca scientifica sul consumo di prodotti lattiero-caseari ha mostrato che l’attività pro-infiammatoria seguente al consumo di questi cibi era presente solo nelle persone intolleranti al lattosio del latte vaccino. Dall’insieme dei dati raccolti per i differenti tipi di latticini è emerso che sia i prodotti a basso che ad alto contenuto di grassi, ed anche i prodotti fermentati, sono associati ad attività antinfiammatoria.
Ricordiamo che Grana Padano DOP contiene peptidi (cioè piccole proteine) con proprietà antinfiammatorie. Inoltre, è un formaggio naturalmente privo di lattosio e può essere quindi consumato in tranquillità dagli intolleranti allo zucchero del latte.
Cosa dobbiamo mangiare, quindi, per combattere i processi infiammatori?
Gli alimenti che possono aiutare a gestire l’infiammazione includono:
Tuttavia, bisogna tenere a mente che nessun singolo alimento aumenterà la salute di una persona o la proteggerà dalle infiammazioni. È quindi importante prevedere una grande varietà di alimenti nutrienti e salutari nella nostra alimentazione quotidiana e fare soprattutto attenzione a variare ed alternare le fonti proteiche:
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