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“Notte bianca del conflitto”: la notte dell’Università

Dopo la notte bianca di Roma, il 6 dicembre anche La Sapienza ha avuto la sua

Si è svolta, a partire dalle 18 del 6 dicembre fino all’alba del mattino dopo, la notte bianca della prima università di Roma.

In accordo con il movimento universitario nazionale, anche La Sapienza è stata protagonista della “Notte bianca del conflitto”, occupando tutte le strade della città universitaria e le singole facoltà di Fisica (la regina della mobilitazione e dell’occupazione universitaria romana di quest’autunno), Igiene, Geologia, Chimica, Lettere, Scienze Politiche e Giurisprudenza, iniziative, quelle di quest’ultima, co-organizzate dalla stessa Giurisprudenza, da Ingegneria, da Psicologia e da Economia.

Iniziative e appuntamenti si sono snocciolati per tutta la notte: cene sociali (dalla gastronomia di trattoria, a quella biologica, alla grigliata di pesce, alla braciolata, al pane e nutella), concerti, mostre, dj set, spettacoli teatrali, proiezioni di film, giocoleria, capoeira, illustrazioni di esperimenti di chimica, bancarelle di tutti i generi. E, infine, banchetti informativi e di prevenzione nella Cappella Universitaria, organizzati dall’associazione Donne in movimento.

Ma non bisogna dimenticare che la data del 6 dicembre non è stata scelta a caso: "Abbiamo deciso di far coincidere la nostra Notte bianca con l’inizio della conferenza governativa sulle droghe che si terrà a Palermo il 6 dicembre", ha detto Guido, uno degli organizzatori. E, quindi, discussioni sulla Riforma universitaria, sui centri di permanenza temporanea per immigrati, sulla legge Bossi-Fini, ma anche dibattiti sul copyright e sull’antiproibizionismo: la locandina del collettivo di Roma mostra non a caso una ragazza che fuma uno spinello.

E’ così che l’“Ateneo pre-occupato”, come citava il grande striscione appeso durante le settimane di occupazione all’entrata di piazzale Aldo Moro de La Sapienza, si è visto di nuovo popolare attorno alla grande statua della Minerva, fulcro della città universitaria, e ha sentito musica di tutti i generi propagarsi per le sue strade: dalle note dei concerti delle singole facoltà, al ritmo dei bonghi suonati da qualche ragazzo sulle scale del Rettorato. Perché “il nostro tempo è qui e continua adesso”, come si legge nella locandina. Perché, in seguito all’occupazione di quest’autunno, l’occupazione più grande della storia de La Sapienza dopo anni, la protesta prosegue.

Per ulteriori informazioni sulle iniziative dell’Ateneo La Sapienza: www.ateneopreoccupato.net.


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