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Pinchas Steinberg dirige all’Auditorium

Con l'orchestra e il coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Sabato 21 marzo, lunedì 23 e martedì 24 all’Auditorium Parco della Musica, il direttore israeliano Pinchas Steinberg ha diretto l’orchestra e il coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. I novanta minuti circa di musica sinfonica sono stati dedicati a musiche di Ludwig Van Beethoven (Bonn 1770-Vienna 1827) e Robert Schumann (Zwickau 1810-Endenich 1856). Nella prima parte un Beethoven insolito. Infatti, Christus am Ölberge (Cristo sul Monte degli Ulivi) per soli, coro e orchestra, è l’unico oratorio del compositore tedesco, su testo del poeta F. X. Hubert. L’Oratorio, composto all’inizio dell’Ottocento, appartiene ad un genere musicale in cui l’artista non trovava l’espressione naturale e diretta del suo genio. Eseguito per la prima volta il 5 aprile del 1803 al Theater an der Wien, ebbe subito enorme successo. Qui al Santa Cecilia non veniva proposto dal 1992, allorchè fu chiamato a dirigerlo nuovamente, dopo la sua prima apparizione del 1970, Wolfgang Sawallisch. Non sappiamo quanto religioso fosse Beethoven, ma l’argomento di questa sua composizione è cristiano ed evangelico. I personaggi sono Gesù, uno degli angeli serafini, l’apostolo Pietro, le guardie e i discepoli. Di questa sua opera giovanile Beethoven non era, probabilmente, molto soddisfatto. In una lettera alla Gesellschaft der Musikfreunde, società austriaca fondata nel 1812 per promuovere la musica, afferma: “Ma per quel che mi riguarda, preferirei mettere in musica addirittura Omero, Klopstock, Schiller; almeno, anche se ci sono difficoltà da superare, quei poeti immortali lo meritano”. Nella seconda parte Steinberg ha diretto la Sinfonia n.2 in do maggiore op.61 di Robert Schumann. È l’opera più beethoveniana di Schumann. E proprio per questo, negli anni, i maggiori compositori hanno “migliorato” l’orchestra del compositore della Sassonia. Mahler fece addirittura 352 correzioni, tra piccole e sostanziali. Abbozzata nel dicembre 1845, completata nel 1846 ed eseguita da Mendelssohn, suo amico, al Gewandhaus di Lipsia il 5 novembre 1846, segnò la vittoria artistica di terribili sofferenze interiori, come dichiarò più volte lo stesso Schumann. Con il coro e l’orchestra del Santa Cecilia, insieme al direttore Steinberg, sul palco c’erano la soprano Laura Claycomb, texana, per la prima volta al Parco della Musica; il tenore Scott Mac Allister,anch’egli statunitense di Glenwood Springs; e il basso Giorgio Surian, nato a Fiume. Sia Surian che Mac Allister hanno sostituito, degnamente, il tenore Alejandro Roy e il basso Jan-Hendrik Rootering i quali all’ultimo momento hanno dato forfait. Nella seconda serata un buon pubblico anche se non c’era il pienone. Comunque la classica a Roma ha sempre un buon seguito. I prossimi concerti sinfonici in programma sono: venerdì 27 marzo alle ore 20.30 nella Sala Sinopoli Alexander Lonquich eseguirà, al pianoforte, musiche di Bach, Haydn, Chopin, Mozarte e Schubert; sabato alle ore 18, lunedì alle 21 e martedì 31 marzo alle 19.30 sarà la volta di Heinz Holliger che, nella Sala Santa Cecilia, condurrà l’Orchestra di Santa Cecilia e il violino di Carolin Widmann sulle musiche di Debussy, Zimmermann e Ravel. Un concerto all’insegna di ritmi e profumi di Spagna.

Auditorium Parco della Musica – viale de Coubertin 34 Info 068082058 – www.santacecilia.it 

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