“Povera Roma – Le declinazioni delle disuguaglianze nella Capitale”

Si è svolta giovedì 24 novembre presso la Sala “Ilaria Alpi” del Circolo ARCI di via dei Monti di Pietralata la manifestazione “Povera Roma – Le declinazioni delle disuguaglianze nella Capitale”.

Organizzato dalla Lista Roma Futura -il progetto politico promosso da Giovanni Caudo ed avviato da vari soggetti tra cui Possibile Roma, Pop, Volt Roma, Green Italia e Radicali Roma- l’evento è stato l’occasione per presentare e declinare la concezione attuale di povertà nel territorio capitolino, i soggetti che ne sono colpiti e gli strumenti messi in campo finora dalle istituzioni e dai soggetti del terzo settore per cercare di contrastare tale fenomeno.

Ad introdurre la serata e moderare gli interventi, Emanuela Martelluzzi, capo segreteria della Consigliera Comunale Tiziana Biolghini, (tra le organizzatrici principali dell’evento ed assente dalla presentazione per via del Covid), che ha scandito il ritmo della serata e dettato i tempi degli interventi, visti i molti partecipanti previsti in qualità di relatori.

Di Cola: prioritaria la battaglia contro la precarietà

Primo ad intervenire Natale Di Cola, segretario CGIL Roma e Lazio, il quale ha immediatamente avviato il discorso sulla direzione che il governo avrebbe dovuto prendere in tema di lotta alla povertà, e che invece è risultata essere di segno opposto, poiché secondo Di Cola “il Governo sceglie di punire chi è più povero, incentrando i suoi primi discorsi programmatici e normativi su una lotta ai provvedimenti a tutela dei più poveri, motivo per cui dobbiamo mobilitarci attivamente a difesa del Reddito di Cittadinanza”. Di Cola ha ricordato come la presenza simultanea di molte problematiche, prime su tutte il carovita e i problemi legati alla guerra in Ucraina, stanno creando una congiuntura difficilissima, in cui si inserisce appunto “il Governo non fa nulla per contrastare la povertà costantemente in aumento”.

Di Cola ha proseguito ricordando che, come sottolineato da diversi analisti economici, il peggio deve in realtà ancora venire, poiché gli effetti delle temperature (ossia del caro energia) si avranno in primavera, mentre gli effetti dell’inflazione si renderanno pienamente visibili nelle varie fasce sociali entro un anno.

Noi come classe sindacale” ha proseguito il segretario “siamo delusi di come la classe politica in toto stia sottovalutando il problema della povertà. Il paradosso che ci troviamo a vivere è quello per cui c’è chi lavora e contemporaneamente è povero con un sovvertimento ideale della nostra Costituzione, secondo cui il lavoro dovrebbe emancipare i cittadini e renderli liberi dai condizionamenti legati alla povertà”.

Di Cola ha aggiunto alla discussione una suggestione, con un interrogativo aperto: se la classe politica pensa di aver fatto tutto bene e questi che ci troviamo davanti sono i risultati, allora forse ci si trova di fronte a delle grosse difficoltà, poiché evidentemente le politiche messe in campo non erano così giuste.

A livello nazionale e regionale” ha concluso Di Cola “la battaglia contro la precarietà deve tornare ad essere prioritaria, puntando sul lavoro di qualità. In ambito capitolino, la prossima legge di bilancio ci mostrerà il reale coinvolgimento della Giunta Gualtieri su questo tema, facendoci capire con quali mezzi e con quali risorse il Comune intenderà mettere mano a questa inversione di tendenza”.

Bardini: povertà e “diseguaglianze”

Prendendo la parola subito dopo, Gianluigi Bardini, Capogruppo di Roma Futura in IV Municipio e tra gli organizzatori principali della manifestazione, ha posto l’accento sulle motivazioni di Roma Futura  nell’organizzare l’evento.

Bardini è partito dalla declinazione dei concetti di povertà e di disuguaglianza, evidenziando che in realtà bisognerebbe usare il plurale e parlare di “disuguaglianze”, laddove ci si può imbattere in disuguaglianze di tipo educativo, sanitario, economico e sociale. “Nei confronti di ognuna di queste diverse accezioni lo Stato dovrebbe essere risoluto ed autorevole, dove nel concetto di Stato andrebbero ricompresi tutti i vari livelli istituzionali di contatto col cittadino.”

Nello specifico infatti Bardini ha precisato che anche il Municipio, come ente di prossimità, dovrebbe poter aver la forza di mettere mano a tale problematica, se messo maggiormente in condizione di potersi far carico della soluzione alle diverse disuguaglianze. “Fare un’iniziativa del genere oggi rispetto a venti anni fa – ha aggiunto – crea una situazione di analisi e di contesto del tutto differente poiché le disuguaglianze al giorno d’oggi sono cambiate, elemento cui va aggiunta la presenza di elementi contingenti nuovi quali ad esempio quello della povertà energetica”.

Bardini ha concluso condividendo con i presenti che l’iniziativa di oggi sia solo il punto di avvio di una serie di incontri per approfondimenti sempre maggiori sul tema.

Danese: “avere il coraggio di alzare la voce”

Francesca Danese, portavoce regionale del Forum del Terzo Settore del Lazio, ha portato una serie di esempi di come la povertà vada a colpire soggetti di natura molto diversa tra loro, sia per contesto sociale di appartenenza che per situazioni che creano una emarginazione sopravvenuta.

Ha iniziato dalla descrizione delle difficoltà che incontrano le donne nel conciliare il mondo del lavoro con esigenze personali a volte pesanti, in particolare per chi ha figli disabili o in affidamento, e che spesso si trovano in un contesto di povertà partecipativa; ha illustrato i problemi che incontrano i minori in case famiglia, che al diciottesimo anno sono costretti ad uscire dalla struttura senza avere una struttura ponte che li accolga, e che si trovano quindi in assenza di strumenti di tutela e nell’impossibilità di richiederli, primo tra i quali il Reddito di Cittadinanza, per il quale si trovano a non poter produrre la documentazione richiesta.

La Danese ha ricordato che esistono nuove povertà non necessariamente legate all’essere nullatenenti, ma semplicemente al tipo di percorso lavorativo che si è scelto, come nel caso di coloro che lavorano come cooperatori sociali, che si trovano ad essere sottoposti alla partecipazione a gare con ribassi d’asta eccessivi, che vanno quindi a causare condizioni di povertà indotta. “Quando serve bisogna avere il coraggio di alzare la voce – ha concluso Danese – perché tra pochi mesi, in assenza di scelte coraggiose, la situazione sarà disastrosa”.

Bonafoni: “il 57% degli italiani è in difficoltà economica”

Secondo la Consigliera regionale Marta Bonafoni, “dell’incontro di oggi si sentiva una grande necessità, soprattutto perché mancano i luoghi di discussione”.

La povertà energetica, secondo Bonafoni, costituisce un elemento sociale preesistente, ma in questa fase diventa un dato sensibile che riguarda moltissimi e che non è più procrastinabile. Bonafoni ha ricordato che attualmente il 57% degli italiani si trova in difficoltà economica, e che tra questi il 26% dichiara di avere difficoltà a pagare le bollette (ed un terzo di questi non riuscirà effettivamente ad effettuare tali pagamenti entro Natale). Bonafoni si chiede quindi quali risposte le istituzioni pubbliche dovranno costruire per contrastare tale fenomeno, ricordando che il PNRR nel Lazio dirotterà 18 miliardi di euro finalizzati a creare una situazione che tenga insieme “giustizia sociale e giustizia climatica”. Nella risposta che il pubblico deve costruire, ha concluso Bonafoni, sono presenti due architravi: da un lato la necessità di una ricomposizione sociale, ossia un insieme di alleanze per contrastare la povertà sociale, da attuarsi tra amministratori e cittadini nei diversi luoghi della città; dall’altro “l’attuazione reale e concreta della nostra Costituzione, con la lotta alla povertà che diviene così battaglia sociale, da combattere e mettere in pratica in tutti luoghi di interesse, dalla casa al lavoro, dalla scuola all’intero pianeta”.

Libianchi: povertà, fenomeno multifattoriale

Nell’intervento successivo, Sandro Libianchi, Presidente dell’Associazione CONOSCI (Coordinamento Nazionale Operatori per la Salute nelle Carceri Italiane) ha parlato della necessità della prevenzione delle vulnerabilità, sottolineando come la povertà sia un fenomeno multifattoriale e non monotematico, con temi che vanno dalle carenze in ambito abitativo, a quelle sanitarie, a quelle energetiche. Necessità evidenziata ricordando il bisogno di arrivare ai livelli essenziali delle prestazioni, soprattutto per chi si trova a vivere in condizioni sociali più fragili, per i quali “essere curato” è radicalmente diverso da “sentirsi curato”.

Nel panel di interventi successivi, presenti al tavolo dei relatori due Assessore capitoline: Barbara Funari (Politiche Sociali) e Claudia Pratelli (Scuola e politiche educative).

Funari: povertà un tema urgente per Roma e il Paese

L’assessora Funari ha sottolineato come quello delle povertà sia un tema da rimettere urgentemente nell’agenda di Roma e dell’intero Paese. Nello specifico, parlando del lavoro da fare su Roma, ha detto che Roma attualmente è più povera che in passato, per via delle contingenze descritte dagli interventi precedenti, perciò riproporre lo stesso schema del passato potrebbe non essere più sufficiente per affrontare il problema, ma bisogna ri-coprogrammare in base alle esigenze attuali.

C’è urgenza di dare risposte – ha detto Funari – ma al tempo stesso anche di avere una visione su quali risposte dare nello specifico”. L’ambizione di Roma deve essere, secondo la Funari, quella di creare strumenti idonei, con cui si possa dare una speranza e tramite i quali si possa fornire un’idea del futuro per i più deboli.

Pratelli: povertà materiale e povertà educativa sono strettamente correlate

L’Assessora Pratelli invece ha puntualizzato che la povertà, per essere affrontata, deve essere nominata e non deve essere un “rimosso collettivo”.

Questa fase secondo Pratelli non è neutra, le disuguaglianze si sono ampliate e vediamo vecchie e nuove povertà convivere nello stesso tessuto urbano, motivo per cui il fenomeno deve essere visto come multidimensionale. Entrando nello specifico delle materie della sua delega, la Pratelli ha ricordato come povertà materiale e povertà educativa sono strettamente correlate, semplicemente perché spesso con la povertà materiale non si riesce ad accedere alla conoscenza e, al tempo stesso, non avere una conoscenza adeguata non consente una reale emancipazione da una condizione di povertà materiale. “L’ereditarietà della povertà” ha aggiunto “si scardina mettendo scuola ed educazione al centro delle politiche da attuare, intervenendo così alle radici del problema”. In questa direzione un importante strumento messo in campo dalla Giunta Comunale, ossia un grande investimento effettuato negli asili nido, con l’istituzione della gratuità per le fasce più basse, misura che ha consentito un notevole incremento nel numero di iscrizioni ai nidi, conseguente tempo liberato per fuggire dalla povertà materiale (ad esempio avendo così tempo per poter cercare ed accettare un impiego). “Stiamo combattendo contro quelle disuguaglianze” ha concluso la Pratelli “necessarie da abbattere per contrastare concretamente la povertà”.

Rago: un esempio di intervento del XV municipio

L’ultima serie di interventi è stata aperta da Alfonso Rago, Consigliere di Roma Futura del XV Municipio, che da sempre mette in campo azioni concrete per la lotta a situazioni emergenziali del territorio, prima tra tutte quella dell’emergenza freddo, ma con una grande attenzione ad ampliare il campo di intervento per risolvere problemi in una visione strutturale quindi non più esclusivamente emergenziale.

Rago ha portato l’esempio delle politiche adottate dal XV Municipio, che partendo dall’emergenza freddo hanno consentito ad una serie di famiglie di emergere da una situazione di povertà materiale in cui si trovavano, grazie ad una serie di misure di sostegno formativo e sociale.

Rago ha sottolineato come sia possibile, partendo dall’esempio illustrato, porre in essere misure molto efficaci e che hanno un costo relativamente basso per le casse del Comune di Roma, soprattutto se paragonate ad altre azioni effettuate in passato che sono risultate più costose e al contempo non hanno portato risultati simili.

Radicchi e l’esperienza di Binario95

Alessandro Radicchi ha raccontato l’esperienza di Binario95, progetto sperimentale per l’apertura di un centro per i senza fissa dimora.

Cosa serve per combattere la povertà? – si è poi chiesto Radicchi. – Serve costruire l’educazione del territorio su come contrastare la povertà. L’elemento chiave su cui dobbiamo soffermarci, è che siamo tutti autoreferenziali, ma ognuno di noi ha il dovere morale di cedere un pezzetto del proprio interesse personale in funzione del miglioramento della società nel suo complesso”.

Campailla: la povertà abitativa a Roma è “strutturale”

Alberto Campailla, Presidente dell’Organizzazione di volontariato Nonna Roma ha esordito ricordando come la povertà oggi non tocchi esclusivamente i senza tetto, ma anche le famiglie che hanno sempre più difficoltà ad accedere ai servizi fondamentali.

La questione abitativa, ha proseguito Campailla, viene ancora definita come emergenziale nonostante ormai a Roma sia divenuta una realtà strutturale, anche per l’assenza da diversi anni di qualsiasi tipo di intervento in tema di edilizia popolare. Sempre in tema di povertà legata al tema abitativo, Campailla ha ricordato i tanti sforzi di questi anni dell’associazionismo che hanno portato l’amministrazione Gualtieri ad adottare un direttiva che va oltre il superamento dell’art.5 del Decreto Lupi-Renzi, consentendo il diritto di residenza a tutti coloro che si trovano ad occupare uno stabile ma avrebbero al contempo tutti i requisiti per accedere ad un alloggio popolare.

La direttiva crea un superamento della situazione precedente, laddove ‘assenza di residenza’ si traduceva in impossibilità di iscrivere i figli all’asilo, di iscriversi a un Centro per l’Impiego, di richiedere il Reddito di cittadinanza o di rinnovare il permesso di soggiorno.

Campailla ha concluso ribadendo che, come dimostrato dal percorso sull’art.5 “la dialettica politica porta risultati solo ce si dà degli obiettivi comuni”.

Sammarco: “Combinare risorse istituzionali e risorse del territorio”

A chiudere la serata l’Assessora alle Politiche Sociali del IV Municipio Giovanna Sammarco, che ha raccontato di come il Municipio abbia recepito nell’ultimo anno le risorse per i senza fissa dimora ed abbia iniziato a mettere in pratica, con l’ausilio di molti volontari, azioni concrete per affrontare il problema. “Combinare risorse istituzionali con le risorse del territorio – ha concluso la Sammarco – è fondamentale per arrivare in maniera efficiente alla realizzazione di un obiettivo condiviso”.

 

 

 


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