

Martedì 24 giugno 2025 concerto in memoria delle vittime dell’isola di Jeju del 3 aprile 1948, Corea del Sud
Martedì 24 giugno, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, in Roma, è stato eseguito un concerto in memoria delle vittime dell’isola di Jeju del 3 aprile 1948, Corea del Sud: soltanto nel 2003 il Comitato Nazionale ha riconosciuto e descritto gli eventi come un genocidio.
A rappresentare ufficialmente la manifestazione il Governatore dell’isola, Young-hun Oh, che ha dichiarato: «…è per me un grande onore che Requiem per la Pace venga eseguito in prima mondiale qui a Roma nell’anno del Giubileo, ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo evento. Quest’anno i documenti relativi al genocidio sono stati iscritti nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO.
In questo momento storico, grazie alla musica, condividiamo il dolore e il ricordo del passato di Jeju. Un requiem non è solo musica: è preghiera, è memoria, esprime il desiderio profondo che simili tragedie non si ripetano mai più. L’armonia tra il coro giovanile di Jeju e gli artisti italiani rappresenta una solidarietà, che supera confini e culture. Possa l’eco di questa musica durare nel tempo, portando un messaggio di pace e speranza al mondo intero».
A fare gli onori di casa, a Palazzo Valentini, la Consigliera Delegata Pari opportunità, Politiche sociali, Cultura, Partecipazione, Trasparenza e Anticorruzione, Tiziana Biolghini: «…dopo la pandemia, la morte e la guerra sono entrate nel nostro quotidiano: ogni giorno bollettini terrificanti per il numero di vittime, spesso bambini e donne, e per le condizioni disumane che quei paesi sono costretti a sopportare. Come recuperare una linea comune di civiltà della vita umana e in qualsiasi paese? Questo è il quesito che dobbiamo porci. Ho apprezzato molto la scelta della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, come sede religiosa e culturale per il Requiem per la Pace; io credo che proprio l’incontro di culture possa favorire la costruzione di un nuovo umanesimo mondiale dove l’odio venga scalzato a favore di una maggiore comprensione tra i popoli. A nome della Città Metropolitana di Roma ringrazio tutta la vostra Comunità».
La consigliera metropolitana di Roma Capitale, dopo aver fatto visitare gli splendidi sotterranei di Palazzo Valentini, ha intrattenuto tutta la delegazione sudcoreana assieme a Marco Paciotti, dello staff del gabinetto del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il dialogo è stato improntato con la proposta di collaborazione e gemellaggio con l’isola di Jeju con scambi culturali e artistici.
A ricevere la delegazione anche il Vicesindaco Pierluigi Sanna, che ha sottolineato come Roma sia: «... faro di pace nel Giubileo e l’incontro con la delegazione sudcoreana è un’opportunità per un percorso di pace e conoscenza. Roma è un simbolo di pace internazionale, non solo per la presenza del Pontefice, ma per la sua essenza e storia millenaria: la città metropolitana e Roma sono pronte a collaborare su tutti i fronti, dall’arte all’ambiente, pur di intraprendere un cammino di pace in tutto il mondo».
Il Presidente del Consiglio Provinciale Speciale Autonomo di Jeju, Corea del Sud, Sang-Bong Lee ha esordito dicendo: «È un grande onore essere qui con voi per il Requiem per la Pace. Ringrazio sinceramente la Città di Roma, la Chiesa Cattolica e tutti gli artisti che hanno preparato questo evento con spirito di pace oltre i confini. Jeju è un’isola riconosciuta dall’UNESCO come tesoro ambientale e simbolo globale di pace, ma anche una terra ferita. Nel 1948, durante la Guerra Fredda, l’Incidente del 3 aprile portò alla morte di un decimo della popolazione per mano del potere statale. I cittadini di Jeju hanno scelto la riconciliazione; i documenti di questo percorso sono iscritti nel Registro Nazionale dell’UNESCO. Il Requiem per la Pace rende omaggio alle vittime del 3 aprile e questa collaborazione tra artisti di Jeju e d’Europa porta un messaggio di memoria, guarigione e speranza. Nel 2018, Papa Francesco inviò un messaggio di conforto ai familiari delle vittime. Questo concerto, qui a Roma, dove il suo spirito vive ancora, ha un significato profondo per me: Quando le spade saranno trasformate in aratri arriverà la pace. Spero che questo momento artistico sia un segno di pace e che l’amicizia tra Jeju e Roma continui a crescere. Pace a tutti».
Dong-soo Han, Presidente del Comitato Promotore del Requiem per il 3 Aprile di Jeju ha ringraziato tutto il pubblico presente per: «…essere qui oggi con noi. Innanzitutto, desidero esprimere le mie più profonde condoglianze per la scomparsa di Papa Francesco, grande guida spirituale e amico dei poveri, dei sofferenti e di chi lotta per la giustizia. Rivolgo anche le mie congratulazioni a Sua Santità Papa Leone XIV, con la speranza che sotto la sua guida l’umanità possa avanzare verso una pace più giusta.
Oggi ci riuniamo in una preghiera musicale sul tema Il dolore di Jeju, la pace per il mondo, per ricordare le vittime dell’evento tragico del 3 aprile a Jeju, in cui circa 30.000 vite innocenti furono perdute tra il 1947 e il 1954. Questo Requiem, frutto della collaborazione tra giovani di Jeju e artisti romani, è una preghiera di perdono e un messaggio di speranza che supera confini e generazioni. Roma, città simbolo di giustizia e dignità umana, accoglie oggi il requiem di Jeju come un appello universale alla pace. A nome del popolo di Jeju, ringrazio la Città di Roma, il Consiglio Comunale, il Vaticano e l’onorevole Tiziana Biolghini per il loro sostegno. Che le vittime del 3 aprile trovino pace eterna in questo luogo sacro, e che noi tutti continuiamo insieme il cammino verso la pace».
Direttore Artistico Michele Martusciello, Promotore Jongbae Bu, compositrice Hyojin Moon.
Soprano Michela Marconi, Tenore Ricardo Tamura, Baritono Rhys Jenkins Maestro del Coro di Jeju Youth Chorus Miji Lee Coro di voci Bianche Jeju Youth Chorus: Eden Kang, Yeeun Kang, Jiseong Kang, Zion Kang, Yuna Ku, Yoonjae Ku, Yunji Kim, Jiyu Kim, Chelim Kim, Yejun Seo, Yeeun Lee,Haeun Lee, Yeju Chon
Orchestra e Coro Vox in Arte Ensemble Direttore dell’orchestra Fabrizio Cassi Flauti: Colageo Silvia, Fiore Michele Oboi: Vignali Luca, Cerbara Vincenza Clarinetti: Canuti Piero, Ferrero Hidalgo Vivian Mariana Fagotto: Martusciello Massimo Corni: Monticelli Alessandro, Di Francesco Luca Trombe: Leonardi Daniele, Simoncini Francesco Tromboni: De Rosa Francesco, Giustozzi Luca Tuba: Ausili Pierluigi Timpani: Fortezza Piero Percussioni: Soro Davide Pietro, Tata Massimo Organo: Mi Hee Kim Arpa: Gina Capone Violini primi: Dhimitri Elvin, Cocchia Ivan, Bonacci Maurizio, Lombardi Leonardo Petrini Claudia, Turchetta Angelo Violini secondi: Bigi Paolo Vincenzo, Valmy Rosehelene, Graniti Francesca, Mersin Altin Viole: Abenante Mauro, Orsoni Gaia, Losi Eros Mauro Violoncelli: Fagioli Fabio, Kyung Mi Lee, La Marca Gianni Contrabbassi: Frezza Gennarino, Palmiero Michele
Maestro del Coro Alessandro Di Adamo Soprani: Guerrieri Ginevra, Lanna Federica, Laugeni Maria Rita, Leonori Eleonora, Lo Giudice Silvia, Oliverio Alessandra, Reda Benedetta, Rubini Cristina
Contralti: Lazzari Giulia, Mandas Ilaria, Martusciello Regina, Rao Francesca Scanu Patrizia, Signorile Sarah Tenori: Andrieri Ivan, Ascani Antonio, Carderi Silvano, De Asmundis Antonio, Di Gregorio Andrea Faillaci Pasquale, Fermi Andrea, Paruccini Lorenzo, Paruccini Maurizio, Pietrosanti Cristian
Bassi: Camilloni Edoardo, Della Morte Alessandro, Fabiani Andrea, Renzetti Luca Tartaglia Marco, Valenti Roberto.
“Un Requiem moderno pieno di lacrime, speranza e preghiere delle donne di Jeju” Una narrazione musicale di perdita, conforto e salvezza, compositrice Hyojin Moon. Requiem per la Pace – In memoria del 4·3 di Jeju è un requiem contemporaneo, che si basa sulla forma tradizionale della Messa di Requiem cattolica, integrando l’emotività popolare dell’isola di Jeju e l’esperienza personale di perdita vissuta dalla compositrice. Sulla tradizione del requiem latino, cantato per i defunti da oltre duemila anni, si innestano simboli dell’identità di Jeju e la melodia del canto tradizionale Wongi jarang, che funge da motivo centrale. L’opera dipinge così il mare e il paesaggio dell’isola, le lacrime della madre, il dolore per la perdita di un figlio e il desiderio profondo di redenzione. La compositrice cerca di guarire e sublimare, attraverso il linguaggio e il simbolismo religioso, tanto il senso di colpa per la morte del fratello minore durante l’infanzia, quanto il lutto collettivo vissuto dalla comunità di Jeju.
Questo requiem si fa rito musicale in cui il lamento e il canto delle donne di Jeju, il dolore personale e la memoria collettiva si fondono in una forma sacra. Wongi jarang, pur immerso nella tristezza, canta la vita; nelle lacrime, eleva una preghiera di salvezza. Quest’opera si chiede dove dovremmo andare e cosa dovremmo ricordare. Quando ci troviamo di fronte alla morte, si collega alla tristezza cosmica, attraverso la risposta musicale.
Raramente nella mia vita ho passato una settimana così intensa: le prove per il concerto, il concerto, la conferenza stampa il giorno dopo a Villa Altieri, il corso a Centocelle con il tenore Ricardo Tamura e il soprano Michela Marconi.
Un encomio e un ringraziamento a parte vanno al Direttore Artistico Michele Martusciello, non solo per il concerto strepitoso tenutosi a Santa Maria degli Angeli, ma per il coraggio, la grande professionalità e l’entusiasmo profusi nell’aver creato un ensemble di artisti italo-coreani perfetto e in così poco tempo.
Un ringraziamento speciale a Stefano Veglianti, dello staff di Tiziana Biolghini, che si è prodigato come coordinatore fino all’inverosimile, per la buona riuscita degli eventi.
Va menzionato infine il coro di voci bianche di Jeju, 13 angioletti, per averci fatto toccare il cielo, pieno di stelle.
Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.