Roma est, in bici verso il parco di Tor Fiscale, via del Mandrione e via Casilina Vecchia

I miei trenta chilometri giornalieri in bicicletta

Nel precedente articolo, “Roma est, in bici tra i parchi Palatucci, Bonafede e Acquedotti”, del 30
gennaio 2024, avevamo anticipato l’itinerario di un’altra pista ciclabile, che ci avrebbe portato a via del
Mandrione e a via Casilina Vecchia, oltre al parco di Tor Fiscale in via dell’Acquedotto Felice.

Ogni promessa è un debito, quindi riprendiamo a pedalare assieme.

Sono entrato, come tutte le mattine, in bicicletta nel parco Palatucci e ho incontrato l’amico Carlo, uno dei “catenacci” del parco, ex runners che ora camminano, che solo e incerto nel camminare mi ha salutato e mi raccontato del suo dolore al ginocchio, che lo costringe a passeggiare senza la solita compagnia.
Nulla di nuovo per me, avendo vissuto quel dolore e la relativa menomazione sportiva per un anno e mezzo.

Dopo esserci salutati, mi sono diretto verso il parco Bonafede, ho circumnavigato la stupenda collinetta degli ulivi (vedi foto) e mi sono diretto verso via di Tor tre Teste per arrivare alla ciclabile di via Tuscolana.

La ciclabile di via Tuscolana è complicata per i ciclisti. E’ un percorso di due chilometri usato anche da: pedoni, nomadi con carrello prendi/rifiuti, trasportatori, consegnatari, imprese edili, autospurghi.
Ci sono macchine parcheggiate sopra i cordoli delimitatori, cittadini che gettano l’immondizia negli adiacenti cassonetti.

Due chilometri di incroci, semafori, macchine che svoltano sulla loro destra senza guardare chi transita sulla ciclabile.

Purtroppo è una strada piena di negozi ed è affollata di persone a passeggio sui marciapiedi e sulla ciclabile, tantissimi portoni di palazzi sono senza cortili e sono fronte marciapiedi.

Incontro un uomo che parcheggia la macchina sulla ciclabile, scende e ascolta la mia lamentela, mi risponde che è San Valentino e deve comprare fiori per la moglie. Ribadisco che ha parcheggiato su strada usata da biciclette, mi risponde che è San Valentino, lo informo che si tirerà dietro parolacce sia da me che da altri ciclisti, mi risponde che sono meglio le parolacce degli sportivi che quelle della moglie, ride e va dal fioraio.

Arriva una Mercedes di alta cilindrata che di traverso parcheggia sulla ciclabile, si accinge a scaricare gli scatoloni per un negozio di abbigliamento, mi chiede scusa e mi chiede 5 minuti di pazienza (sic, sic) e di spostarmi sulla strada a circolazione veicolare (sic, sic).
Terminati i due chilometri e passata via dei Lentuli, che è sulla destra, la ciclabile si libera da negozi e intrusi e, in salita per circa un chilometro, mi porta all’entrata di via del Mandrione, dove c’è la storica fontana di Porta Furba, eretta da Papa Clemente XII sulle mura dell’Acquedotto Felice.

Stupendo pedalare tra le mura dell’Acquedotto Felice, a sinistra, e la linea ferroviaria, a destra, che porta i treni regionali nel sudpontino o in ciociaria.
Con il bombardamento del 1943 al quartiere San Lorenzo, gli sfollati hanno occupato le volte degli archi dell’Acquedotto Felice.
Le loro abitazioni, costruite abusivamente, potevano giovare nella notte dell’irraggiamento del sole diurno e dietro o davanti le volte avevano, anche, terreni incolti che poi sono diventati orti per la verdura e aie per gli animali da cortile.

Negli anni successivi la strada, di tre chilometri circa, è diventata la scorciatoia per evitare il traffico di via Tuscolana, di via di Tor Pignattara, di via Casilina, per poi arrivare a piazza Lodi.

Successivamente, nel 2018, per il rischio di una voragine, via del Mandrione è stata interdetta alla circolazione veicolare, ad eccezione dei residenti.

Poi si è aggiunta l’intenzione di valorizzare la strada, perché via del Mandrione è inserita in un’area d’importanza archeologica che va preservata e rilanciata.

Ora, salvo qualche furbetto, andarci in bicicletta, a correre, a camminare è una esperienza “storica”.

Nella parte opposta di via Tuscolana e alla storica fontana di Porta Furba, c’è via dell’Acquedotto Felice, le cui mura uniscono e attraversano la via Tuscolana.

Al civico 120 c’è l’entrata, con cancello aperto e chiuso ad orario, del parco di Tor Fiscale.
Il Parco si estende per undici ettari nel quartiere Appio-Tuscolano e prende il nome dall’antica torre medievale del Fiscale, risalente ai secoli XII-XIII d.C., posta lungo il tracciato degli acquedotti Claudio (52 d.C.) e Felice (1585 d.C.), costruito da Papa Sisto V.

La torre, alta poco meno di 30 metri, è ancora in buono stato di conservazione e fa parte delle tante torri ancora presenti nel paesaggio dell’Agro Romano e ritenute parte di un articolato sistema di vedetta e segnalazione a difesa della città e della campagna.
Recentemente si è scoperto che erano strutture costruite per difendere le proprietà terriere delle nobili famiglie romane.

 

Il territorio di Tor Fiscale conserva, oltre ai resti di altri acquedotti romani, anche il tracciato dell’Antica via Latina, con presenza di sepolcri e resti di ville di epoca imperiale.

All’interno dell’area troviamo il Casale Museo, una sala ipogea di epoca romana, il Casale Punto Ristoro, dove si possono gustare piatti cucinati in gran parte con i prodotti del parco, un Punto Informativo che fornisce informazioni, mappe, itinerari, programmi di escursioni, visite guidate e laboratori, gadget, libri e servizio di nolo bici.

Un saluto e alla prossima pista ciclabile e ai prossimi parchi romani.


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