Sanità nel Lazio in crisi: fuga di pazienti, aggressioni ai medici e carenza di personale

I numeri in un report della Cgil Roma e Lazio

Un sistema sanitario regionale sempre più fragile, segnato da pazienti che scelgono di curarsi altrove e da un personale medico sotto pressione, tra turni massacranti e aggressioni in aumento.

È questa la fotografia allarmante scattata dal report della Cgil Roma e Lazio, che evidenzia un settore in affanno, tra carenze strutturali e un debito che pesa sulle casse della Regione.

L’emorragia dei pazienti e il peso economico

Il Lazio continua a perdere pazienti, sempre più propensi a rivolgersi alle strutture del Nord Italia. Nel 2022 il saldo negativo della mobilità sanitaria ha raggiunto quota 193,4 milioni di euro, con un incremento di 53,7 milioni rispetto all’anno precedente.

Un trend preoccupante, che colloca la regione tra quelle con il più alto debito sanitario, stimato intorno ai 600 milioni di euro. Questa fuga non è solo una questione economica, ma un segnale chiaro della sfiducia crescente nei confronti del sistema sanitario locale.

Aggressioni al personale sanitario: una piaga in aumento

Non bastano le difficoltà economiche e organizzative, il personale medico e infermieristico deve fare i conti anche con un clima di crescente violenza. Nel 2024 si sono registrati almeno 1.600 episodi di aggressione, con un preoccupante 75% delle vittime donne.

Il report segnala che gli episodi più frequenti avvengono nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (18%), nei pronto soccorso (17%) e nei reparti di area medica (10%). Il personale sanitario si trova spesso senza adeguate misure di sicurezza, costretto a operare in condizioni di forte stress e sotto organico.

Personale ridotto all’osso e stipendi tra i più bassi d’Europa

Uno dei nodi cruciali della crisi è proprio la carenza di personale. Secondo la Cgil, per arginare la crisi servirebbero nuove assunzioni e un deciso miglioramento delle condizioni di lavoro.

Il fenomeno delle “grandi dimissioni” colpisce duramente il settore, con molti professionisti che abbandonano il servizio pubblico per cercare migliori opportunità altrove.

La situazione è resa ancora più critica dagli stipendi, tra i più bassi in Europa, un fattore che complica ulteriormente il reclutamento di nuovi operatori.

Le mosse della Regione: basteranno?

Il governatore Francesco Rocca ha messo la sanità al centro della sua agenda, mantenendo per sé la delega al settore. Tra le misure annunciate, un piano di assunzioni da 14mila unità, con 4.581 ingressi già effettuati.

L’obiettivo è ambizioso: ridurre le liste d’attesa e stabilizzare il personale.

Ma, secondo la Cgil, gli effetti di queste politiche non sono ancora tangibili e il rischio è che i problemi strutturali continuino a soffocare il sistema sanitario del Lazio.


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