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Sigarette elettroniche e aromi vietati: che fine faranno i gusti più amati?

L’assenza di aromi nelle sigarette elettroniche potrebbe avere conseguenze negative, non solo sotto forma di un ritorno al fumo, ma anche incrementando il rischio di illegalità. A rivelarlo è un sondaggio che è stato effettuato da World Vapers’ Alliance, che merita di essere preso in considerazione con grande attenzione dalle istituzioni: gli effetti di eventuali normative di carattere proibizionistico potrebbero essere davvero dannosi.
La World Vapers’ Alliance è l’alleanza internazionale di associazioni di consumatori che di recente è tornata a mettere in evidenza il valore degli aromi nei liquidi per le sigarette elettroniche.
La campagna Flavours Matter trae impulso dai risultati della ricerca che è stata condotta dall’associazione fra i suoi membri e che ha visto il coinvolgimento di più di 400 partecipanti distribuiti in quasi 40 Paesi diversi. Secondo il 97% degli intervistati, per svapare è meglio usare gusti diversi dal tabacco o almeno una combinazione fra il tabacco e altri aromi. Appena 3 utenti su 100 ammettono di usare solo liquidi con il gusto di tabacco.

Le conseguenze di un divieto

Nel caso in cui gli aromi per sigaretta elettronica dovessero essere proibiti, quasi 1 intervistato su 2 deciderebbe di fare riferimento a canali illegali per poter accedere comunque ai prodotti aromatizzati, e oltre il 7% degli utenti confessa che riprenderebbe a fumare.
1 persona su 5 non farebbe niente e continuerebbe a usare i liquidi al tabacco, mentre il 15.5% degli intervistati ha dichiarato che in una eventualità di questo tipo non userebbe più la sigaretta elettronica.
Per il direttore di World Vapers’ Alliance Michael Landl, si tratta di una prospettiva non molto invitante. In effetti il sondaggio in questione sembra consolidare un concetto che è stato dimostrato in diverse occasioni a livello scientifico, e cioè che gli aromi rivestono un ruolo di primo piano nel percorso che porta a smettere di fumare.

Perché proibire è sbagliato

Sempre riprendendo le parole di Landl, sia le tassazioni molto alte che i divieti hanno il solo effetto di amplificare il mercato nero, mentre tanti vaper ricomincerebbero a fumare le sigarette tradizionali. Ne deriva un appello verso la politica, invitata ad ascoltare i consumatori.
La ricerca è stata eseguita nello scorso mese di agosto e ha preso in considerazione anche le politiche fiscali, consentendo di verificare che un incremento della tassazione potrebbe avere, sulle abitudini degli svapatori, impatti variabili. Quasi 1 intervistato su 3 ha affermato che pagando di più conserverebbe le stesse abitudini, mentre nel 30% dei casi per equilibrare l’incremento dei costi si deciderebbe di svapare di meno. Infine, il 28% degli intervistati ha ammesso che farebbe ricorso al mercato nero per tentare di ottenere i prodotti necessari.

Poca fiducia dei consumatori

Una delle emergenze di tale sondaggio riguarda la poca fiducia che i consumatori hanno nei confronti delle istituzioni e del sistema dei media. 3 intervistati su 4 pensano che nel Paese in cui vivono ci sia una copertura mediatica non favorevole alla fruizione delle sigarette elettroniche, in quanto la comunicazione viene considerata poco obiettiva e di parte. Nel momento in cui si passa a una valutazione dei quadri normativi, lo scenario è più o meno simile, con 3 partecipanti su 5 che affermano di non essere soddisfatti della regolamentazione dello svapo a livello governativo.
Sono risultati che aiutano a capire che solo coloro che hanno la possibilità di pagare di più eviteranno di modificare le proprie abitudini di consumo, senza problemi anche a fronte di un costo supplementare.

Pro e contro della situazione

Un aspetto non troppo rassicurante, tuttavia, riguarda il fatto che le sigarette elettroniche a quel punto si trasformerebbero quasi in un bene di lusso per tante persone, come dimostra il fatto che circa un terzo degli intervistati sarebbe propenso a far riferimento al mercato nero.
Insomma, nel momento in cui una nuova legislazione viene proposta, è fondamentale che la politica prenda in considerazione anche gli effetti collaterali e le eventuali conseguenze indesiderate.

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