

Appare all’improvviso dando la percezione di entrare in un piccolo paesino dell'Agro Romano
In via Gamiana, c’è una piccola strada presso una delle entrate del parco degli Acquedotti a Roma.
Bastano pochi metri e appare la cappella di Sant’Antonio da Padova che si affaccia su un piccolo piazzale.
Sono pochi metri quadrati incastonati in un parco che si estende per circa 240 ettari, tra il quartiere Appio Claudio, via delle Capannelle e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli.
È una piccola via che inizia poco prima di un ponticello in via delle Capannelle, che ha sotto di se il fosso dell’Acqua Mariana ed è nel quartiere Statuario-Capannelle che è racchiuso fra via Appia, via delle Capannelle e il Parco degli Acquedotti.
Via delle Capannelle è una strada di circa tre chilometri che congiunge via Tuscolana a via Appia. Percorrendola si ha la possibilità di immergersi nella storia dell’antica Roma, sprofondarsi nell’Agro romano da ambo i lati della strada, sbirciare nelle piste su cui corrono i cavalli, le alte tribune per gli spettatori e le scuderie.
Transitando per via delle Capannelle sono visibili i resti di una delle più grandi e stupende ville della campagna romana, il nome del sito è villa dei Sette Bassi ed è risalente all’epoca imperiale, è all’interno del Parco Archeologico dell’Appia Antica ed è seconda come grandezza dopo la Villa dei Quintili.
Percorrendo via delle Capannelle si avverte la continua presenza di quelle imponenti strutture che testimoniano l’ingegneria avanzata dell’antica Roma, quegli antichi acquedotti che riempiono tutto il paesaggio del parco degli Acquedotti.
A metà di via delle Capannelle, sulla destra c’è via Gamiana e c’è anche una delle entrate del parco degli Acquedotti e si possono ammirare i ruderi di due casolari e un abbeveratoio che a suo tempo sono stati abitati abitati ed utilizzati da pastori e contadini.
Poco prima di arrivare nella via Appia e dopo aver percorso quasi tutta via delle Capannelle, sulla sinistra è visibile l‘ippodromo delle Capannelle, un’istituzione storica del1881.
La presenza della cappella di Sant’Antonio da Padova nel quartiere Statuario-Capannelle ha sempre rappresentato un punto di riferimento spirituale per gli abitanti della zona, oltre che per chi lavora nell’ippodromo e per chi lo frequenta.
La cappella fu edificata nel 1948 per volere di Pio XII, in occasione del 50º anniversario della sua ordinazione sacerdotale ed è sorta in memoria di una più antica cappella situata nel Casale del Borgo di Capannelle, a cui faceva riferimento una comunità di contadini impegnati nella coltivazione dei vasti campi dei dintorni.
L’idea di costruire una piccola chiesa a Capannelle nacque nel 1946, quando il parroco di San Policarpo ottenne un appezzamento di terreno per costruirvi un oratorio.
La cappella fu inaugurata il 2 maggio 1948 dal cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani.
Io ci passo davanti alla cappella di Sant’Antonio da Padova un paio di volte a settimana con la mia bicicletta.
Entro nel parco da via Lemonia, passo davanti all’acquedotto dell’acqua Iulia e all’acquedotto Acqua Marcia, passo nei pressi dei resti di via Latina e passo davanti al casale del Sellaretto.
Pedalo e percorro una delle lunghe vie sterrate del parco degli Acquedotti, passo una salitella e una discesetta, arrivo ad una piccola curva e ad un’ottima delimitazione di passaggio alle macchine.e …la cappella di Sant’Antonio da Padova mi appare sempre all’improvviso ed ho sempre la sensazione di entrare in un piccolo paesino dell’Agro romano, che in origine giungeva, senza interruzioni, fino ai Colli Albani.
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