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Stranezze di città, oggi di regione, a Minturmo (LT)

Rievocando una tipica giornata del 1906, a circa 150 km da Tor Tre Teste, nel weekend del 4 -5 -6 ottobre 2024

Il 1906 fu l’anno in cui le sorti economiche di Minturno cominciarono a riprendersi.

Un grande evento fu l’apertura della ferrovia Sparanise-Gaeta, accompagnato dal rapido sviluppo degli stabilimenti industriali di Scauri, e soprattutto dall’intensificarsi dell’emigrazione nelle Americhe.

Questi avvenimenti ridonarono al paese parte del perduto benessere, un più attivo commercio, una maggiore divisione delle proprietà terriere e un incremento edilizio.

Le usanze popolari degli inizi ’900 saranno rievocate a Minturno nel weekend del 4 -5 -6 ottobre 2024.

La città di Minturno tornerà indietro nel tempo trasformandosi nell’antica Traetto.

Le storiche botteghe locali saranno riaperte, i vestiti tradizionali verranno rispolverati, la comunità si riunirà.

Nel weekend del 4 -5 -6 ottobre 2024, Minturno aprirà alla degustazione di prodotti tipici, laboratori artigianali, spettacoli teatrali e tanto altro. 

Un intero weekend dedicato alle tradizioni, alle usanze, ai sapori e colori di un paese ricco di storia.

La “stranezza di città” di oggi è il vestito tradizionale di Minturno, e anche di altri paesi del sud pontino: la pacchiana minturnese. 

“Vivace e antico costume tradizionale è quello della pacchiana che indossa un vestito ricco di colori appariscenti.

Il costume copre da capo a piedi le popolane di Minturno, donne dalla bellezza tipicamente mediterranea, robuste e fiorenti ma allo stesso tempo dai lineamenti fini.

La pacchiana minturnese impressiona subito per la tovaglia inamidata che porta sulla testa, di bianca mussola orlata a merletto o pizzo e ricadente dietro la nuca.

Caratteristica è la sua camicia finemente pieghettata e rigonfia.

Una terza nota peculiare è data dal remmùtò composto da tre pezzi ricamati in oro: manicotti che coprono gli avambracci, dal corpètto, una specie di busto duro che viene allacciato al petto e ricoperto parzialmente sul davanti da uno scialle (scòlla) di tulle o di mussola e di percalle per i giorni feriali.

Le due estremità della scòlla vengono fissate dalle fettucce dell’elegante grembiule (zinàle) a nido d’ape,il quale lega alla vita una lunga gonna (sànaca) di lana o di fustagno.

Una quarta caratteristica è la pannuccia (pagnùccia) rossa-amaranto
(nera in caso di lutto), denominata panno Minturno, che, ripiegata all’insù, avvolge le anche. 

Distinta è anche la calzatura: scarpa di pelle o di stoffa con o senza fibbia d’argento”.


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