Stranezze di città, tesori della periferia di Roma, nascosti e non nascosti

L’Agro Romano dentro Roma, rivisitato da un ex runner ora cicloturista

Da quando non posso più correre e mi sono “trasferito” sulla sella di una bicicletta, mi piace ripercorrere le strade che mi hanno visto runner. 

Pedalando per la città ho anche la possibilità di incontrare qualche non più giovane amico con cui mi allenavo, e tante volte ci riesco.

Di recente ho incontrato Elvio (una sola maratona a Firenze ma con un ottimo risultato, 2 ore e 50 munuti) a via Casal dei Pazzi, davanti alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù.

Ho anche rivisto l’odierno marciatore Roberto a via dei Campi Sportivi davanti allo stadio Paolo Rosi (ex triatleta e molte maratone, tutte intorno alle 2 ore e 40 minuti).

Oggi ho puntato più in alto e ho deciso di andare verso via di Tor San Giovanni, via della Marcigliana e via della Cesarina, in pieno Agro Romano ma dentro Roma. 

Attraversare in bicicletta una parte di periferia romana, cercando di raccontare dove sono ubicati quei “tesori” già incontrati tanti anni fa, in buona parte sconosciuti e purtroppo anche nascosti.

Sono partito come sempre da Tor Tre Teste con la mia bicicletta e la prima tappa è stata via Nomentana, passando per via Casal di San Basilio.

La casa cantoniera

La prima “stranezza di città è all’angolo di via di Casal Boccone e via Nomentana, una ex casa cantoniera quasi dentro il moderno quartiere Talenti ma al decimo chilometro della via Nomentana.

Le case cantoniere erano abitazioni destinate ai cantonieri, che erano gli addetti alla manutenzione delle strade. Edifici di piccole dimensioni, situati lungo le strade principali e caratterizzati da un’architettura semplice e funzionale.

Molte case cantoniere sono state abbandonate o ristrutturate per altri usi, questa all’angolo di via di Casal Boccone e via Nomentana, senza essere stata modificata nelle sue caratteristiche esterne, ha ospitato per anni degli uffici. 

Io ho lavorato tantissimi anni a via Nomentana e l’orario di allenamento dedicato al podismo era nella pausa pranzo. Tanti colleghi mangiavano e pochi altri correvano.

Il nostro punto di ritrovo era in via di Casal Boccone angolo via Grazia Deledda.

Per gli allenamenti veloci andavamo a viale Kant, per gli allenamenti ritmo gara o progressivi andavamo al parco Luigi Petroselli, per il lento breve andavamo al “quartierino di Rebibbia”, passando davanti alla casa di Pier Paolo Pasolini nel quartiere Ponte Mammolo, per il lungo lento andavamo verso via di Tor San Giovanni, al Parco della Marcigliana e alla Tenuta della Cesarina.

Via di Casal Boccone era una strada asfaltata ma stretta che in tre chilometri ci portava a via della Bufalotta, oggi alla strada si è aggiunta una pista ciclabile che fiancheggia il parco Talenti, denominato “parco dei 5 sensi”.

Correndo si parla e scoprimmo che su una altura tra via di Casal Boccone e via della Bufalotta c’erano i resti della villa romana di Casal Boccone, utilizzata anche per qualche set cinematografico.

Un insediamento individuato nel corso di ricognizioni e nel 1987/1988 indagato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma.

Fra le strutture rimesse in luce, ci raccontarono, si distinguevano alcuni ambienti con destinazione termale oltre ad un muro in opera quadrata, una serie di canalette di drenaggio e una vasca.

In definitiva, una residenza estiva dell’aristocrazia romana. 

Poco distante, nell’area compresa tra via delle Vigne Nuove e via della Bufalotta c’era Villa di Faonte, un gioiello archeologico nascosto e non visitabile poiché gran parte dei suoi resti si trovavano sottoterra ed era stato inglobato in costruzioni moderne.

Era un luogo dove l’aristocrazia romana si riuniva per banchetti, feste e attività ricreative.
Era una residenza estiva di lusso, dotata di tutti i comfort dell’epoca: giardini, piscine, terme e affreschi.

Mi hanno raccontato che nell’area dove sorgeva la villa è stato realizzato un parco archeologico, ancora in fase di sviluppo. 

Passata la salita di via della Bufalotta e un suo sottopasso c’è una biforcazione, sulla sinistra continua via della Bufalotta, sulla destra inizia via di Tor San Giovanni che porta all’incrocio con via della Cesarina.

Oggi via della Bufalotta è stata allargata ma alla discesa che porta all’incrocio con via della Marcigliana ritorna ad essere quella stretta via che ci vedeva correre. 

Ricordo ancora la torretta medioevale sulla collinetta in mezzo agli alberi.

1. Casa cantoniera; 2. Via Cesarina; 3. Tenuta della Cesarina

E noi percorrendo via della Marcigliana a sinistra arrivavamo sino a via Salaria, immersi nel cuore della campagna romana.

Prendendo la stessa via a destra si arriva, dopo una salita impegnativa, all’incrocio con via di Tor San Giovanni e via della Cesarina.

Indimenticabili e faticose le nostre ripetute veloci in salita di 400 metri, nella preparazione invernale.

Il parco della Marcigliana

Intorno a tutte queste vie c’è il parco della Marcigliana, un polmone verde a Roma. 

È una delle più grandi riserve naturali della città, un’oasi di pace e tranquillità.

La riserva conserva tracce dell’antica Roma e ospita una ricca varietà di flora e fauna.

Oltre a correre e passeggiare, è possibile fare lunghe camminate nei boschi, osservare e ascoltare gli uccelli, andare in bicicletta per il fuori strada.

Per chi non ama l’asfalto ci sono numerosi sentieri adatti a tutti i livelli di esperienza.

Durante il nostro lunghissimo domenicale arrivavamo alle fornaci di Monterotondo, una meta affascinante all’interno del Parco della Marcigliana.

Quante volte abbiamo corso sul sentiero dei Mulini che conduce alle fornaci di Monterotondo e che ti permette di visitare alcuni antichi mulini ad acqua. 

È un itinerario lungo e impegnativo, ma offre panorami mozzafiato sulla valle.

La Tenuta della Cesarina

La Tenuta della Cesarina è su via della Casarina, ad un paio di chilometri da via di Tor San Giovanni.

Un luogo ricco di storia e fascino, immerso nel cuore della campagna romana.  

Le prime tracce di insediamenti umani nella zona risalgono all’epoca romana. 

Si ritiene che i Romani avessero già piantato le prime viti in quest’area, gettando le basi per la futura vocazione agricola della tenuta.

Scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di una piccola chiesa, probabilmente di origine bizantina, e di una fornace, a testimonianza di un’attività produttiva già sviluppata in epoca medievale.

La tenuta fu acquisita dalla potente famiglia Sforza Cesarini, che la trasformò in una delle aziende agricole più importanti del Lazio.

La tenuta produceva una vasta gamma di prodotti, tra cui olio d’oliva, vino, cereali e frutta.

Era una residenza di campagna, con la villa padronale, con la sua torre e i giardini, divenne una residenza estiva per l’aristocrazia romana.

Quando correvamo ci raccontarono della speculazione edilizia in atto, che minacciava di inghiottirla.

Nonostante le pressioni, la Tenuta della Cesarina riuscì a mantenere la sua identità agricola, grazie anche alla tenacia dei suoi abitanti. Oggi, tante casette sono vuote e abbandonate.

Negli ultimi anni, la tenuta ha affrontato diverse difficoltà economiche e sociali, ma continua a rappresentare un patrimonio inestimabile per Roma e per l’Italia.

Oggi, la Tenuta della Cesarina è un’oasi di pace e tranquillità, un luogo dove poter riscoprire il contatto con la natura e le tradizioni agricole.

La tenuta produce olio extravergine d’oliva biologico di alta qualità, frutto di un’attenta cura delle olive e di un processo di lavorazione tradizionale.

Ci hanno raccontato che sono in corso diversi progetti per recuperare e valorizzare il patrimonio storico e architettonico della Tenuta.

La Tenuta della Cesarina è un luogo che ci racconta la storia dell’agricoltura romana, l’evoluzione del paesaggio e il rapporto tra uomo e natura nel corso dei secoli. 

È un simbolo di resistenza e di speranza, un luogo dove il passato incontra il presente e dove è possibile immaginare un futuro più sostenibile.

Dimenticanza dell’ex runner, c’è un sentiero breve e semplice nella Tenuta della Cesarina, dopo la partenza basta seguire le indicazioni per le fornaci di Monterotondo.

1. Torretta Medievale della Bufalotta; 2. Tor San Giovanni; 3. Riserva-naturale-della-Marcigliana.


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