“Suoni di gioia e di giubilo” a Montefiascone

Concerto per voce e archi di rara bellezza il 27 dicembre 2022

Con il mio mentore Teo Giannini, da un po’ di tempo, andiamo a caccia di eventi musicali finalmente “in presenza”: di melodie, che saziano l’intimo, danno serenità e che, quando le ascolti, ti regalano sempre nuove sensazioni, ben diverse da quelle, così di moda oggigiorno, dai ritmi monotoni, ripetitivi e assordanti.

È un bel pomeriggio di dicembre, Teo non vuol prendere la strada più breve, ma vuole ripercorre la strada della sua gioventù, quando era fervente attivista politico: la Cassia Veientana o bis.

La fortuna ci assiste: c’è poco traffico e in poco tempo dal caos del raccordo, ci inoltriamo in un territorio di colline ricche di vegetazione e di storia. La dolcezza del paesaggio, modellato dagli uomini in migliaia di anni, ci porta naturalmente a rallentare. I racconti di Teo sono appassionanti: “…In questo paese viveva un mio amico e ogni anno, cascasse il mondo, a Natale, mi doveva portare il vino, le salsicce, le nocchie (eccellente prodotto locale), i dolci… Tale era il rispetto reciproco e la riconoscenza…vabbè le amicizie di un tempo”.

In poco meno di due ore, rispettando il tempo dei ricordi, raggiungiamo Montefiascone all’imbrunire, saliamo a piedi fino alla fortezza medievale e uno spettacolo mozzafiato ci riempie l’anima: il sole, tramontando oltre il lago, tinge di rosso le nuvole dell’orizzonte e il profumo della natura incontaminata ci fa subito dimenticare lo smog della metropoli; certo che è proprio un paradosso rimanere senza fiato, laddove l’aria è più pura!

Raggiungiamo la Rocca dei Papi, dove ad accoglierci, nel salone rinascimentale, ci sono Renato Trapè, consigliere delegato alla cultura e alla Via Francigena, e la dottoressa Antonella Maccaroni.

Il prestigioso castello pontificio, mi fa rivivere l’atmosfera rinascimentale  fino a sentire quasi i fruscii dei vestiti di seta e di velluto, broccato e damascato, ed i musici, che accordano i loro strumenti, inventati dai famosi liutai italiani.

Il programma prevede musiche di Devienne, Mozart, Händel, Pergolesi, eseguite dall’Ensemble Devienne.
“L’Ensemble è nato (nel 2006) dall’esigenza di far conoscere l’enorme patrimonio musicale che va dal quartetto fino alla formazione da camera con fiati e archi… Devienne (François) è il compositore, flautista, fagottista francese, vissuto dal 1759 al 1803”, così il fagottista Massimo Martusciello ci introduce al concerto, che si preannuncia di grande raffinatezza, presentando gli artisti: Antonio Scoletta (violino), Giuseppe Gagliano (viola), Maria Miele (violoncello).

Un quartetto insolito, sembrerebbe, ma appena eseguono il primo brano (quartetto per fagotto e archi n.1 op. 73 di F. Devienne), il salone si riempie di una melodia elegante, coinvolgente: tutti i maestri provengono dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Poi il quartetto, con un colpo di bacchetta, si trasforma in quintetto, grazie alla calda voce del soprano Michela Marconi, e la serata si colora di magia: le note dei cinque artisti, così diversi, dolcemente si rincorrevano per abbracciarsi ed espandersi in una sincronia perfetta.
Il quintetto, di recentissima formazione, raggiunge vette altissime con “Contento forse vivere“ dalla Cantata Luce degli occhi miei di G.B. Pergolesi: sembrava di ascoltare un’armonia proveniente da un unico strumento.

Questo evento è stato possibile sia per la lungimiranza del comune di Montefiascone, che per il direttore artistico Michele Martusciello, che, grazie alla grande esperienza, maturata per ben 42 anni nell’orchestra del Teatro dell‘Opera di Roma, ha saputo organizzare un incontro di rara bellezza musicale e culturale.

L’ospitalità, proseguita con una passeggiata serotina nel borgo del paese, mi aveva così pienamente affascinato, che, ritornando a Roma, mi ha fatto gridare: Est! Est!! Est!!!.


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Un commento su ““Suoni di gioia e di giubilo” a Montefiascone

  1. Mi sembra un ‘iniziativa di grande prestigio.La cultura è emancipazione e la musica eleva l’anima a Dio! Montefiascone inoltre ha dato la luce a un grande Basso ,di fama mondiale: Augusto Romani . Sarebbe bello in uno dei prossimi incontri musicali , vedere dei documenti della sua vita artistica svoltasi nei più grandi teatri, sotto la bacchetta d’insigni direttori d’Orchestra

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