Tensioni fra polizia e studenti all’Università ‘La Sapienza’

Gli studenti chiedono che l'ateneo interrompa "ogni collaborazione con Israele"

Tensione tra studenti e forze di polizia all’università La Sapienza di Roma. Il corteo dei collettivi della Sapienza, partito dall’aula magna del rettorato che era stata occupata da un gruppo di associazioni universitarie nella serata di Lunedì 25 Marzo 2024, ha attraversato viale Regina Elena, a pochi metri dall’Istituto superiore di sanità e da uno degli ingressi della Sapienza.

Alle 12 di oggi Martedì 26 2024 era in programma un “Controsenato accademico” nell’aula magna del Rettorato occupato, ma gli agenti si sono schierati davanti all’ingresso per bloccare temporaneamente l’accesso ad alcuni studenti. Ne è nato uno scontro con urla, spintoni e cori contro la polizia, qualcuno dall’interno ha lanciato una bottiglia di plastica piena contro la polizia.

“Stamattina eravamo appena 70, ora siamo oltre 200 in assemblea – hanno spiegato alcuni attivisti -. L’università vuole impedire la partecipazione di tutti gli studenti”.

Il collettivo universitario Cambiare Rotta ha denunciato che gli studenti sono stati “malmenati e spintonati. Questo è il clima di repressione nel Paese contro chi alza la voce contro i crimini di Israele. Gli studenti hanno battuto la repressione e ora sono dentro il rettorato occupato per l’assemblea”. Alla mobilitazione ha partecipato anche il collettivo della ex Gkn.

Le frizioni con la polizia sono iniziate fin dal mattino, quando gli agenti hanno impedito l’ingresso al Rettorato ai giornalisti per la conferenza stampa indetta dagli studenti e in programma per le 10. Gli attivisti, dopo vari tentativi andati a vuoto, hanno parlato con la stampa fuori dal Rettorato.

“Dalla rettrice non abbiamo mai avuto risposta alle nostre richieste di confronto – spiega Leonardo, attivista di Cambiare Rotta -. L’occupazione è la conseguenza di questo atteggiamento, vogliamo farci ascoltare e non ci fermeremo finché non ci riusciremo. La rettrice deve capire che ignorarci non è la soluzione”.

Gli studenti chiedono che “il senato accademico, che si riunirà oggi alle 14 si impegni a a non partecipare al bando Maeci (Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, ndr) 2024 Italia-Israele e che la Sapienza rescinda gli accordi con aziende belliche e le università israeliane complici del genocidio in corso”.

Sono state chieste, inoltre, le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni dal comitato tecnico-scientifico di Med-Or. “Mentre ci prepariamo alla guerra generalizzata, sotto gli occhi di tutti in Palestina si sta commettendo un genocidio con la complicità del nostro paese che oggi invia persino le navi da guerra nel mar Rosso – sottolineano gli attivisti -.

Sono mesi che ci mobilitiamo contro la filiera bellica in università e contro gli accordi di collaborazione con le università israeliane complici di un massacro. Sono mesi che riceviamo porte in faccia dal nostro ateneo. Negli ultimi senati accademici centinaia di studenti hanno chiesto di poter intervenire portando delle chiare rivendicazioni all’ordine del giorno e puntualmente la nostra rettrice ha rifiutato il confronto”. Gli studenti chiedono di seguire l’esempio dell’università di Torino, il cui senato accademico ha deciso lo stop alla partecipazione al bando del ministero degli Affari Esteri per la cooperazione tra istituzioni italiane e israeliane in materia di ricerca scientifica.

All’occupazione e alle successive tensioni la rettrice Antonella Polimeni ha risposto con un comunicato:  “Sapienza riconosce quali strumenti di comunicazione e di decisione quelli definiti dalle leggi e dai regolamenti, informati dalle norme di convivenza civile che guidano il Paese – si legge nella nota -.

Lo Statuto di Sapienza dota l’Ateneo di organi decisionali composti dai rappresentanti eletti delle diverse componenti della Comunità accademica, che portano negli Organi la voce e le opinioni dei soggetti rappresentati. In riferimento alle richieste avanzate da alcune studentesse e alcuni studenti che hanno occupato nelle ultime ore alcuni ambienti del Rettorato, nel ribadire la più ferma condanna di ogni forma di violenza e di azione illegale e antidemocratica, l’Ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze della Comunità studentesca, purché queste giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli Organi e non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui”.

A Polimeni è arrivato anche il sostegno della ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini: “Totale sostegno ai rettori Polimeni e Delfino. L’occupazione del rettorato de La Sapienza e l’aggressione al rettore dell’Università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica. Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati. La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all’intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell’ordine per il loro sostegno”.

Gli studenti che occupavano il Rettorato sono usciti nel pomeriggio, improvvisando un corteo per le vie della città universitaria, diretto verso viale Regina Elena, in una sede distaccata dell’università dove si sta svolgendo il Senato accademico, originariamente previsto all’interno del Rettorato occupato.


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