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Una strepitosa e inossidabile Milena Vukotic al Quirino

In una bella versione teatrale del film "A spasso con Daisy"
L’avevamo vista, visibilmente commossa, nella cerimonia della consegna dei David di Donatello (alquanto mediocre, in verità, la trasmissione organizzata e gestita da RAI 1): lei, l’inossidabile e intramontabile Milena Vukotic, aveva ottenuto il David alla carriera come giusto riconoscimento e coronamento di una lunghissimo percorso artistico che l’ha vista recitare in film, drammatici e comici, firmati dai migliori registi italiani.
L’abbiamo rivista ieri sera, sabato 4 maggio 2024, al teatro Quirino, nelle vesti della indimenticabile protagonista della pièce “A spasso con Daisy”, tratta dal testo del 1987 di Alfred Uhry, che l’anno successivo era stato trasportato sul grande schermo in un film (vincitore di ben 4 Oscar) interpretato da Jessica Tandy e Morgan Freeman.
Questa versione teatrale è firmata da Mario Scaletta per la regia di Guglielmo Ferro. La Vukotic, veramente strepitosa e più brillante che mai (una vera dominatrice del palcoscenico), è stata coadiuvata da due soli e bravissimi co-protagonisti, all’altezza della situazione, ben consapevoli del ruolo di “spalle” a loro assegnato: Salvatore Marino (nel ruolo dell’autista di colore della signora Daisy, il ruolo che fu, nel film, dell’immenso Morgan Freeman) e Maximilian Nisi (nelle vesti del figlio di Daisy, Boolie).
La storia, per chi non la conoscesse, è abbastanza semplice: Daisy, anziana maestra in pensione, è una ricca signora ebrea di Atlanta, che vuole apparire povera; una donna autoritaria, decisa, scontrosa, un pò capricciosa, che intende rimanere ad ogni costo autonoma nonostante cominci a perdere qualche colpo a causa dell’età. Il figlio Boolie, uomo d’affari, riesce però a farle accettare la presenza e l’assistenza di un anziano autista di colore, Hoke. Tra i due si stabilisce un rapporto che, inizialmente, assomiglia ad una classica dialettica padrona-servo, con la padrona che tiranneggia e il servo umile e paziente che sopporta tutte le stranezze della vecchia signora. In seguito, però il rapporto, con il passare degli anni, si trasforma in una relazione di sincera amicizia, che fa sì che l’anziana Daisy non possa fare a meno dei consigli e, a volte, dei rimbrotti del vecchio autista, anche lui sempre meno in grado di poter conservare autonomia e continuare il resto della vita in solitudine. Sullo sfondo di questo strano rapporto si intravedono i problemi e le difficoltà di una nazione, gli USA, che solo con estrema fatica e molti passi indietro, riesce a superare pregiudizi e discriminazioni razziali.
La pièce, comunque, è intrisa di sottile ironia e di buoni sentimenti: vi si respira, tra le righe, un ragionevole anche se cauto ottimismo.
Scroscianti gli applausi finali, indizzati a tutti e tre gli interpreti, con evidente prevalenza di quelli tributati a questa grande, ammirevole e intramontabile attrice di nome Milena Vukotic.

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