

Il settantacinquesimo anniversario della Liberazione ci vede prigionieri di un nemico invisibile, ma più temibile. In Lombardia cinque volte più morti della Seconda Guerra Mondiale
Che strano 25 aprile, quest’anno. É il settantacinquesimo anniversario della Liberazione, ma siamo prigionieri di un nemico invisibile e opportunista, ma assai temibile. Come ha detto il commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, il Coronavirus in Lombardia ha fatto più morti in due mesi, che l’intero conflitto della Seconda Guerra Mondiale, dal 1940 al 1945.
Eppure, a guardare le nostre strade, ci rendiamo conto che un tipo di liberazione l’abbiamo raggiunta: la liberazione dalle auto. Le nostre vie cittadine, ai tempi di questa pandemia, non sono piene di lamiere inquinanti in fila, ma completamente, o quasi, deserte.
Fa un certo effetto vedere la via Tuscolana senza automobili circolanti. La salita del Quadraro, alla MetroA di Porta Furba, ci ritorna un fascino antico, ai tempi del bianco e nero. L’aria di questo aprile, è finalmente fresca e pulita. É l’incanto di questo maledetto Coronavirus?
Ma poi passi per via Lemonia. E l’incanto finisce. Il Parco degli Acquedotti è vuoto, nonostante la bella giornata e il caldo tepore che arriva dal sole. Non si può entrare. I varchi di accesso sono nastrati di giallo. I padroni, ai margini del parco, sciolgono i loro cani e li lasciano liberi di scorrazzare. Sono diventati loro gli unici frequentatori del parco di via Lemonia.
Uno sguardo più attento mi rivela l’identità dell’attuale sovrano del Parco: la cornacchia grigia. É lei la vera proprietaria del Parco degli Acquedotti. Saltella e svolazza incurante dei divieti e dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. E per giunta è senza mascherina.
Riccardo Faiella
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