A spasso per Roma (3): Antica Farmacia Pesci, la spezieria voluta dai Papi
In origine spezieria, apriva per la prima volta la sua porta, proprio di fronte a Fontana di Trevi, nel 1552Un tempo spezieria, apriva per la prima volta la sua porta, proprio di fronte a Fontana di Trevi, nel 1552
Ce la invidia tutto il mondo, la Fontana di Trevi. Tuttavia, tempo addietro, abbiamo detto peste e corna di chi la volle tanto bella da spenderci una fortuna. La cosa sembra sia andata più o meno così. Nel ’600 Papa Urbano VIII decise di incaricare del progetto un bravo architetto, che poi era un artista, per cui avrà detto: chiamatemi quel Bernini che va tanto di moda. E così, come a molti succede, finì con l’innamorarsi del progetto più costoso. Pasquino alla fine sentenziò: “Per ricrear con l’acqua ogni romano, di tasse aggravò il vino papa Urbano”. Ma ora non divaghiamo, perché prima di iniziare la nostra consueta passeggiata, dobbiamo passare in farmacia, questione di un minuto, sta proprio qui nella piazzetta. Cioè, non proprio un minuto perché quando ci entri, nella Farmacia Pesci, scopri che stava qui prima ancora di questo papa Urbano di cui si spettegolava e di Pasquino. L’Antica Farmacia infatti, che un tempo si chiamava spezieria, apriva per la prima volta la sua porta, proprio di fronte alla fonte d’Acqua Vergine, nel 1552. La storia ce la racconta la titolare, dottoressa Alessandra Ciotti:
L’Antica Farmacia Pesci nasce grazie al lavoro di Andrea e Vincenzo Pesci, – dice – gli autori dell’insegna. Poi, dopo un breve periodo della loro attività passarono la gestione alla famiglia Del Monaco.
Quando?
Intorno al 1890. Tra gli eredi dei Del Monaco c’era Ugo Del Monaco che è il prozio di mio nonno. Questo per spiegare come siamo subentrati noi. Per quanto riguarda invece la spezieria, – spiega Alessandra – precedente all’Antica Farmacia, questa era situata di fronte alla Fontana di Trevi, in un locale molto grande che faceva parte di un edificio molto antico. Della spezieria si ha nota negli Stati delle Anime del 1625, documento dei santissimi Vincenzo e Anastasio che è la chiesa che sta all’angolo della piazza. Questo documento è una specie di anagrafe, ed era dettagliato, indicava ad esempio quali erano i negozi esistenti, chi abitava nei vari palazzi. Si parla poi della spezieria dove i medicamenti erano preparati lì per lì e lo stesso medicamento era utilizzato per tante cose. Era stata aperta soprattutto per volontà del Papa. Intorno al 1600, lì dove sorgeva il Vaticano era una zona spesso colpita da malaria per cui i papi preferivano soggiornare nel Quirinale, la loro residenza estiva, che era più in alto ed era un luogo più salubre. Quindi cercarono di mettere a posto la piazzetta sottostante e alcuni di loro fecero in modo che ci fosse la spezieria, che aveva un ruolo importante nell’aiutare le persone meno abbienti della città. Stando sotto il Quirinale veniva inoltre visitata dai vescovi, così come da tanti preti missionari. Intorno al 1916 la farmacia fu spostata dove si trova attualmente per dei dissidi con l’affittuario dell’epoca che diede lo sfratto. In un mese dovettero passare da una superficie molto grande a dei locali molto più piccoli. In questo trasloco andarono persi tantissimi alambicchi e vasi di pregio. Altri invece sono tutt’ora conservati all’interno della farmacia.
Quali?
Abbiamo un mortaio in bronzo del 1552, e riporta proprio la data e l’effigie di San Lorenzo che è il protettore dei farmacisti. Una cosa che invece andò perduta è un grande mortaio dentro il quale si faceva la Terriaca, un medicamento costituito da una sessantina di elementi come la genziana, la valeriana ed altre erbe che oggi non si trovano più. Il bancone, del 1600, dove noi lavoriamo attualmente è in noce nazionale. Un pezzo unico collegato da un tipo di intarsio particolare a coda di rondine. Abbiamo tanti oggetti, vasi, contenitori originali del ’600, poi i denti di pesce sega e due corni di rinoceronte che i missionari all’epoca portarono allo speziale quando vennero a far visita al Papa. Noi adesso li conosciamo ma in quel periodo non c’era Piero Angela! C’è anche un grande armadio della stessa epoca che noi usiamo tutti i giorni e un quadro di Andrea Sacchi, una Sacra Famiglia, anche questo del ‘600.
Questa farmacia si può visitare? I nostri lettori possono venire a vedere tutto questo?
Certamente! Noi lavoriamo attorniati dalla storia e tante volte entrano delle persone che si accorgono della bellezza del luogo, alcuni falegnami entrando restano stupefatti dal bancone che è lì, in uso dal 1600, molti turisti vengono perché conoscono la storia della farmacia. Sarebbe bello che tutto questo venisse valorizzato. Mantenerlo è molto oneroso per noi: abbiamo cercato di restaurare alcuni reperti, sotto il controllo delle Belle Arti giustamente, ma sempre completamente a carico nostro. È oneroso e difficile mantenere tutto questo…
Quali sono i più antichi medicamenti preparati dalla spezieria?
La Terriaca, come dicevo prima, era un medicamento che veniva preparato anche in altre spezierie e ogni regione aveva una sua ricetta particolare. La caratteristica della spezieria di Fontana di Trevi era il balsamo Innocenziano. Abbiamo ritrovato un documento che spiega in cosa consisteva questo balsamo che fu dedicato a Papa Innocenzo XI della famiglia Odescalchi, un papa dedito all’aiuto dei poveri e dei bisognosi. Quando morì, siamo intorno al 1689, gli speziali crearono questo balsamo e lo dedicarono a lui. Dentro questo balsamo c’era, tra i tanti ingredienti, l’oppio, e veniva utilizzato per qualsiasi problema ma soprattutto per le ferite da lama, da taglio, era l’epoca delle spade. Il balsamo aveva un’azione cicatrizzante e la posologia indicata, che ci è davvero piaciuta, è di due scrupoli* al giorno. Che cosa fossero gli scrupoli non si sa… ma è una bellissima indicazione!
Ancora oggi preparate medicamenti in farmacia?
Si, tutte le farmacie devono essere pronte ad allestire dei preparati galenici, naturalmente in questo momento le farmacie difficilmente si dedicano a queste preparazioni. Noi le facciamo. Ne facciamo alcune proprio nostre che naturalmente oggi devono seguire protocolli e procedure particolari, quindi non si parla più di scrupoli… Gli antichi medicamenti, per vari motivi, per le norme di buona preparazione, non si utilizzano più.
La farmacia è gestita dalla sua famiglia da quattro generazioni, cosa significa per lei portare avanti l’attività oggi?
Fin da piccola ho vissuto la farmacia, andavo a scuola qui vicino, dopo la scuola venivo qui, ricordo mio nonno, c’era mio papà, ho sempre aiutato all’interno, per me oggi gestirla è meraviglioso ma nell’arco degli anni il lavoro è molto cambiato. Per le piccole farmacie stare dietro a tutte le richieste che ci sono adesso è piuttosto difficile. Il mondo va verso la farmacia dei servizi, ciò che si richiede è un tipo di farmacia molto più moderna e la nostra fa fatica a star dietro a tutti i cambiamenti. Ciononostante cerchiamo sempre di essere un luogo di accoglienza per le persone malate, in difficoltà, e di riuscire a trovare delle risposte ai loro bisogni. In questo, di fatto, non siamo cambiati dal 1500.
“Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che sobbolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che si insinuano nelle vene umane, stregando la mente, irretendo i sensi… Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, distillare la gloria, addirittura mettere un freno alla morte..” Professor Piton (Harry Potter e la Pietra Filosofale)
* Scrupolo: antica unità di misura usata nei sistemi monetari etrusco, campano e romano, rimasta anche nel corso dell’alto Medioevo, equivalente alla ventiquattresima parte di un’oncia.
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Complimenti Patrizia .
Molto interessante, non lo sapevo. Se sarà possibile, magari più in là, mi piacerebbe visitare la farmacia. Grazie per questo articolo.
Una curiosità: come mai l’insegna della farmacia è rimasta rossa, essendoci in vigore l’obbligo per le farmacie di avere un’insegna di colore verde?