Alla scoperta del “Bernini pittore”

Palazzo Barberini riapre la sua attività espositiva con i veri ritratti del Bernini

È certamente una di quelle mostre destinate ad entrare nella storia.
Palazzo Barberini celebra il genio del Bernini pittore, un lato poco noto del maestro, tra l’altro spesso criticato, in una rinnovata sede che segna la sua ufficiale rinascita come grande museo statale di arte antica.

Una mostra, quella aperta dal 19 ottobre al 20 gennaio 2008, che si preannuncia scomoda per alcuni versi: si pensi che nonostante la grande inflazione dei dipinti del Bernini, il curatore della mostra, Tomaso Montanari dell’Università di Tor Vergata, ammette all’esposizione (dei circa 50 dipinti attribuiti dal 1945 a oggi a Bernini) solo sedici opere come “sicuramente” del pittore del 600. La selezione è stata compiuta con criteri rigorosi, partendo dalla consapevolezza che l’artista non poteva perseguire la perfezione esclusivamente nei progetti architettonici e negli straordinari marmi, per lasciarsi andare all’approssimazione nelle opere pittoriche. A tal proposito è presente alla fine del catalogo, un inventario ragionato della pittura del Bernini, con tanto di ubicazione, che non rallegrerà molti musei, collezioni o privati: nove opere "la cui invenzione, e talvolta il cui disegno, possono essere riferiti al Maestro o al suo stretto ambito, ma che non furono dipinte da lui"; undici opere "realizzate nella scuola di Bernini, da suoi allievi e sotto la sua direzione, spesso come esercizi di copia da originali del maestro"; due "copie seriori da originali berniniani" e venticinque dipinti rifiutati.

Le opere sono disposte secondo tre tematiche principali – autoritratti, ritratti, soggetti sacri – a loro volta articolate in sezioni che evidenziano diversi nuclei, natura della ritrattistica pittorica dell’artista, rapporti e indipendenza dalla committenza, interpretazione del tema sacro e consuetudini della bottega berniniana. Oltre ai ventuno dipinti sono presentati un gruppo di dieci disegni, un busto in marmo, un cartone monumentale e altre tele, per un totale di 34 opere.

Lo scopo ambizioso della raffinata esposizione è, dunque, quello di rivelare la grandezza dell’artista anche in campo pittorico, rivelando aspetti trascurati o sconosciuti, e facendo emergere pertanto un volto nuovo di questo geniale artista creatore di un linguaggio figurativo, il Barocco, capace di dominare l’intera Europa per quasi due secoli, e di imporsi poi all’immaginario collettivo come una categoria dello spirito.


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