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Ambassade bene comune: la battaglia per salvare lo storico cinema

La struttura è chiusa dal 2020, i giovani di Montagnola hanno un piano per riaprirla

C’è un cinema, nel cuore della Montagnola, che da quattro anni ha spento le luci in sala ma non nei cuori di chi lo ha vissuto.

Il Cinema Ambassade, chiuso dal 2020 e caduto nel silenzio dell’abbandono, oggi torna al centro della scena grazie a un gruppo di giovani – studenti universitari e liceali del quartiere – che hanno deciso di riscriverne il copione.

Niente nostalgie sterili o rimpianti. Il loro “Progetto Ambassade” guarda avanti, ispirandosi al modello virtuoso del Cinema Troisi a Trastevere: un luogo non solo per vedere film, ma per studiare, incontrarsi, imparare, creare cultura.

E non sono soli: con loro c’è il Municipio VIII, pronto a sostenere un’idea che sa di futuro. Ora, però, serve il prossimo passo: aprire un tavolo di confronto con il fondo lussemburghese che ha acquistato l’immobile, insieme ad altri otto ex cinema romani.

A muovere le acque, nelle ultime ore, è arrivata anche una mozione presentata in Consiglio regionale dalla consigliera del Pd Emanuela Droghei.

Il documento chiede formalmente alla giunta del Lazio di interloquire con la nuova proprietà per “verificare le intenzioni sul futuro dell’immobile e valutare soluzioni condivise che ne garantiscano la funzione culturale e pubblica”.

immagine di repertorio

Un atto politico che prova a evitare la trasformazione dell’Ambassade in un’area commerciale o residenziale, come purtroppo successo ad altre sale storiche della capitale. “Non possiamo permettereha dichiarato Drogheiche un presidio culturale venga sacrificato all’ennesima operazione immobiliare”.

Il progetto dei ragazzi è chiaro: uno spazio multifunzionale con aula studio, laboratori intergenerazionali, corsi, eventi, incontri e ovviamente una sala cinematografica.

Un luogo dove giovani e anziani possano ritrovarsi, scambiarsi competenze, creare comunità. E tutto questo con il sostegno delle istituzioni, grazie a un partenariato pubblico e alla co-progettazione con Roma Capitale e il Municipio VIII.

Ma il finale è ancora tutto da scrivere. Il fondo proprietario – che ha investito 42 milioni di euro nell’acquisto di nove cinema romani – non ha ancora chiarito le proprie intenzioni. Ecco perché l’apertura di un tavolo è fondamentale.

Intanto, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha rassicurato: “Per le sale chiuse, come l’Ambassade, sarà mantenuto il vincolo d’uso culturale, con incentivi per chi sceglie di investire in questo settore”.


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