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Angelo e Gianni Migneco: i fratelli ultramaratoneti

Gianni e Angelo Migneco, i fratelli ultramaratoneti, dopo essere stati tesserati con l’Atletica del Parco, ora corrono con l’A.S.D. Villa de Sanctis di Roma,

L’ultimo incontro con Gianni l’ho avuto a via dei Limoni. Nella tarda primavera del 2022, Gianni passeggiava con Emilio Bocchini ed io ero con il mio ginocchio dolorante. Ci siamo raccontati dei dolori fisici, ci siamo abbracciati con affetto.

Con Angelo, l’incontro l’ho avuto mesi prima, di fronte all’anfiteatro del parco Palatucci. Correvamo entrambi.

Qualche giorno fa ho telefonato ad Angelo, proponendogli l’articolo/intervista e dandogli la scelta di come rispondere alle mie domande. Mi ha proposto un appuntamento nella pista di atletica dell’impianto Nori, non per un 5000 veloce, ma per un caffè, anche con Gianni.

Le imprese di Angelo e Gianni

Angelo Migneco, nato nel 1959, ha corso molte 100 km Firenze-Faenza, tante volte la 50 km di Romagna, per non dire delle Pistoia-Abetone, delle 6 ore dei Marciacaratesi, delle  8 ore di Capraia, le 100 km degli Etruschi, le ultramaratone del Trasimeno, la 50 km di Sanremo, la 24 ore del Delfino,  le 6 ore Calabrese, le  6 ore dei Templari, le 6 ore di Angizia, la ultramaratona Città di Fano, la 24 ore del  Sole a Palermo, la 100 km di Seregno, la 24 ore di Torino, la 6 ore di Milano, la 6 ore di Spoleto, l’Eroica Running di 65 km, la 6 ore del Donatore, la 6 ore Lavellese, la 6 ore di Teodorico, l’ ultra-maratona del tricolore, la 12 ore Run & GO,  la 100 km dei Due Mari, la ultramaratona del Gran Sasso, la 6 ore di Roma, la ultraRoma di 50 km.

Il suo “misuratore stradale” o “ rotella metrica” segna oltre 22.100 km corsi.

Gianni Migneco, nato nel 1955, ha corso: la Spartathlon di km 246 (94° assoluto al traguardo e quarto tra gli atleti italiani), un’ultramaratona che si svolge tra Atene e Sparta e commemora la corsa di Filippide che nel 490 a.C. fece quel tragitto per chiedere I’aiuto degli spartani in vista della battaglia di Maratona, la “Nove colli running” di ben 202 km (che si snoda su nove colli: 90 km di salita, 78 km di discesa,  34 km di piano, 3220 mt di dislivello positivo ed altrettanti negativi, 7% di pendenza media, 19 % di pendenza massima ),  la 8 ore di Capraia, la 12 ore su strada di Pioraco (km  105,465), ll  campionato italiano 24 ore su pista ( km 182,362, percorsi), la 12 ore su strada a Camerino (km 106,546), la 24 ore su strada e  Campione Italiano di categoria  (km 193,380), la 50 km di Palermo, la 50 km di Romagna, la 53 km di Firenze-Casaglia, la 60 km del Trasimeno, la 100 km del Passatore..

Nel 2007 Gianni Migneco  è stato inserito nella lista degli atleti d’interesse nazionale (azzurrabile) per competizioni di 24 ore.

L’intervista

Angelo, Gianni, è nostra convinzione che voi abbiate fatto sport da giovani. Non come la maggior parte dei podisti, che non hanno precedenti specifici, e a 30 o 40 anni iniziano a causa della pancia che aumenta.

 Gianni; ho giocat a calcio, nei tornei aziendali, ma il primo sport che ho praticato è stata la scherma.

Angelo: ho giocato a pallanuoto in serie B e ho fatto anche l’istruttore di nuoto; agli  inizi ho praticato la scherma.

L’evoluzione sportiva che vi ha portato alle ultramaratone come è avvenuta?

 Angelo: stanco di stare “in ammollo” ho accettato, nel 1993, la proposta di Gianni di andare a correre con lui. Sono andato al parco Palatucci e ho conosciuto  altri amici e mi sono anche iscritto all’Atletica del Parco e in due o tre anni ho iniziato ad allenarmi con costanza e gareggiavo quasi tutte le domeniche. Gara dopo gara gli amici mi hanno portato a fare gare come la 50 km di Romagna, la 100 km del Passatore e la Pistoia Abetone. Ho iniziato con lo sprone di Luigi Garbati e Vincenzo Luciani ed altri amici. Dopo aver iniziato a correre, feci al mia prima  Roma-Ostia di 21 km, dopo 15 giorni feci la mia prima maratona, e dopo la maratona feci la 50 km di Romagna e successivamente  la 100 km del Passatore. In quegli anni vinsi il trofeo Iron man.

La mitica Spartathlon

Gianni: continuo  a giocare a calcio e, avendo  bisogno di fare fiato, o conservarlo, nelle due o tre sedute settimanali corro con altri amici, J.B., Vincenzo Luciani, Luigi Garbati, Antonio Raso.. Per me lo sport preminente era il pallone e i tornei aziendali. Angelo si era invece innamorato della corsa podistica. Nel 1998 gioco l’ultimo torneo di calcio e non facendo più attività specifica iniziai a prendere qualche chilo. Angelo mi consigliò di andarmi ad allenare con il loro gruppetto.Nel 2000 faccio  la maratona di Roma, successivamente accompagnai Angelo a fare la 100 km del Passatore. Ne feci solo 50 di km, ma mi innamorai delle ultramaratone, facendo quello che faceva mio fratello

Gianni, tu hai già concesso una intervista 14 anni fa, inerente la Spartathlon (abbiamo il ritaglio dell’articolo di giornale e una foto ).

 Attilio, se vuoi ti racconto un aneddoto sull’articolo e sull’intervista. L’articolo è stato pubblicato sul giornale “il romanista” e nella foto unita all’articolo ci sono io, in compagnia di Ugo Zuccari, mio vecchio amico.  Anche Ugo ha terminato la sua Spartathlon l’anno prima di me. Quando partimmo per la Grecia una sua anziana zia consegnò  al nipote la bandiera della Roma da esporre sotto la statua di Leonida al traguardo della gara. La zia passò l’invito anche a me, ho acconsentito per rispetto, anche se io sono juventino e non romanista. Torno a Roma dopo la gara in Grecia e ricevo una telefonata da un giornalista di “il romanista”, il suo intento era di intervistare atleti romani e del Lazio che si erano  messi in evidenza. Al termine dell’intervista mi chiese della mia squadra del cuore, dal mio sguardo comprese e  rettificò  la domanda, sei della Lazio? Gli ho risposto che ero della juventus. Mi ha chiesto l’invio della foto di me ed Ugo con la bandiera della Roma sotto la statua di Leonida e l’articolo è stato pubblicato con annessa foto. Lo sfottò al lavoro è durato anni, uno juventino dichiarato, fotografato con la bandiera della Roma in Grecia…

Gianni, hai corso la mitica Spartathlon di km 246, quasi 14 anni fa. Raccontaci la tua esperienza.

 La Spartathlon nell’ambiente è considerata l’olimpiade delle ultamaratone, per partecipare devi avere una qualifica in termini di tempi su una 100 km o su una 200 km o su una 24 ore. Acquisita la qualifica, è la federazione a decidere gli atleti migliori  che devono  partecipare. Arrivare al traguardo è stata la  soddisfazione sportiva più importante della mia vita: 19 italiani in gara, la finimmo in 5, io arrivai 4°.  Una soddisfazione abbinabile all’amore della mia vita che è il mio primo sport praticato: la scherma.

Atene, 25 settembre 2009, ore 06,40,  sono ai piedi del Partenone assieme ad altri 380 atleti di tutto il mondo in attesa della partenza della Spartathlon. Ore 07:00 partenza della gara.  Tutti giù per la leggera discesa che dall’Acropoli ateniese ci porta direttamente nel cuore della città. Sono con il amico Ugo e scambiamo  cortesie e saluti con gli atleti stranieri, auguri e frasi d’incoraggiamento con gli altri componenti del “team” Italia. Sono  concentrato non mi sono accorto che sono arrivato a Megara al 40° km, alla mia sinistra in basso c’è un golfo con un mare incantevole. Questo tratto aiuta, anche se già da un pezzo si va in salita. Al km 81 altro grande check point, il numero 22 a Corinto.

Alimentazione, mi ripeto in continuazione., devo stare attento al mangiare e al bere, non devo sbagliare i ritmi, devo stare attento al tempo dei passaggi. Ecco il canale di Corinto, bellissimo! Che panorama, e che grandiosa opera dell’uomo; è un canale artificiale che collega il golfo di Corinto con il mare Egeo tagliando in due l’omonimo istimo che a sua volta collega il Peloponneso alla Grecia. La strada è più tranquilla, ora ci sono vie secondarie che  si snodano tra campagne, vigneti (ci fosse Emilio, quante ne inventeremmo sulla “spremuta d’uva”) e paesini piccoli ma carini. Sto entrando a Soulinari intorno al 94° km;  bambini e ragazzi  vanno incontro ai podisti chiedendo loro un autografo da collezionare sui loro quaderni. Superato il 100° km , mi organizzo per il check-point  del 124° km.

Salita che fiancheggia la catena montuosa Artemisio e che ci porterà a superare il monte Partenio attraverso il passo di Sangas, tre chilometri di salita su sterrato, poi c’è la parte asfaltata con una serie di tornanti che s’inerpicano per sei chilometri; il finale è pirotecnico, niente strada, niente sentiero, solo una pietraia lunga due chilometri che sale a zig-zag. Poi la discesa, che finisce  d entro a Nestani al chilometro 172, check-point 52.

Arrivo al km 203…..non avevo mai corso oltre i 202, 400 chilometri della Nove Colli…….Km 210, da una casina esce una vecchietta e mi fa segno di aspettare e torna dentro casa. Riesce quasi subito, mi chiede da dove vengo e saputo che sono di Roma, in un italiano stentato mi dice “quando sei stanco odora questi rametti, ti aiuteranno ad andare avanti”, e mi regala due rametti di basilico selvatico. Mi commuovo, è un gesto semplice ma inaspettato e carico di significato. Annuso il basilico e riprendo a correre con maggior lena.

Ultimi 30 chilometri, la strada  attraversa le tipiche colline greche, punta decisamente verso la valle dell’Eurota, il fiume sacro di Sparta, al centro della quale si trova l’antica città.

Entro in Sparta e subito l’atmosfera diventa incredibile. Dai balconi dei palazzi la gente incita, applaude, agita bandiere; lungo la strada due file di persone segnano il percorso che porta all’ultimo viale di ottocento metri circa.

Ultimo chilometro e due ragazzi e una ragazza mi vengono a prendere per scortarmi in bicicletta fino al traguardo. Ad un  ragazzo regalo la borraccia termica, all’altro l’antivento, alla ragazza il cappellino della Spartathlon, che mi ha protetto dal sole prima e dalla pioggia dopo.

Curva a sinistra, controcurva a destra, entro nell’ultimo viale e vedo la statua di Leonida.

Tocco il piede sinistro della statua, simbolico  fine della gara.

Per 20 volte la 100 km Firenze-Faenza

Angelo, ci risulta che hai  corso 20 volte la 100 km Firenze-Faenza.

Voglio  precisare che anche io ho partecipato a due campionati del mondo di ultramaratone, un campionato del mondo delle 24 ore a Torino e mi sono classificato 5° di categoria e l’altro nei 100 km di Tarquinia.

Ne ho fatte 20 di edizioni della 100 km Firenze-Faenza, 25 è il totale dei tutte le 100 km che ho terminato Alla quinta non volevo farne più, poi Gianni voleva fare la sua prima 100 km e mi sono unito a lui nell’impresa. Poi la prima 100 km di Maurizio Bazzoffi mi ha portato a fare e terminare  la settima. Arrivare a dieci, un battito di ciglia.

Per  l’undicesima  ti faccio fare una risata. Un podista, di cui non faccio il nome, che sui 10000 metri aveva il tempo di 40 minuti netti, si prefisse di fare 10 km in un’ora, per poi moltiplicare per 10 per arrivare a 100 km.  Ipotizzava  un tempo finale intorno alle 12 ore.

Quel podista, al 27° km si è fermato. Io, pur senza compagno, ho continuato la ultramaratona, che detto fra noi seguiva una 100 precedente e già terminata.

Poi il passaggio dall’Atletica del Parco alla  società A.S.D. Villa de Sanctis, un gruppo meraviglioso che mi ha portato a farne 20 di Firenze-Faenza. Ricordo la 24 ore a Bergamo e il tifo che era solo per noi. La squadra, fortissima, di Bergamo ha avuto una marea di ritiri, alla fine sono rimasti in tre. Noi vittoriosi Ricordo la battuta di Antonio Raso che a i 100 km del Trasimeno era quasi fuori tempo limite. Gianni gli è andato incontro e Antonio, sfinito chiedeva notizie sui ritiri. A Milano, 6 ore e tanta pioggia, solo A.S.D. Villa de Sanctis in pista.L’ultimo campionato italiano, il settimo. l’abbiano  vinto con lo spirito di squadra.

Angelo, Gianni, chi è stato il vostro principale alleato nel percorrere tutti quei km. in ogni gara ?

 La famiglia e i compagni di squadra

Angelo e Gianni,  ci raccontate di quando avete  partecipato alle  gare di 10 km o 21 km?

Angelo: la mia prima Roma Ostia, chiusa a 1 ora e 34.

Gianni:  ricordo la vecchia 10000 metri di Torpignattara (le tre ville dell’epoca)

Gianni, quali consigli daresti ad un over 50 e quali, invece, a un giovane che si avvicina a questo sport?

Fate un passo alla volta, ci si arriva gradatamente e poi sacrificio. Iniziare con gare  tipo la 6 ore in circuito,  ti può far divertire.

Angelo, Gianni, parlateci dei vostri amici di “viaggio”, dei vostri compagni di allenamento, delle vostre migliori gare e anche delle peggiori.

Gianni: In particolare Emilio Bocchini, Ugo Zuccari, Angelo mio fratello.

Angelo: uno in particolare, Fabrizio Giubilo. In squadra ero soprannominato “calma olimpica” e Fabrizio si era affidato a me per completare la Pistoia Abetone. Mancavano 10 km e per non farlo fermare gli dissi: se ti fermi di prendo a calci in culo. Mi ha scritto un dedica bellissima, perché l’ho portato fino al traguardo.

(Angelo …si commuove, un lacrima sul suo volto). Aggiungo altri due amici di “viaggio” ,  mio fratello Gianni e Patrizia Cani.

L’intervista è terminata, è ancora giorno e siamo vicini al tramonto. Scendiamo verso l’anfiteatro del parco Palatucci per una “caccia al tesoro”, ritrovare le proprie impronte, lasciate dalle  nostre scarpe da running.

 


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