

Durante un incontro presso la sezione PD di Testaccio che prevedeva un dibattito sulla nuova legge urbanistica in discussione alla Regione Lazio, Valerio Carocci, presidente della Fondazione Piccolo America, è intervenuto lanciando un appello “a tutti i partiti e a tutti i parlamentari eletti a Roma, ma in particolare al Pd e alla sua segretaria Elly Schlein, perché impedisca questo nuovo Sacco di Roma“.
Quello di Carocci è stato un appello misto a un sostanziale atto di accusa nei confronti del PD romano, reo a suo dire di “supportarsi a vicenda” con l’amministrazione regionale di centrodestra nell’opera di approvazione della variante al piano regolatore.
La nuova norma, secondo Carocci, consentirà un’enorme speculazione sui cinema abbandonati, che potrebbe inoltre estendersi agli spazi adibiti allo sport nonché ad altre categorie catastali.
Per Carocci, infatti, “il Pd sta favorendo la stessa cosa che è stata fatta dagli anni ’50 agli anni ’70, ma stavolta riguarderà tutto il Lazio. Il modello di Gualtieri di città in trasformazione è giusto, ma cosa faremo se non avremo più luoghi dove respirare?”
Parlando della legge regionale attualmente in discussione, ha aggiunto che “permettere di riconvertire anche solo una parte delle 50 ex sale cinematografiche è un messaggio chiaro: se le tenete chiuse il loro valore in 10 anni aumenterà del 200 per cento e poi se ne potranno fare parcheggi e centri commerciali. E’ come invogliare a non pagare le tasse perché tanto si sa che ci sarà un altro condono“.
Una proposta risolutiva, secondo Carocci, potrebbe essere quella avanzata da Renzo Piano, che consisterebbe nel blocco della monetizzazione dei parcheggi, con il conseguente divieto di cambio di destinazione d’uso delle strutture sociali e culturali.
“Ho proposto al Pd (il cui segretario romano Enzo Foschi era presente all’incontro, n.d.R.) di portare la proposta in Consiglio comunale, ma mi è stato risposto anche per iscritto che la maggioranza non lo può fare.
Lodevole l’iniziativa del Pd di manifesti e slogan per la salvaguardia delle sale, ma se nessuno si prende la responsabilità di rompere il silenzio portando questa proposta in regione o al comune di Roma, la protesta è sterile e fine a se stessa“
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