

“Un monumento alle prime colonizzazioni umane sul nostro territorio, la casa protostorica di Fidene, ricostruzione fedele di un insediamento del IX secolo a.C. è stata data alle fiamme questa mattina, intorno alle 6:30.” A darne la notizia, il 5 gennaio 2020, un amareggiato Giovanni Caudo, Presidente del III Municipio in una nota.
“Si tratta di un atto esecrabile, grave e incivile tanto più perché certamente voluto, che ha prodotto danni alle travi del tetto, alla copertura e alla porta d’ingresso.
Per fortuna, almeno stando al sopralluogo che abbiamo già effettuato alla presenza del responsabile della Sovraintendenza Capitolina, non ci sarebbero conseguenze sulla struttura muraria in terra battuta.”
“L’incendio è stato appiccato alla porta d’ingresso della capanna – specifica Caudo – dopo aver tagliato la catena del lucchetto che chiudeva il cancello di ingresso al sito.
La struttura, realizzata a seguito della scoperta nel 1988 dei resti originali di una capanna protostorica è un omaggio al nostro passato, un tentativo di riappropriarsi di un immaginario e di una memoria storica e collettiva che riguarda non solo la comunità di Fidene. Appiccare un incendio proprio qui è un atto grave che intende colpire un quartiere e i suoi abitanti. Un gesto contro il quale ci mobiliteremo.
Intanto, lavoreremo con la Sovraintendenza Capitolina per riparare il danno, riportando quanto prima il monumento alla sua condizione originaria.”
“L’incendio alla casa protostorica è un gesto indegno, gli autori vengano al più presto assicurati alla giustizia. Il nostro patrimonio storico culturale deve essere rispettato e protetto”. Queste le parole della Sindaca Virginia Raggi.
Nel Suburbio nord-orientale di Roma il centro di Fidenae ha restituito numerose testimonianze dell’insediamento dell’età del Ferro.
Fidene dista 6 miglia (circa 9 km) da Roma lungo la Via Salaria, a controllo del passaggio del Tevere quasi di fronte a Veio. La città, al confine tra le terre latine, sabine e etrusche, fu in lotta con Roma nell’epoca dei re fino alla conquista avvenuta nel V secolo a.C. Le maggiori testimonianze vanno dall’Età del Ferro al periodo orientalizzante (IX-VII secolo a.C.), alla fine del quale la città occupava 45 ettari con l’acropoli sull’altura di Villa Spada e l’abitato nell’area dell’attuale quartiere.
Fra il 1986 e il 1993, la Soprintendenza Archeologica di Roma ha messo in luce su un fianco della collina i resti di un’abitazione datata tra l’850 e l’800 a.C. Essa fu distrutta da un incendio che ne fece crollare le pareti, sigillando gli arredi interni.
L’edificio ha pianta rettangolare (m 6,20×5,20), orientato ovest-est, con una superficie interna di circa 30 metri quadrati. Il tetto spiovente di canne o fascine con lucernari incorporati era sostenuto da una struttura centrale di quattro pali e da numerosi altri lungo il perimetro esterno. Le pareti, indipendenti dal tetto, erano composte di argilla impastata con paglia e ceramica tritata, armate da pali verticali.
La porta si apriva sul lato a monte, preceduta da un piccolo portico. Il focolare era posto vicino al centro dell’ambiente. A sinistra, entrando, tre grandi vasi per derrate e uno più piccolo pieno di argilla formavano il magazzino. Resti in legno di olmo appartenevano a mobili o letti. In un angolo sono state trovate le ossa calcinate di un gatto domestico, il più antico noto finora in Italia, probabilmente rimasto intrappolato nell’incendio.
L’eccezionale stato di conservazione ha permesso di individuare abbastanza dettagli per ricostruire la casa e i suoi arredi accanto allo scavo, che è stato rinterrato. La nuova struttura è coperta da un tetto in fasci di cannucce; il focolare accuratamente riprodotto è fiancheggiato da alari d’argilla e i grandi vasi del magazzino sono copie fedeli degli originali. La parete di fondo ospita due letti di legno e strisce di cuoio. Una visita alla nuova struttura crea la suggestione di entrare realmente in un’antica abitazione.
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