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Estate romana a Tor Tre Teste “due”, neanche un prete per chiacchierar…

Giugno, con il fine mese arriva l’estate e termina l’attività  scolastica. Con il mese di luglio, delle bambine/i  partono per le vacanze, magari al paese dai nonni,  i genitori devono lavorare .

Ci sono anche  bambine/i  chi invece rimangono tutta l’estate  in città, tanti, per la precisione nella periferia, che è altra cosa.

A Tor Tre Teste “due” per la precisione, tutte le mattine dell’anno, un aeroplano non se ne va dalla città, ma ritorna per atterrare a Ciampino. In estate l’aereo si vede e si sente meglio, per le finestre aperte, il cielo azzurro e l’intensa luce del sole.

Le bambine/i che rimangono nelle periferie della città, non si curano dell’aereo, a quell’ora dormono. 

Quando si sveglieranno, dovranno organizzarsi la loro giornata. Anche loro hanno i genitori che devono lavorare.

Un mio amico mi ha raccontato che nella sua città del nord Italia, piccola ma capoluogo di provincia, l’Assessore alle Politiche Giovanili ha avuto l’idea di predisporre una applicazione (APP), da scaricare sul telefonino dei genitori, che pur lavorando, potranno essere sempre aggiornati sulle programmate attività dei propri figli.

Le bambine/i che passano l’estate in città, si possono impegnare per sei settimane: in giochi, avventure, laboratori, esperienze all’aria aperta. 

Uno spicchio di estate che ha portato circa cinquemila bambini, più mille tra responsabili e animatori a partecipare ad un  progetto.

Abbiamo detto Comune, con l’idea e un finanziamento di circa euro 20.000.

Abbiamo detto progetto, che ha affiancato l’idea, che è portato avanti dalla Curia della città.

Nella quotidianità di tutto l’anno, le bambine e i bambini quando rientrano a casa non raccontano nulla di loro ai genitori, con l’APP si è riusciti ad avere un filo diretto tra genitori e figli, tenendo i primi  informati sulle  attività dei secondi, rendendoli anche partecipi della programmazione, pur se per un breve periodo..

Cellulare, videogiochi, schermo del televisore. Nelle sei settimane si racconta  la storia di sei amici che rimangono intrappolati all’interno di un videogame, una scusa per giocare tutti insieme ma anche per riflettere su quegli apparati che i più piccoli utilizzano tutti i giorni:.

Il progetto della Curia è partito dalla consapevolezza che molti bambini, specie nei mesi invernali, passano anche l’80 per cento del loro tempo libero davanti ai videogiochi.

Perché non approfondirlo, insegnando a distinguere tra mondo reale e realtà virtuale?

Una città, ottanta parrocchie, quaranta piccole strutture, duecentocinquanta responsabili, ottocento aiutanti, ragazzi e ragazze “in formazione”, cinquemila bambini iscritti, dalla prima elementare alle medie, tutti i quartieri attivi.

Costo che varia dai 10 euro ai 70 euro.

Ritorniamo a noi, a Tor Tre Teste “due”, guardo la parrocchia vicino casa mia e ripenso alla canzone “Azzurro” cantata da Adriano Celentano, 

https://youtu.be/1jaspkf1BeI?si=V4zDEuDKkoeXHGvr

Sembra quand’ero all’oratorio

Con tanto sole, tanti anni fa

Quelle domeniche da solo

In un cortile, a passeggiar

Ora mi annoio più di allora

Neanche un prete per chiacchierar

E’ dura per i residenti, il chiasso delle bambine/i è tanto in quei pomeriggi assolati

Le bambine e i bambini di Tor Tre Teste “due”,  arrivano nel  piazzale di marmo del largo Terzo Millennio, adiacente via Francesco Tovaglieri, per iniziare la loro interminabile partita giornaliera, sotto il sole cocente dell’estate romana.


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