

Ieri 19 giugno 2021 su “Il Fatto Quotidiano” Antonio Padellare si è esibito in un articolo che è un esempio raro di furbo funambolismo politico. L’oggetto era la canea che si è scatenata, in particolare contro Gualtieri, per il confronto avvenuto fra i candidati sindaci alle primarie del centrosinistra nella sede di Spin Time, in un palazzo all’Esquilino occupato da vari anni da circa quattrocento famiglie senza casa. In quel luogo si sono attivate nel corso degli anni attività culturali, di solidarietà sociale, e di integrazione di tutto rispetto.
Ovviamente Padellaro ha sbeffeggiato l’artefice principale della cagnara legalista, “Il Messaggero” di patron Caltagirone, cui si sono accodati sia Calenda – e i renziani al seguito dentro (Marcucci) e fuori del Pd – sia Michetti del centrodestra debitamente zimbellati dal giornalista. Non ha fatto altrettanto con la Raggi, che pure si era imbrancata con la compagnia. Di lei si è limitato a riportare una dichiarazione semplicemente cretina. Virginia ha definito l’incontro: “un salottino radical-chic, se si avallano le azioni di chi usurpa un immobile, istituzioni sconfitte”. Proprio lei che in cinque anni doveva trovare una soluzione a quell’occupazione di senza casa, ma non è riuscita a farlo, come non è riuscita fare tante altre cose promesse.
Ma anche Padellaro, costretto a sostenere la Raggi per non subire le ire del direttore Travaglio, considera l’incontro in quel luogo un errore di Gualtieri e del Pd. Infatti, titola il suo pezzo: “Il pd inciampa sul palazzo da sgomberare”. Come se gli altri candidati del centrosinistra partecipi dell’ “illegalità”, solo perché non in gara nei sondaggi, non esistessero. A questo punto giova ricordare che due anni fa l’elemosiniere del Papa cardinal Konrad Krajewski andò a portare aiuti e la solidarietà e di Bergoglio alle famiglie occupanti, cui riattivò con le sue mani il contatore dell’energia elettrica che era stata stato staccato. Allora non risulta che né Calenda, né Raggi, in grande imbarazzo per ovvie ragioni, né Padellaro dissero alcunché a difesa della “legalità”.
Solo Salvini, infaustamente al Viminale come ministro dell’Interno e vicepresidente del governo Conte1 con il M5s, minacciò l’elemosiniere di fargli pagare la bolletta. Ben altro scrisse allora Silvia Truzzi su “Il Fatto Quotidiano” il 15 maggio del 2019 a difesa di quell’occupazione; titolo: “Il diritto alla casa e il disprezzo dei democratici”. Oggi quel disprezzo non c’è, ma c’è da sostenere la Raggi e perciò del merito – che è il mantra di Travaglio – Padellaro se ne può tranquillamente fregare.
L’apice del funambolismo, il nostro, l’ha raggiunto quando ha cercato di mettere alla berlina Gualtieri, cui appioppa un certo veltronismo alla “ma anche”. A tale scopo lo fa apparire come uno scappato di casa (“un sindaco serio va nelle situazioni più complicate”). Censurando il resto della sua dichiarazione in risposta ai legalitari neo salviniani Calenda, Raggi e, ςa va sans dire, Michetti.
“Un sindaco non può voltarsi dall’altra parte – ha detto Gualtieri – quando ci sono dei problemi. La politica dell’attuale amministrazione ha esacerbato questo problema e abbiamo un’emergenza casa e un’emergenza occupazione. Non sono stati spesi i soldi che abbiamo dato per affrontare questa emergenza. Allo Spin Time ci sono centinaia di persone, di bambini, e la linea di Raggi infatti è stata di non sgomberarli perché non si può. Bisogna reperire alloggi per l’edilizia sociale, perché non è possibile che ci siano persone e bambini senza casa in questa città […] Un’amministrazione non può fare la faccia feroce e poi nemmeno riuscire a risolvere il problema”. Non proprio un “ma anche”.
L’occupazione di Spin Time è un problema sociale prima che legalitario, come sanno tutti coloro che hanno frequentato la sinistra scaturita dal movimento operaio. Mentre non lo è l’occupazione (da 18 anni) da parte di Casa Pound del palazzo di via Napoleone III sempre all’Esquilino: primo perché usano quella sede per attività fasciste, proibite dalla Costituzione; secondo perché ci vivono tre o quattro amici dei neofascisti il cui reddito consente loro di sobbarcarsi un appartamento in affitto. Chi, come la Raggi, mette sullo stesso piano le due cose in nome di un astratto legalitarismo non sa di che parla.
Resta il fatto che se Padellaro per sostenere la pupilla di Travaglio a Roma deve prodursi in simili funanbolismi, povera Raggi.
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