Municipi:

I grandi marciapiedi imperiali di Roma e le vergogne dei parcheggi mancanti

La battaglia per il parcheggio è il dilemma dei pendolari nelle periferie della Capitale

Ovunque si assiste a Roma, ma soprattutto nelle periferie, al rifacimento e all’allargamento dei marciapiedi.
Larghe lingue di asfalto inutile, sulle quali mai riposa una panchina o un alberello, vengono liberate dai parcheggi e innalzate a nuovi templi della Città Eterna.
Vengono realizzate a norma di legge, superando ogni limitazione, rispettose delle disabilità, circondate di barriere di prezioso metallo.

Intanto tutto intorno si aggirano i pendolari di ritorno dal loro travaglio quotidiano. Hanno attraversato l’Urbe nella solita impresa, vincendo il traffico e fendendo lo smog. Sono alla ricerca di un parcheggio per la loro vettura. Sono quelli che non si possono permettere un box o un posto auto in un garage, ormai quotati tra le 100 e le 200 euro, quasi fossero camere in affitto. Guidano esausti e sono gli ultimi a tornare da luoghi di lavoro lontani. Non hanno eseguito la loro prestazione in smart working, non potevano o forse il loro datore di lavoro in questa pratica non credeva.

Per loro quest’ultima prova hanno predisposto gli amministratori della cosa pubblica: la ricerca del parcheggio. Di certo a questa dannazione i custodi del bene pubblico non sono costretti, altrimenti sarebbero consci della loro follia. Le auto per loro non devono esistere, devono essere abbandonate tutte, tranne magari la loro. Come se a Roma si potesse girare tranquillamente e in orario con i mezzi pubblici (soprattutto chi abita in periferia, cioè la maggioranza dei romani).

Oramai da tempo i garage dei quartieri periferici si riempiono oltre ogni universale legge matematica. Mentre per i loro proprietari è un guadagno in più e un’occasione per alzare i prezzi, per i possessori di auto è invece l’ennesimo salasso e per i parcheggiatori ogni ulteriore auto da posizionare è un rompicapo degno dei migliori giocatori di tetris.

Eppure di continuo nuove transenne riservano posti preziosi per chi deve girare un film, per uno scavo, per un rifacimento del manto o per una potatura, rendendo sempre più difficile un posteggio civile.

Non paghi di tanta insensata ottusità gli amministratori hanno operato un’altra evoluzione nelle vie restringendo le carreggiate.

Ora oltre al parcheggio è resa impossibile anche la breve sosta legata ad una faccenda specifica: l’odiosa ma indispensabile sosta in doppia fila. Non ci si può fermare per ritirare un’ordinazione, per bere un caffè, per acquistare un giornale, per consegnare o ritirare un pacco, per caricare i bagagli su un’auto, per gettare l’immondizia. Anche per un’operazione di pochi minuti è necessario “parcheggiare”! (L’App NOSOSTA ti avvisa se la tua auto è di intralcio)
Così si ingrossano le file di chi continua a circolare inquinando i quartieri con la sola speranza di trovare un posto dove lasciare la vettura.

Non paghi di tali assurdità, in alcuni quartieri periferici sono apparse le strisce blu e, oltre a cercare un parcheggio, bisogna anche pagarlo.
E così tanti provvedimenti scellerati, falsamente orientati al decoro urbano, perché miopi e incapaci di valutare le conseguenze vere sulla collettività, rubano il tempo di tutti e costringono i più ad una vita scomoda e nervosa, proprio in quel momento della giornata che dovrebbe ricongiungere ai propri cari chi ha trascorso lontano l’intera giornata lavorativa.

Inoltre guai, dopo aver trovato parcheggio, a voler uscire di nuovo con la propria vettura, meglio il divano e un mediocre programma di intrattenimento ad una infinita ricerca del posteggio nella città dei grandi marciapiedi imperiali.


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Un commento su “I grandi marciapiedi imperiali di Roma e le vergogne dei parcheggi mancanti

  1. Proprio così! Roma città eterna …mente invivibile! Inquinamento acustico, ambientale, in continuo aumento. Le varie politiche comunali sull’igiene pubblica e sui trasporti hanno miseramente fallito. Soldi sperperati per piste ciclabili nel bel mezzo di caotiche e pericolose strade di quartiere che muoiono all’ improvviso in consolari ad alto scorrimento. E nel contempo mercatini di rione che vengono soppressi in virtù della declamata igiene per lasciar posto a spazi di ipotetico passeggio anziché a nuovi e razionali parcheggi di auto che l’ economia industriale vuole sempre più SUV anziché le rimpiante piccole fiat500 e Smart tanto amate dai romani. Provate a dire a una coppia di 70/75enni di recarsi dal medico, o alla Asl in bici, o dai figli all’ altro capo della città! Neanche l’anello ferroviario è stato completato dal 1930; e per i parcheggi di scambio occorrono 20 anni per realizzarli (vedi Conca d’oro). Nonostante l’elevato traffico, l’ esoso costo dei parcheggi e il rischio di salate multe, ancora oggi conviene il mezzo privato anziché servirsi dell’ autobus ATAC costoso, lento e inadeguato. Problema è dove parcheggiare! VBac

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