

A due mesi dalla pubblicazione del bilancio di previsione 2025-2027 da parte del Comune di Roma, abbiamo incontrato l’assessore al bilancio del V Municipio Sergio Scalia, al quale abbiamo chiesto un quadro del nuovo documento programmatico approvato.
“Come viene spesso ricordato, in questi ultimi anni si è assistito a un taglio costante dei trasferimenti al comune di Roma da parte del governo centrale; fondi in parte recuperati dall’amministrazione grazie all’aumento del volume della tassa di soggiorno (soprattutto nell’anno del Giubileo) e ad una maggiore lotta all’evasione, azioni che hanno in qualche modo mitigato tale diminuzione di fondi.
Un aspetto da sottolineare, legato alla conseguente diminuzione negli anni dei fondi trasferiti ai Municipi da parte del Comune, è lo sviluppo della capacità di un Municipio di prendere fondi di altra natura, ossia europei e regionali. Da questo punto di vista, come V Municipio abbiamo migliorato sensibilmente la capacità dei nostri uffici partecipando (con esito positivo) ai bandi europei. Ad esempio, è importante ricordare quello PNRR per la riqualificazione degli edifici scolastici, che prevede lo stanziamento di 35 milioni di euro per il 2025-26 per la riqualificazione energetica degli edifici scolastici, attualmente in fase di progettazione per l’attuazione in due stralci (per il 2025 Salvo d’Acquisto, Sibilla Aleramo, nido il Sole e la Luna, via del Pergolato, via Delia Media, Via Pirotta elementare e per il 2026 da definire).
Per citare invece un esempio di erogazioni legate ai fondi regionali, ogni anno viene pubblicato un bando per la ristrutturazione di edifici sequestrati alla criminalità organizzata che i Municipi hanno preso in consegna. Noi abbiamo già partecipato tempo fa ad un bando ed attuato successivamente i lavori per un luogo destinato a scopi sociali a via Argentina Altobelli, attualmente destinato a cohousing ed attività di carattere sociale per anziani; attualmente abbiamo partecipato ed ottenuto i fondi per un appartamento a via Pietro Rovetti che era stato confiscato alla criminalità organizzata e che era molto degradato; l’ufficio tecnico ha predisposto il progetto per la ristrutturazione del luogo che verrà destinato a finalità abitativa popolare.
Questi due esempi dimostrano la capacità che stiamo cercando di sviluppare nel reperire fondi al di fuori di quelli comunali.”
Alcuni esempi di interventi specifici sul territorio dell’utilizzo di fondi PNRR e Giubileo?
“Come Municipio avevamo richiesto in ambito PNRR alcuni interventi sulle nuove biblioteche, grazie ai quali è stato completato il progetto esecutivo della biblioteca Fontechiari a Centocelle ed è in fase di completamento il progetto esecutivo di via Delia, che è partito più in ritardo rispetto al precedente. Con i fondi delle biblioteche abbiamo inoltre consegnato l’ex sala consiglio di piazza della Marranella alle Biblioteche di Roma, che con propri fondi la trasformeranno in punto di lettura. Con i fondi Giubileo i nostri uffici stanno ristrutturando il piano terra di via Acqua Bullicante 28 in uno spazio espositivo e stanno intervenendo per la ristrutturazione di alcune strade del Municipio. In ambito archeologico, con fondi Giubileo, ci sono interventi di riqualificazione sulla Torre di Casa Calda e sul Torrione Prenestino.
Inoltre, una fonte importante che ricade sul nostro Municipio è legata ai fondi PNRR e Giubileo sul tema dei trasporti. Va precisato che il sindaco ha concentrato la distribuzione di questi fondi sui trasporti perché Roma riceve la metà dei finanziamenti di città come Milano e Napoli, con 2,8 mld trasferiti dallo stato a Roma, mentre ne sono previsti 6,4 a Milano e 5,5 a Napoli; è una scelta fatta dalla giunta Gualtieri che parte da un gap pluriennale, perché la diminuzione dei fondi nazionali e regionali ha svantaggiato Roma in questi anni. Nello specifico parliamo di fondi che ricadono in maniera importante sul nostro territorio, perché sono previsti anche stanziamenti per la realizzazione della nuova linea tramviaria Togliatti con il relativo acquisto di 20 nuovi tram, di 22 tram per la linea Termini Tor Vergata, nonché i fondi per il deposito tram a via Severini.”
Parliamo di investimenti e spese correnti
“Sul piano investimenti abbiamo messo in atto una strategia per non rischiare di perdere i fondi assegnati: nel piano di manutenzione straordinaria delle strade, avevamo tanti piccoli lotti per i quali erano previste singole gare e singole procedure, col rischio di non riuscire ad arrivare alla fine del procedimento. Abbiamo quindi chiesto di accorpare tutti questi microinterventi in un intervento unico per una cifra complessiva di 3,2 milioni di euro, con l’impegno nella fase finale di suddividere i fondi sui singoli interventi necessari.
Abbiamo in questo modo evitato la necessità di fare molti singoli appalti di poche decine di migliaia di euro perché con le lungaggini delle procedure e la carenza di personale tecnico c’è il rischio di arrivare a fine anno con molte procedure non concluse e di perdere i fondi stanziati.
Per quanto riguarda invece le spese correnti, rispetto allo scorso anno abbiamo chiesto e ottenuto di partire dall’assestato e non dall’iniziale dell’anno precedente, per evitare come gli altri anni di dover reperire fondi in corso d’opera.
Inoltre, sulla parte delle spese correnti, una delle critiche fatte costantemente dall’assessorato capitolino al bilancio ai municipi era l’inutilità chiedere fondi che poi non vengono spesi. Abbiamo dimostrato di riuscirci: nel corso del triennio siamo riusciti a migliorare la nostra capacità di impegno, arrivando all’utilizzo del 93% dei fondi impegnati.”
Per tirare le somme, come giudica il rapporto tra l’amministrazione centrale ed i municipi dal punto di vista economico, in particolare per quanto riguarda la capacità di ottenere fondi sufficienti da parte dei Municipi?
“Il tema vero rimane quello dell’assenza di un vero decentramento, e la mancata attuazione della riforma dei comuni urbani, di cui si parla da sempre. In questo ambito, uno dei maggiori problemi è quello della ripartizione dei fondi in 15 municipi, che non può continuare ad essere fatto nello stesso modo su tutte le materie, perché ad esempio c’è chi ha più scuole, chi più strade, chi più disagio sociale, e non si può destinare la stessa cifra ai municipi su una singola materia, o comunque non su tutte le voci. Un reale decentramento dovrebbe passare anche da una corretta ed equa distribuzione dei fondi in base alle reali e puntuali necessità dei territori. Su questo aspetto abbiamo ottenuto alcuni passi avanti, ma resta molto da fare per coprire tutte le esigenze del territorio.”
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