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Il Borghetto degli Angeli e il Quartiere Certosa

Su un piccolo colle di tufo a ovest di Via di Torpignattara, lungo la ferrovia Roma-Napoli

Mai passato nella zona. Via del Mandrione l’ho percorsa correndo o in bici, lo stesso per via Casilina Vecchia, ma di via dei Savorgnan non ne conoscevo l’esistenza.

Sono sempre passato per vicolo degli Angeli, successivamente via degli Angeli, sin da bambino e con la Fiat 600 di mio padre. Arrivato a via di Porta Furba ho sempre svoltato a sinistra, direzione Porta Furba o a destra, direzione Torpignattara.

Se fossi andato dritto, attraversando via di Porta Furba, avrei, con largo anticipo, percorso via delle Vigne del Mandrione, successivamente via dei Savorgnan, strada parallela a via del Mandrione, alla ferrovia Roma-Napoli, alle spalle della stazione Casilina, con Torpignattara dietro l’angolo e Porta Furba a poche centinaia di metri.

Non siamo a Torpignattara, non siamo in via Tuscolana, siamo al borghetto Certosa. Dove nelle piccole traverse del mini quartiere ho intravisto cartelli con su scritto: “Rallentare!  Qui i bambini giocano ancora in strada”.

 

Via dei Savorgnan la possiamo identificare “il corso” di un piccolo paese, infatti siamo in un “paese” dentro Roma. Vi si accede solo da due strade secondarie, via Alessi e via degli Angeli o tramite una rampa di scale che in 50 gradini ti porta sul colle di tufo, lasciando dietro i  rumori cittadini di Torpignattara.

Via dei Savorgnan è interrotta solo da largo dei Savorgnan, che un murale la intitola invece a Ciro Principessa, un ragazzo della FGCI ucciso nel 1979 da un militante di estrema destra, e immediatamente riprende.

Nella mia passeggiata in via dei Savorgnan mi sono fermato davanti ad una piccola panetteria, con tante persone a fare la fila. Si conoscevano tutti. Mi sono fermato anche davanti all’osteria “Betto e Mary” fondata nel 1969.e da circa 50 anni è diventata un punto di riferimento per la cucina romana.

Il suo logo: “è meglio puzzà de vino, che d’acqua santa…”

Io ci sono venuto in bicicletta al borghetto Certosa e per ammirarlo ho camminato.

La prossima volta andrò senz’altro ad assaporare la cucina romana da “Betto e Mary”, magari per festeggiare il mio compleanno.

Roma riserva sempre belle sorprese, soprattutto per chi cammina e non si accontenta dei soliti itinerari.


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6 commenti su “Il Borghetto degli Angeli e il Quartiere Certosa

  1. In largo dei Savorgnan alla Certosa e presente una edicola di Madonnella, posata in una struttura di dimensioni importanti. Non indicarla dimostra la scarsa sensibilità nel non ricordare queste importanti testimonianze di fede e storia dei ns. Quartieri. Ricordo che nel 5 municipio sono presenti 80 Madonnelle. Saluti.

  2. Sig. Pallini buonasera. Sono passato e mi sono fermato presso l’edicola di Madonnella da lei citata. Le assicuro che il non citarla non e’ dovuta a scarsa sensibilita’. La ringrazio di avermelo fatto presente perche’ mi dà la possibilita’ di visitare e ” studiare ” i luoghi del 5′ Municipio dove sono presenti le 50 Madonnelle da Lei citate.
    La ringrazio anche di aver letto il mio articolo.
    Attilio Migliorato

  3. Sig. Pallini buonasera. Mi scusi se la disturbo di nuovo, lo faccio per allegare il link del suo articolo su Abitare a Roma dello scorso anno.
    https://abitarearoma.it/per-non-dimenticare-le-madonnelle-nel-5-municipio/
    Mi farebbe piacere andare a fondo sulle 50 madonnelle del 5′ Municipio. Puo’ fornirmi dei contatti con l’associazione a cui lei fa riferimento ?
    La ringrazio in anticipo per l’informazione, che mi sara’ molto utile.
    buona serata
    Attilio Migliorato

    1. Sig Migliorato non esiste una associazione. Il censimento delle Madonnelle è una mia iniziativa, iniziata dal 2007, e ancora oggi si integra con qualcosa di nuovo. Da allora ci sono state varie occasioni di divulgazione, in particolare: Articoli su Abitare A, articoli sulla ex Viavai, pubblicazioni e mostra c/o Parrocchia San Barnaba, consegna di specifica pubblicazione alle parrocchie di S. Luca E. e SS. MARCELLINO E PIETRO. Cordiali saluti. Arturo Pallini.

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