Imminente la riconsegna al Vaticano del Parco di Casa Calda

Richiesta unanime del V municipio per salvaguardare le attività sociali del Centro anziani e dei casali.

Nelle ultime settimane l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) ha perfezionato le ultime procedure per riprendere in consegna gli otto ettari del parco di Casa Calda, che una sentenza del 2008 gli ha restituito, riconoscendo le responsabilità del Comune di Roma nel non aver effettuato le opere richieste entro i 10 anni dall’esproprio avvenuto nel 1975.

Il contenzioso e i tentativi di speculazione durante la Giunta Alemanno sono stati già spiegati in un precedente articolo (Nuovo pericolo cemento sul Parco di Casa Calda).

La novità degli ultimi giorni consiste nel versamento che l’APSA ha fatto al Comune di Roma dei 985.459,20 € richiesti dalla sentenza per tornare in possesso dell’area. In realtà tale valutazione fu fatta nel 2008, prima che il Comune investisse quasi un milione di euro sulle strutture del Centro anziani e dei casali con opere di ristrutturazione e adeguamento. Il Coordinamento Popolare contro la speculazione su Casa Calda, costituito nel 2012 da associazioni e forze politiche del territorio, si è mobilitato insieme al Centro anziani per chiedere agli assessori competenti del Comune di Roma di salvaguardare, al momento della riconsegna delle aree, tutte le attività sociali che oggi si svolgono nel Centro anziani con 1200 iscritti e nei casali con progetti di recupero sociale.

Visto che gli uffici comunali del Patrimonio stanno già predisponendo gli atti per la riconsegna di tutta l’area nello stato di fatto e di diritto, è urgente definire in questa fase il rapporto delle strutture sociali comunali con i nuovi proprietari dell’area.

Dopo un incontro in Commissione, il Consiglio del V Municipio, nella seduta di giovedì 4 aprile, ha approvato all’unanimità una mozione urgente con cui si chiede al Presidente Boccuzzi di sollecitare la Sindaca e gli Assessori competenti:

· a riconsiderare il valore dell’area e delle strutture dopo gli interventi comunali effettuati da 2008 al 2018;

· a sollecitare il Ministero dei Beni Culturali e le Sovrintendenze affinché sia reintrodotto il vincolo archeologico e paesistico su tutta l’area del Parco di Casa Calda e zone adiacenti;

·  ad organizzare un tavolo di interlocuzione tra Comune di Roma, Municipio e rappresentanza del Vaticano affinché si tenti il possibile per scongiurare qualsiasi attività di speculazione edilizia e conseguente mortificazione del territorio;

– a salvaguardare i servizi sociali espletati all’interno dei casali e del centro anziani, prima che il Dipartimento Patrimonio predisponga tutti gli atti per la restituzione di area e strutture esistenti;

– a riattivare quanto prima la procedura di esproprio per motivi di pubblica utilità di tutta l’area ritornata proprietà dell’APSA e del Capitolo di Santa Maria Maggiore.

Sergio Scalia


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