La lotta degli OEPAC approda in Campidoglio

Oggi incontro con l’Assessora Pratelli e con il capo di Gabinetto Ruberti

Oggi, 12 maggio 2022, alle 14,30, nella Sala del Carroccio in Campidoglio, è previsto un incontro tra l’Assessora alle politiche educative e scolastiche del Comune di Roma, dott.ssa Claudia Pratelli che, insieme al Capo di Gabinetto del sindaco dott. Ruberti, riceverà una delegazione del Comitato di lotta degli OEPAC, i lavoratori e le lavoratrici che, nelle scuole di ogni ordine e grado, sono addetti all’assistenza dei bambini e ragazzi disabili.

Dopo aver occupato la Sala della Protomoteca il 10 maggio scorso, oggi i loro rappresentanti intendono portare tutte le loro istanze e problematiche davanti agli esponenti delle Istituzioni comunali. Essi lamentano, infatti, che il nuovo Regolamento da poco approvato dal Consiglio comunale non modifica in alcun modo la loro condizione di sfruttamento e di precarietà. Il lavoro a cottimo, i mesi estivi non pagati, la mancanza di diritti fondamentali. Secondo i rappresentanti degli OEPAC, “sono molti i problemi strutturali della categoria, che raccoglie una figura importante per quanto riguarda la piena inclusione degli alunni disabili e che di fatto è l’unica esclusa e discriminata, ogni volta che la scuola chiude o vengono tagliate le ore di assistenza. Addirittura – aggiungono – nel Regolamento appena approvato si propone che la scelta dell’ente gestore (cioè la cooperativa da cui dipendono gli OEPAC) venga affidata alle famiglie, con la conseguenza che, in questo modo, viene calpestata ogni autonomia educativa, elemento necessario in una comunità educante. E’ un’evidente contraddizione – così proseguono – con il principio cardine dell’inclusione che prevede una rete di collaborazione tra tutte le figure che concorrono al processo educativo; al contrario l’OEPAC viene messo in una situazione di subordinazione, con la conseguenza che la scuola pubblica viene equiparata alla scuola privata. A causa di questa situazione, negli ultimi tre anni si è assistito ad un esodo di massa degli operatori verso altri lavori al fine di sfuggire al precariato, perdendo così anni di formazione. Chiediamo pertanto che la stampa e gli organi di informazione diano spazio alla nostra protesta”.


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