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Memoria resistente: 80 anni fa, il 6 Giugno 1944, sorgeva il “Giorno D” ovvero l’inizio della fine del nazifascismo in Europa

E il 6 Giugno di 80 anni fa, a Roma appena liberata, nasceva l'ANPI

I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno” (les sanglots longs des violons de l’automne). Questa la frase che fu trasmessa da Radio Londra, il 1° Giugno del 1944. Erano le 21,00 e quella frase si perse tra le decine e decine di messaggi speciali che l’Emittente radiofonica della BBC trasmetteva ogni giorno verso i resistenti dei Paesi occupati dai nazisti.

Non tutti capirono il significato di quei versi che aprivano la poesia “Canzone D’Autunno”, scritta dal Poeta francese Paul Verlaine, nel 1866. Ma quando, il 5 Giugno successivo, tra i messaggi speciali di Radio Londra fu trasmesso un altro verso di quella Poesia: “Feriscono il mio cuore con monotono languore” (Blessent mon coeur d’une langueur monotone), per i Partigiani francesi (i Maquisard) tutto fu finalmente chiaro: lo sbarco alleato sulle coste della Normandia sarebbe iniziato il giorno 6 Giugno e l’ordine che stava dietro quei versi era di fare di tutto per “molestare” ed impegnare il nemico nazifascista dietro le linee.

Quel 6 Giugno 1944 sarebbe passato alla Storia come il “Giorno D”, il giorno dell’inizio della fine del nazifascismo in Europa; per i francesi il giorno della revanche, la rivincita, il girono che attendevano da quando, quel 10 Maggio 1940, si erano ritrovati i nazisti dentro casa.

I primi a toccare il suolo francese furono i paracadutisti, lanciati durante la notte tra il 5 ed il 6 Giugno, dopo una serie di bombardamenti preparatori. I soldati avrebbero dovuto raggiungere alcuni punti chiave all’interno dello scacchiere normanno, diviso per l’occasione in cinque zone: da ovest a est vi erano le spiagge Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword, con le prime due assegnate agli Usa e le restanti agli inglesi supportati dai canadesi. Ma dopo il lancio, per molti iniziò un vero viaggio verso l’orrore. Decine di paracadutisti furono uccisi in aria dal fuoco nemico e la maggior parte di chi toccò terra incolume si trovò il più delle volte nel luogo sbagliato (nel paese di Sainte-Mère-Eglise vi fu addirittura chi rimase impigliato sul campanile della chiesa). «Dei primi 600 lanci, solo 160 raggiunsero gli obiettivi prefissati, per via del forte vento e di manovre errate dei piloti», spiega Beevor.

Intanto avveniva lo sbarco di un’ingente forza armata alleata, in uomini e mezzi e sulle cinque spiagge prescelte toccano terra gli inglesi, i canadesi, gli americani, i francesi, ma anche i polacchi e i greci. Così ebbe inizio la Campagna di Francia che arriverà a Parigi il 26 Agosto del 1944 con ‘entrata in città della Divisone della Francia Libera, comandata dal Generale Leclerc. E quel giorno si completava la spallata finale al nazifascismo in Europa.

“I Nazisti sono tra noi”

Parafrasando il titolo di uno dei libri, “Gli Assassini sono tra noi”, di Simon Wiesenthal, sopravvissuto alla Shoah e diventato un famoso cacciatore di nazisti, ho intitolato questo riquadro “I Nazisti sono tra noi”.

Il motivo è presto spiegato: ieri, aprendo il Quotidiano  La Stampa, scopro che alle prossime Elezioni comunali nel Comasco (oltre alle Europee, l’8 e il 9 Giugno p.v., si vota anche in centinaia di Comuni e per le Regionali in Piemonte) tra le fila dei candidati di Forza Italia, c’è  Giovanni Franzo, 22 anni, di fede politica nazista, in quanto militante nella Formazione nazista (anzi meglio nazionalsocialista) denominata “Movimento Nazionale Socialista dei Lavoratori”, acronimo: NSAB-MLNS. Questa Formazione politica nazista aveva già tentato, negli anni tra il 2002 ed il 2016, un’esperienza elettorale nelle Istituzioni con i suoi candidati, che erano stati però bloccati da un’Interrogazione Parlamentare dell’Onorevole del PD Emanuele Fiano. Ora, 2024, ci riprova Giovanni Franzo, (infilato?) nelle Liste presentate da Forza Italia nel paese di Mariano Comense (Como); Forza Italia, Partito – come è noto – inserito nell’attuale compagine di governo.

Questo individuo, come altri suoi sodali, è stato condannato in Primo Grado dal Tribunale di Milano, lo scorso Marzo, ad un anno e quattro mesi di reclusione, per propaganda di idee fondate sulla supremazia razziale e sull’odio razziale (cfr. “Legge Mancino”).

E’ chiaro come – essendo strati bloccati dalla Magistratura (su denuncia della DIGOS) questi “gentiluomini in nero” cerchino ora di infiltrarsi nelle Istituzioni per via legale, per diffondere il loro schifoso virus nazista.

Ora, mentre mi chiedo cosa stessero facendo il Ministro Piantedosi  nonché il Prefetto e il Questore di Como, al moneto della presentazione di questa Lista Elettorale, richiamo l’attenzione del Vice Premier, Ministro degli Esteri e Segretario Nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, con queste parole: “alla faccia della destra democratica e liberale!”. E chiudo rubando un’altra frase, meglio una battuta fulminante, ad uno dei miei idoli cinematografici: “io li odio i nazisti dell’illinois!” (John Belusci, dal film “The Blues Brothers”, di John Landis, anno 1980).

Ah, dimenticavo, come si diceva ai tempi della mia gioventù: “Vigilanza, Compagni!”. E magari servirebbe ancora una Interrogazione Parlamentare.

6 Giugno 1944, la costituzione dell’ANPI

L’ANPIAssociazione Nazionale Partigiani d’Italia, fu costituita il 6 Giugno 1944, a Roma, dal Comitato di Liberazione Nazionale del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista. Il 5 Aprile del 1945, con il Decreto Luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente Morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola, di fatto, come Associazione ufficiale dei Partigiani.

Il 4 Giugno 1945, con la liberazione del Nord-Italia, venne costituita, a Milano, l’ANPI – Comitato Alta Italia. Ad entrare a far parte della Presidenza furono i componenti del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà (CVL): Raffaele Cadorna, Ferruccio Parri, Luigi Longo, Enrico Mattei, Giovanni Battista Stucchi e Mario Argenton, a rappresentare idealmente e fattivamente la continuità dell’unità della Resistenza anche nell’ANPI: Nel Comitato esecutivo figuravano Arrigo Boldrini “Bulow”, Cino Moscatelli e Guido Mosca. Il 27 Giugno 1945, il Comitato Provvisorio dell’ANPI di Roma  e il Comitato ANPI Alta Italia si fusero dando vita all’ANPI Nazionale.

L’Associazione ebbe una sua rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il Settembre 1945 ed il 2 Giugno 1946, data del Referendum Istituzionale, successivamente proclamata Festa della Repubblica. Mentre l’Associazione Nazionale Combattenti ebbe 8 Consultori e quella dei mutilati e invalidi di guerra 4, all’ANPI ne furono assegnati 16, a conferma del prestigio di cui godeva.

Nello Statuto erano evidenziati gli scopi operativi che l’Associazione si era prefissata. Tra questi figuravano i seguenti:

restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo; valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani; far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale materiale del Paese; promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione.

In particolare quest’ultimo punto fu realizzato grazie alla creazione, fin dal 1948, dei Convitti-Scuola “Rinascita” che miravano a qualificare professionalmente giovani ex Partigiani e orfani dei caduti.

Nel corso del primo Congresso Nazionale del 1947 – nel quale fu nominato Presidente Nazionale Arrigo Boldrini  (“Bulow”), prima Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza, che resterà in carica fino al 2006 – venne ribadito l’impegno della Resistenza a consolidare le Istituzioni ed in particolare fu sottolineato che l’antifascismo doveva essere inteso come lotta contro chi minacciava le libertà individuali, negava la giustizia sociale e discriminava i cittadini.


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