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Mercati di Traiano: il primo museo di architettura antica

Inaugurato a Roma dopo due anni di restauri

1- Le opere dell’artista giapponese Kan Yasuda negli spazi esterni dei Mercati

Hanno definitivamente aperto i battenti il 18 ottobre, dopo due anni di lavori, i Mercati di Traiano – nello specifico, gli edifici della Grande Aula e il Corpo Centrale – offrendo alla città il nuovo Museo dei Fori Imperiali di Roma, uno spazio unico al mondo, primo esempio di museo di architettura antica concepito in questo modo.
La prima parziale apertura, in occasione della scorsa Notte Bianca, ha permesso ai visitatori di avere un primo approccio con la struttura e osservare le 30 opere dell’artista giapponese Kan Yasuda situate negli spazi esterni dei Mercati. 
Ora invece è possibile apprezzare l’enorme lavoro svolto all’interno della struttura che si sviluppa su due piani ed ha una superficie di 2.078 metri quadrati che ospita 172 frammenti originali in marmo, provenienti dai Fori Imperiali, 15 calchi e 12 ricomposizioni, 4 delle quali di partiti architettonici, quindi, di grandi dimensioni: tre restituiscono parti del Foro di Augusto (l’attico dei portici, la nicchia dei portici e l’ordine della facciata dei portici), uno del Foro di Nerva (l’attico dei portici).

Il percorso espositivo inizia dalla Grande Aula – da cui si accede al nuovo Museo dei Fori Imperiali (in via IV Novembre 94). A questo primo livello l’esposizione permanente occupa lo spazio centrale e di undici ambienti (denominati “tabernae”) che vi si affacciano.
Il percorso prosegue al secondo livello, nei vani che si dispongono sui due “matronei” e negli ambienti dell’edifico del Corpo Centrale. In fondo alla Grande Aula si sviluppa in altezza la ricomposizione dell’attico dei portici del Foro di Augusto con frammenti originali, calchi in resina e integrazioni in pietra calcarea, secondo l’approccio scientifico già illustrato.
Eccezionalmente per l’inaugurazione del Museo è stato concesso dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana il prestito della cariatide originale, conservata a Villa Corsini a Firenze, per un confronto con il suo calco in resina utilizzato nella ricomposizione.

Il complesso monumentale dei “Mercati di Traiano” – chiamato così in occasione della “riscoperta” negli anni 1926-1934, ma in verità in modo improprio poiché non è mai stato dimostrato che gli spazi assolvessero la funzione di “mercati” – è stato costruito agli inizi del II secolo d.C. contestualmente al Foro di Traiano (112 d.C.), lungo le pendici del colle Quirinale. Articolato su sei livelli, con edifici distinti da vie basolate (una delle quali è denominata dalle fonti medioevali come “Via Biberatica”), era in realtà un centro “polifunzionale”, con attività amministrative al servizio del Foro di Traiano. Grazie alla sua posizione elevata i Mercati di Traiano sono stati oggetto, nel corso del tempo, di continue rioccupazioni e trasformazioni, tra le quali quella di un “castello” medioevale e quella monastica di età rinascimentale, testimoniata ancora oggi dalla chiesa dedicata a Santa Caterina da Siena. Dagli anni Novanta del Novecento i Mercati hanno conosciuto una stagione di attività culturali ed espositive di alto livello che li hanno resi un luogo di cultura imprescindibile nel panorama romano.

Dal febbraio 2005 la parte superiore del complesso monumentale dei Mercati di Traiano è stata chiusa al pubblico per interventi di restauro conservativo e strutturale, necessari per l’adeguamento alle nuove normative antisismiche. Con la finalità del nuovo Museo dei Fori Imperiali, i Mercati di Traiano affrontano oggi una diversa destinazione d’uso, ancora una volta nella loro storia, testimoniando una vocazione ad essere spazio “vivo” e in continua evoluzione. Dal 1985 ad oggi, nei depositi formatisi nell’area forense dopo gli scavi del Novecento sono stati inventariati e documentati circa 40.000 frammenti. In realtà si tratta di una percentuale esigua rispetto all’enorme quantità di marmi utilizzata, dalle lastre di rivestimento ai blocchi della struttura portante. Gli interventi attuati nei depositi dei Fori e dei Mercati nel corso di circa venti anni hanno riguardato un lungo e complesso lavoro di inventariazione e documentazione, che continua ancora oggi e garantirà un costante aggiornamento della collezione permanente del Museo dei Fori Imperiali. Un Museo dedicato alla decorazione scultoreo-architettonica dei Fori, che si propone di affrontarne gli aspetti costruttivi e di restituire la visione “finale” originale degli edifici.

Il progetto iniziale ha dimostrato, grazie ad un modello matematico, il pericolo di crollo della Grande Aula nel caso di terremoti. Si è reso quindi necessario un intervento di salvaguardia del sito archeologico che ha portato alla progettazione di un sistema di incatenamenti sui quattro livelli dell’edificio e l’inserimento di controventature sopra i corridoi del primo piano, diretto da Lucrezia Ungaro, Anna Maria Cusanno, Antonella Malatesta e Massimo Vitti con il supporto di Marisa Fochetti, Elena Speranza e Valentina Alunni. Operazioni analoghe di incatenamento sono state studiate e realizzate anche nell’edificio del Corpo Centrale. Nel complesso monumentale dei Mercati di Traiano sono state realizzate opere primarie – gli impianti, i collegamenti verticali, l’abbattimento delle barriere architettoniche – e sono stati ripristinati i percorsi esterni, allargati a zone fino ad ora rimaste marginali e sconosciute. La scelta di integrare innovazione e tradizione è stata dettata dall’analisi approfondita delle modalità costruttive del monumento e dalla volontà di sottolinearne il funzionamento, anche sfruttando con discrezione l’inserimento dei nuovi interventi.

La pulitura della volta monumentale della Grande Aula ha riportato alla luce il conglomerato romano, annullato sotto uno spesso strato di smog e ha fornito preziose informazioni sulla tecnica costruttiva, restituendole luminosità ed evidenziando le lesioni e i restauri succeduti nel tempo. Fin dall’inizio si è posto il problema di acquisire tutti i dati disponibili ai fini della ricostruzione degli edifici antichi e dei loro partiti architettonici. Tale capillare riesame ha permesso di individuare i pezzi più significativi, che sono stati quindi oggetto di una campagna di documentazione grafica e di restauro conservativo, salvando il modellato di alcuni dei frammenti da una perdita completa. Parallelamente è stato possibile procedere anche al restauro dei monumenti superstiti, permettendo in molte occasioni di verificare la rispondenza tra la lettura della costruzione e l’esame della sua decorazione, incrociando i dati provenienti da approcci di studio differenti, come nel caso del Foro di Augusto. Interventi di restauro all’avanguardia e operazioni di allestimento museale che hanno seguito concezioni e metodologie museografiche innovative sono gli elementi che rendono il Museo dei Fori Imperiali unico al mondo nel suo genere e nella sua impostazione metodologica e scientifica.

Il progetto di allestimento, ideato da “Studio il Laboratorio” e realizzato dal consorzio Artesistemi s.c.a.r.l., si è posto l’obiettivo di dare continuità ai motivi architettonici. L’approccio ai materiali originali ha escluso il ricorso all’inserimento di perni per il loro assemblaggio. Si è scelto invece, attraverso ricomposizioni di partiture architettoniche del grandioso sistema urbanistico dei Fori Imperiali, di accostare ai frammenti originali sia calchi di altri originali (che per diversi motivi non potevano essere utilizzati) sia integrazioni modulari in pietra moderna. Una scelta museografica di piena reversibilità dell’allestimento, che permetterà di completare le ricomposizioni con eventuali nuovi frammenti che potranno emergere a seguito del prosieguo degli scavi e degli studi archeologici.

L’innovazione metodologica e tecnologica del Museo dei Fori Imperiali coinvolge anche la comunicazione e la didattica. Un sistema di comunicazione “misto” combina la pannellistica tradizionale – accuratamente studiata per non interferire o nascondere gli ambienti grazie alla scelta di supporti e materiali trasparenti – con un filmato introduttivo all’area dei Fori Imperiali e con singoli videopannelli che – grazie ad animazioni realizzate con l’uso di nuove tecnologie e volumetrie tridimensionali dallo Studio Inklink – consentono di stabilire con immediatezza il rapporto tra il frammento esposto, la ricostruzione dell’edificio da cui proviene e l’animazione del contesto vissuto ed abitato. Il rapporto con le dimensioni spazio-tempo, inoltre, è affidato alle “vedute” verso l’esterno. In diversi punti sono stati collocati “inviti” ad osservare le caratteristiche dei Mercati di Traiano e, al tempo stesso, a mettersi in relazione tramite affacci e finestre con il suggestivo ambiente esterno e con la storia delle sue trasformazioni nel tempo. Una sorta di suggerimento a proseguire la visita verso i percorsi esterni dei Mercati ed i resti archeologici nelle aree forensi.

Il percorso espositivo del Museo dei Fori Imperiali intende quindi stimolare nei visitatori la percezione e la cognizione degli aspetti innovativi e significativi che essi hanno avuto nella storia di Roma: il rapporto stringente tra architettura e scultura, l’eccezionalità delle botteghe che vi hanno lavorato, le capacità costruttive, la presenza diffusa del colore ottenuto con la pittura sulla pietra e con l’uso di pietre colorate, la magnificenza degli edifici e, al tempo stesso, la loro funzionalità e centralità nella vita pubblica.

Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali – via IV novembre 94
Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle ore 19 (chiuso il lunedì), la biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti: intero € 6,50, ridotto € 4,50
Info: +39 06 82059127 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.30),
www.mercatiditraiano.it, www.museiincomune.it.


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