

I numeri parlano chiaro: 71mila alloggi sono necessari per rispondere alla domanda complessiva
Sette anni di tempo, un obiettivo ambizioso e una missione chiara: Roma Capitale vuole reperire oltre 32mila nuovi alloggi entro il 2032.
Un piano ambizioso che la giunta Gualtieri ha messo nero su bianco in una delibera, pronta a essere approvata e firmata dagli assessori all’Urbanistica Maurizio Veloccia e al Patrimonio Tobia Zevi, prima di arrivare sui banchi dell’assemblea capitolina.
Il punto di partenza? Una fotografia chiara — e per nulla rassicurante — scattata dal Cresme, il centro studi incaricato dal Campidoglio di analizzare la domanda abitativa nella Capitale.
I numeri parlano chiaro: 71mila alloggi sono necessari per rispondere alla domanda complessiva. Una cifra che unisce la richiesta già esistente (35mila unità) e quella prevista a breve (altri 36mila), di cui quasi 19mila rientrano nel libero mercato.
Ma come si arriva a coprire un fabbisogno tanto imponente? La delibera non lascia nulla al caso.
Il piano prevede una strategia multilivello: si parte con l’attivazione di nuovi interventi edilizi nei piani di zona, il completamento dei programmi di edilizia economica e popolare, la rigenerazione urbana, fino all’autorecupero di immobili esistenti.
Tra i quartieri dove si punta a sbloccare o rilanciare interventi ci sono Tor Bella Monaca, Corviale, Tor Vergata, Monte Stallonara, ma anche zone come Pian Saccoccia, Casal Monastero, Infernetto, Madonnetta, Tor Tre Teste, Casale Cesaroni.
Solo qui si stima possano nascere circa 4.000 nuove case, rivolte soprattutto alla cosiddetta “fascia grigia”, ovvero quella parte della popolazione che non ha diritto a una casa popolare ma che fatica a trovare un’abitazione nel mercato privato.
Altri interventi sono già ben avviati. È il caso dell’ex centro direzionale Alitalia, dove sorgeranno 300 nuovi appartamenti su un’area di 100mila metri quadri, oggi oggetto di un importante progetto di riqualificazione urbana a Collina Muratella.
A Selva Candida, grazie a una convenzione con un privato, nasceranno 96 alloggi sociali nell’ambito del “Progetto Roma Nord”.
Mentre in via di Cardinal Capranica, dove un tempo c’era una scuola occupata, si prevede la costruzione di 71 appartamenti, di cui alcuni destinati all’housing sociale e al cohousing, una formula in crescita tra anziani e single con redditi medio-bassi.
E ancora: via Prenestina 913, dove sorgeva l’ex salumificio Fiorucci, oggi occupato da famiglie in emergenza abitativa e destinato a diventare un nuovo complesso residenziale comunale. Un progetto simile a quello già in corso in via del Porto Fluviale, dove un’occupazione durata quasi vent’anni è in fase di trasformazione in 50 nuovi alloggi.
A tutto questo si aggiunge una modifica sostanziale al piano regolatore: le nuove norme tecniche di attuazione prevedono la possibilità di inserire alloggi sociali anche in aree originariamente pensate per servizi pubblici.
Inoltre, verranno incentivati i cambi di destinazione d’uso e promosse compensazioni urbanistiche in accordo con i privati.
Una strategia che punta a ottenere in cambio alloggi a prezzi calmierati, da affittare o vendere a chi oggi è tagliato fuori dal mercato immobiliare. Il tutto con un occhio di riguardo alla trasparenza: l’obiettivo è evitare favoritismi e dinamiche clientelari.
Il piano prevede la realizzazione di 30.462 alloggi direttamente da parte di Roma Capitale.
A questi si sommano 1.353 abitazioni realizzate da altri enti pubblici: Ater, che ha appena concluso un bando per 180 alloggi di housing sociale, e Lazio Disco, che ne prevede 1.173, pensati soprattutto per studenti fuori sede, anch’essi colpiti dall’emergenza abitativa.
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