Roma com’era. Dedicato a chi non ha memoria

Quando Roma era un paradiso. O forse no è il titolo di un interessante articolo de "Il Messaggero"
Pietro Piovani - 30 Giugno 2016
Quando Roma era un paradiso. O forse no è il titolo di un articolo di Pietro Piovani, apparso oggi su “Il Messaggero” nella rubrica “Senza rete”.
Un articolo di cui suggeriamo la lettura, perché la nostra memoria di italiani è spesso labile. Oppure non ci si affatica molto nel documentare certe affermazioni che molto spesso sentiamo nei bar e nei talk show.

WCENTER 0XODBGUCFC Roman Holiday (1953) | Pers: Audrey Hepburn, Gregory Peck. La fotografia tratta dal film e' in esposizione alla mostra che raccoglie le maggiori creazioni degli stilisti italiani in 70 anni di storia. Si intitola 'The Glamour of Italian Fashion - 1945-2014' e verrà ospitata dal 5 aprile al 27 luglio al V&A-Victoria and Albert Museum di Londra, 16 Marzo 2014. ANSA/ the kobal collection/ Paramount +++ Editorial use only related to cinema, television and personalities. Not for cover use, advertising or fictional works without specific prior agreement +++

Quanta nostalgia per “Quando Roma era un paradiso”, come recita il titolo di un libro di recente pubblicazione. Certo doveva essere bella la Roma degli anni Cinquanta, con i divi americani a via Veneto e gli scrittori seduti ai caffè di piazza del Popolo. Eppure, mentre nei cinema si proiettava il film “Vacanze romane”, nelle librerie usciva un romanzo di Pasolini che raccontava gli stessi luoghi da un’altra prospettiva. “Ragazzi di vita” al di là del suo altissimo valore letterario, è un documento di cosa era davvero la Roma di allora. Una città piena di ladri e di morti di fame, gente che rimediava la giornata come sapeva, e cioè rubando.

14-roma-borgata-mandrione1Rubavano i tombini di ghisa dalle strade, i semiassi dalle officine, le caciotte al mercato, i cavolfiori negli orti, persino le elemosine ai mendicanti ciechi. E quando proprio andava male, finivano a rovistare tra i rifiuti delle discariche, perché una cosa che proprio non scarseggiava era l’immondizia, anche se la parola “degrado” ancora non esisteva. Giovani romani senza casa che dormivano nei pianerottoli dei palazzi, che morivano di tubercolosi. E questo avveniva non nella periferia suburbana, non tra le baracche degli immigrati meridionali: i luoghi frequentati dai ragazzi di vita erano Monteverde, Trastevere, Testaccio, il Laterano, il centro storico, con i turisti che passeggiavano tra gli orinatoi intasati (oggi chi ricorda più il fetore dei vecchi vespasiani?), nei vicoli dove la gente faceva i bisogni, sul lungotevere dove i maschi si prostituivano.

Questa era la Roma degli anni Cinquanta. Poi, certo, c’era anche la vespetta di Audrey Hepburn che volava leggera per il Tritone. E a pensarci bene una differenza rispetto a oggi c’era: non esisteva il traffico, anche perché quasi tutti andavano a piedi.

Pietro Piovani


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