

4. – Proprio all’inizio di Via Prenestina, sulla sinistra per chi inizia il suo viaggio da Porta Maggiore, nascosto dietro una serie di bandoni metallici e con pochissime indicazioni che ne indichino la presenza c’è un monumento eccezionale e unico.
In nessuna altra parte del mondo, infatti, è presente una cosiddetta basilica neopitagorica completamente intatta e integra! Su via Prenestina si!
Costruita, o per meglio dire, scavata, sotto il livello del piano stradale, circa alla metà del I sec. d. C. (il periodo di Caligola, Claudio e Nerone) la Basilica rappresenta ancora oggi, per studiosi e appassionati, un mistero, un punto interrogativo, un dato mancante nella conoscenza della storia e dell’archeologia dell’Urbe.
Già la storia del monumento è l’inizio di una serie di domande alle quali, ancora, purtroppo, non c’è risposta: pochi anni dopo la sua realizzazione fu obliterata (nascosta, chiusa, abbandonata) e da quel momento se ne sono perse le tracce. Mai una menzione, un riferimento, un ritrovamento che potesse far ipotizzare la sua presenza.
Ignoti il motivo e la funzione della costruzione: il sepolcro di una famiglia patrizia che nelle vicinanze aveva dei possedimenti? Il luogo di culto di una setta esoterica? Tutte e due le ipotesi insieme? E, poi, perché si decise di farne perdere le tracce?
Della basilica non se ne è saputo più nulla per circa venti secoli fino a quando, improvvisamente nel 1917, un cedimento della soprastante ferrovia ha aperto una voragine nel terreno che ha permesso di scoprire questo tesoro nascosto.
La basilica si trova a circa sette metri sotto il manto stradale di via Prenestina, l’accesso completo però (è visitabile solo l’atrio) è impedito dai ponteggi del cantiere di restauro.
Un restauro che deve essere continuo, perché un fungo, innocuo all’uomo, ma che proprio l’uomo ha portato all’interno della basilica con l’inizio delle indagini archeologiche, stava distruggendo le bellissime e delicate decorazioni a stucco che ricoprono le pareti e il soffitto della basilica.
Per contenere i danni sono stati adottati interventi tecnici che consentono di “mantenere in coma” il malefico fungo riducendo la temperatura e creando un microclima simile a quello delle sale operatorie.
Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.