

Una brutale violenza si è consumata ieri 16 marzo a Colleferro. Un uomo Eraldo Marchetti, di 53 anni, ha ucciso la moglie, Maria Manciocco di 47, a martellate mentre nel loro appartamento erano presenti anche i figli, gemelli di 9 anni. La polizia sta indagando per ricostruire l’accaduto. Non è chiaro se i figli abbiano assistito all’omicidio confessato dall’uomo.
A scatenare la violenza una lite tra marito e moglie a causa a causa della morbosa gelosia dell’uomo per la quale erano state avviate le pratiche per la separazione.
Nella serata un episodio simile ha sconvolto Albano. Un medico italiano di 45 anni ha colpito la moglie romena con una statuina davanti al figlio di 7 anni. L’uomo si era scagliato sulla donna anche con un coltello. Ora la donna è grave, mentre l’uomo è stato arrestato dai carabinieri.
“Una notizia che ci lascia sgomenti – dichiara in una nota Marta Bonafoni, vice capogruppo di Per il Lazio al Consiglio regionale – come tutte le precedenti di questo tipo. Non vogliamo che tali orribili avvenimenti rischino di non fare più notizia perché ormai entrati nella consuetudine. Non permetteremo che questo accada, e anche per tale motivo ci siamo tanto impegnati per l’approvazione della legge 33 in Consiglio regionale. Ma sappiamo che non dobbiamo abbassare la guardia, serve un impegno di tutti, specie delle Istituzioni, perche’ finisca questa ingiusta sopraffazione maschile. Inaccettabile, ingiustificabile non perdonabile”.
Sull’episodio interviene anche Cinzia Pellegrino, referente romana del Dipartimento di Fratelli d’Italia dedicato alla tutela delle Vittime di violenza
“Chiediamo – afferma – pene certe, tempestive e commisurate e riteniamo necessario incentivare concretamente i centri antiviolenza e i programmi di prevenzione. Da questo punto di vista occorre un’attenzione maggiore da parte delle Istituzioni, anziché affermare la loro resa programmando indulti, amnistie e svuota carceri vari. E’ importante anche che tutte le donne vittime di violenza fisica, o psicologica, denuncino senza paura la situazione con la quale sono costrette a convivere, in questo senso sento il dovere di lanciare un appello a tutte loro: non siete sole”.
“Non da meno – continua Pellegrino – auspichiamo venga garantita l’incolumità e l’assistenza psicologica del caso ai due bambini, che sono a loro volta vittime innocenti, essendo stati spettatori impotenti della triste vicenda e avendo perso la madre. La cosiddetta “violenza assistita” oggi è considerata un’aggravante, quindi speriamo sia motivo di un inasprimento della pena. Chi si è macchiato di un reato così grave – conclude Pellegrino – non può non scontare fino all’ultimo giorno una condanna proporzionata al crimine commesso, anche se non esisteranno mai condanne in grado di ridare la vita ad una persona che ne è stata brutalmente privata”.
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