“Dacia – l’ultima frontiera della Romanità”
Al Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano dall’VIII secolo a.C. al VII secolo d.C. 1000 reperti archeologici nell’odierna RomaniaNel periodo 21 novembre 2023 – 21 aprile 2024, il Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano di Roma ospiterà la mostra archeologica “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità”, la più grande e prestigiosa mostra romena organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi 25 anni, curata dal Museo Nazionale di Storia della Romania e del Museo Nazionale Romano.
Organizzatori: L’Ambasciata della Romania in Italia, in partenariato con il Museo Nazionale di Storia della Romania e il Museo Nazionale Romano, il Ministero Romeno della Cultura, il Ministero degli Affari Esteri della Romania, il Ministero della Difesa Nazionale della Romania, l’Istituto Culturale Romeno tramite l’Accademia di Romania e il Ministero Italiano della Cultura.
Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra segna un doppio anniversario per i rapporti bilaterali romeno-italiani: 15 anni dalla firma del Partenariato strategico consolidato tra la Romania e l’Italia e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia.
Questo grande evento segna l’apice degli scambi culturali bilaterali e mette insieme oltre 1000 artefatti portati da 47 musei della Romania e della Repubblica Moldova, di cui alcuni verranno esibiti per la prima volta in questo contesto.
Gli artefatti seguono l’evoluzione storica del territorio dell’attuale Romania per un lasso di tempo di oltre mille anni (VIII secolo a. C. – VIII secolo d. C.), come suggestiva testimonianza dei numerosi contatti e scambi culturali avvenuti in questa regione, grazie all’abbondanza di risorse e alla sua posizione privilegiata tra l’Europa e l’Asia.
Non vi è orma di dubbio che il pubblico resterà affascinato da artefatti tali l’elmo principesco d’oro di Coțofenești, il Serpente Glycon, i bracciali daci d’oro, gli elementi del famoso tesoro d’oro di Pietroasa (la cosiddetta ”Chioccia con il pulcini d’oro”, le tavolette in bronzo (Lex Troesmensium) oppure il donarium di Biertan. Oltre a questi, la mostra porterà al pubblico un’ampia selezione di oggetti particolarmente pregiati e interessanti: armi, vasi ceramici di veri tipi, monete, gioielli, corredi per riti di magia, ecc. Attraverso questi artefatti, i visitatori verranno a contatto con questa parte dell’Europa che viene chiamata Dacia e avranno l’opportunità di scoprire cose nuove sulla religione, l’arte, l’artigianato, il commercio, la vita quotidiana e i ritmi scanditi dall’alternanza tra guerre e pace, in questa zona del mondo.
Visitando la mostra “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità”, avrete accesso ad un viaggio millenario, nello spazio, nell’universo che ha visto l’evoluzione degli antenati dei geto-daci verso i popoli che in seguito gli storici antichi avrebbero chiamato geti e daci, per poi approdare effettivamente alla loro civiltà scandita dalla conquista e alla trasformazione di una parte della Dacia in provincia romana, dall’integrazione di questo spazio nel mondo romano, dalla sopravvivenza della civiltà romana dopo l’abbandono della Dacia da parte dell’esercito e dell’amministrazione romana, e fino alla convivenza degli abitanti con le popolazioni migranti. Il filo rosso della mostra risulta dall’intreccio e dall’influsso reciproco delle civiltà, dalle trasformazioni profonde, dal travagliato processo di formazione e adattamento che ha portato alla creazione di un’identità culturale, per un lasso di tempo che va dalla fine della prima età del ferro e fino agli albori della civiltà europea attuale, in uno spazio percepito dai contemporanei del tempestoso millennio buio delle migrazioni come „ultima frontiera della Romanità”, luogo dove il fondamento linguistico gettato dalla lingua latina e il nome dei romani sono sopravvissuti, nonostante le vicissitudini, fino ai nostri giorni.
In margine alla mostra “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità” è stato immaginato un percorso culturale romeno-italiano, una serie di eventi che avrà inizio con la significativa mostra “Camilian Demetrescu – DACICA”, ospitata per lo stesso periodo dal Palazzo Massimo e curata dall’architetta Cornelia Bujin, mostra che includerà 12 opere del grande artista di origini romene Camilian Demetrescu le quali raffigurano divinità venerate dai daci. La Galleria Nazionale d̕ Arte Moderna di Roma esibirà simultaneamente e per tutta la durata della mostra “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità”, una delle più famose opere di Camilian Demetrescu, “La Maschera di Zalmoxis”. L’organizzazione delle due mostre aggiunte si è valsa dell’appoggio della Presidenza della Commissione di Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati Italiana.
Un’altra manifestazione inclusa in questo percorso culturale romeno-italiano è l’esibizione dell’istallazione ”Columna mutãtio – LA SPIRALE”, firmata dall’artista romena Luminița Țăranu, come valente contributo d’arte contemporanea alla grande mostra di archeologia “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità”. ”Columna mutãtio – LA SPIRALE” rappresenta un’interpretazione contemporanea della Colonna Traiana – capolavoro di arte de architettura dell’antichità imperiale romana, costruita per celebrare la conquista romana della Dacia.
Inoltre, verrà organizzata una serie di conferenze accademiche su temi connessi alle evoluzioni e alle dinamiche che hanno segnato l’Oriente e il Centro dell’Europa nel periodo dell’Antichità e fino al Medioevo, periodo che si sovrappone su quello illustrato dalla mostra archeologica “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità”.
La serie di eventi culturali organizzati in luoghi di grande prestigio della Capitale culturale del mondo – Roma, nonché nel complesso museale delle Terme di Diocleziano, al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea apporteranno una nuova luce alla Romania e verranno a costituire una vera e propria vetrina dei legami storici e culturali fra i nostri due Paesi.