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Finalmente le persone seguite nel mio studio iniziano a chiedere quali alimenti fanno bene alla mente e non solo alla linea. Approfondiamo …
Il cervello è uno degli organi più importanti del nostro corpo. È la “centrale di controllo” di tutto l’organismo: nonostante pesi meno di un chilo e mezzo, è la sede in cui hanno origine le nostre capacità più complesse, come il linguaggio, la socialità, la capacità di rispondere e reagire in modo appropriato di fronte alle varie situazioni, ecc.
Il fisiologico invecchiamento cui tutti quanti noi andiamo incontro riguarda, purtroppo, anche il nostro cervello.
La difficoltà di concentrazione, di apprendimento dei nuovi concetti, la maggior fatica nel ricordare gli eventi o gli impegni programmati, la sensazione di essere “mentalmente meno reattivi”, ecc. sono i primi segnali che il cervello ci manda quando inizia ad invecchiare e ad essere meno performante di un tempo.
La scienza ha ormai dimostrato che esistono alcuni cibi dannosi per la salute del cervello, che hanno un impatto negativo sulla materia grigia e che aumentano il rischio di contrarre malattie senili anzitempo.
Alcuni cibi possono contribuire alla formazione delle placche di beta-amiloide nel cervello, una condizione tipica della demenza da Alzheimer. In questo gruppo rientrano gli alimenti che contengono elevate quantità di grassi saturi, soprattutto di tipo trans. Questi grassi nascono da un processo industriale chiamato idrogenazione, attraverso il quale i grassi vegetali di basso costo vengono chimicamente “spezzati e ri-assemblati” tra loro. Si trovano in alcuni prodotti da forno industriali o artigianali (sia dolci che salati), nei cibi fritti (soprattutto nel junk food), ecc., meglio quindi leggere l’etichetta ed evitare gli alimenti che riportano la dicitura “grassi parzialmente idrogenati” o “grassi idrogenati”.
Inoltre, il consumo eccessivo di alcuni alimenti ricchi di zuccheri semplici può aumentare le probabilità di sviluppare obesità e diabete mellito di tipo 2, fattori di rischio accertati per la demenza da Alzheimer.
Livelli elevati di zuccheri semplici nel nostro organismo possono portare a sviluppare l’insulino-resistenza, che comporta una riduzione delle funzioni mnemoniche, causando anche una diminuzione della formazione di nuovi neuroni.
Attenzione: lo zucchero è presente in tantissimi alimenti confezionati, sia dolci che salati, spesso riportato in etichetta con nomi diversi, come “glucosio” o “destrosio”; alcuni prodotti riportano anche altre diciture per indicare lo zucchero che terminano in “-olo”: eritritolo, xilitolo, mannitolo, ecc.
Ricorda che mangiare troppi zuccheri semplici non è dannoso solo per la salute di noi adulti, ma anche per quella dei nostri bambini, che saranno maggiormente predisposti all’obesità infantile (una condizione che spesso si portano dietro fino all’età adulta), malattie cardiovascolari e diabete mellito.
Alcuni alimenti possono determinare processi infiammatori ai danni dell’ippocampo, la regione del cervello deputata al funzionamento della memoria.
Le ricerche hanno dimostrato che un indice glicemico elevato (avere elevati livelli di zucchero nel sangue) può danneggiare lievemente la memoria a breve termine di adulti e bambini, quindi meglio limitare i cibi ricchi di zuccheri semplici. Anche i cibi trasformati e confezionati, cioè quegli alimenti che senza l’apporto di conservanti e tecniche di conservazione avanzate non manterrebbero mai la loro freschezza e la loro fragranza, sembra che siano dannosi per i tessuti cerebrali.
Recentemente, è stato dimostrato che il microbiota intestinale, cioè il complesso insieme di batteri, virus e altri microrganismi che popolano il nostro tratto digerente e ci aiutano a mantenere un intestino sano e regolare, ha un ruolo chiave nei fattori di rischio ambientali per il deterioramento cognitivo. Fanno parte di questo gruppo tutti gli alimenti visti in precedenza, cui si aggiungono le diete povere di fibra (scarso consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, frutta secca, ecc.), che sono il nutrimento per il nostro microbiota.
L’efficienza del nostro cervello è direttamente correlata a ciò che mangiamo, a quanta attività fisica facciamo e a tutte le attività che servono per “allenare” la mente (leggere, parole crociate, giocare a carte, frequentare luoghi di cultura come mostre, cinema e teatri, usare la tecnologia, come i social, vivere relazioni sociali intense, ecc.).
Inoltre, recenti studi scientifici hanno evidenziato come lo stress ossidativo, cioè l’insieme delle alterazioni prodotte nel corpo quando esso è esposto ad un eccesso di radicali liberi, non solo sia coinvolto nell’invecchiamento del nostro cervello, ma svolga anche un ruolo importante nello sviluppo della malattia di Alzheimer.
Per contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi, quindi rallentare il processo di invecchiamento, occorre fare il pieno di sostanze che siano in grado ridurre lo stress ossidativo: gli antiossidanti.
Oltre agli antiossidanti ci sono i nutrienti.
Infine, altri aspetti da tenere sotto controllo per la salute del nostro cervello sono i sintomi depressivi e i disturbi del sonno, poiché possono non soltanto determinare un serio decadimento della qualità di vita, ma anche promuovere un più rapido peggioramento cognitivo e della funzionalità globale del cervello. Inoltre, anche il fumo di sigaretta e la sedentarietà rappresentano due fattori altamente nocivi per il benessere del nostro cervello.
Per approfondimento:
https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it
https://www.facebook.com/BONUMVITAENUTRIZIONE