Il ritorno della “Musica di Dio” a Villa Gordiani
Il concerto di beneficenza di ieri sera, domenica 15 ottobre 2023, eseguito dall’orchestra Roma Ensemble (diretta dal Maestro Mauro Conti) e dal Coro Beato Angelico della Minerva (Direttrice Valentina Ribis) all’interno della chiesa Santa Maria Addolorata di viale della Serenissima a Villa Gordiani, è uno di quegli eventi di straordinario valore culturale, artistico e sociale che dimostra, ancora una volta, come sia possibile organizzare, anche in periferia e senza pubblici finanziamenti, momenti importantissimi di aggregazione all’insegna dell’arte e della solidarietà.
La sua finalità, infatti, è stata quella di raccogliere fondi per sostenere le iniziative della benemerita ONG “Operatori Sanitari nel mondo”, impegnata nella costruzione e nella gestione di strutture ospedaliere in vari paesi africani. Anche per questo motivo, ci sembra molto azzeccata (oltre che molto coraggiosa, e perfino temeraria, sul piano del sovrumano impegno artistico di mettere insieme un’orchestra di decine di elementi, un coro anch’esso molto numeroso e quattro validissime voci soliste) la scelta di eseguire un’opera così difficile e complessa, ma di profondo significato umanitario, come la Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, tra i massimi geni della musica strumentale di tutti i tempi.
Dobbiamo quindi lodare l’incredibile “azzardo” (coronato però da un indubitabile ed entusiastico successo di pubblico) del Maestro Mauro Conti, non nuovo a queste imprese apparentemente “disperate”; ricordiamo, infatti, l’altrettanto memorabile concerto eseguito esattamente due anni fa nella stessa “location”.
Si trattava, in quella occasione, del celebre Requiem di Mozart, che noi definimmo, nella relativa recensione, “Musica di Dio”. Ebbene, anche per il concerto di ieri sera, è possibile adoperare la stessa espressione, chè di musica di Dio si tratta, soprattutto se ci riferiamo al quarto movimento della Nona, una lunga serie di variazioni, per voci coro e orchestra, sui versi dell’Inno alla Gioia (An die Freude) del poeta romantico Friedrich Schiller, un inno che, come scrive il celebre musicologo Massimo Mila, è “una esplicita professione degli ideali religiosi di solidarietà umana, nei quali l’ultimo Beethoven aveva superato l’individualismo eroico della Terza e della Quinta Sinfonia”.
Con, tuttavia, una sostanziale differenza: nello struggente Requiem mozartiano si esprime tutta la sofferenza e il dolore dell’uomo abbandonato e solo di fronte alla morte e, soprattutto, all’ignoto dell’al di là; nel quarto movimento della sinfonia del genio di Bonn, al contrario, si innalza un inno alla ritrovata (o almeno auspicata) solidarietà e alla fraternità tra tutti gli esseri umani, eguali di fronte a Dio e alla Natura, le due sorgenti di quella vita inesauribile che soltanto insieme è possibile godere nella sua pienezza.
Ma questo Inno alla gioia, nella celebre e complessa sinfonia beethoveniana (composta nel 1824, a pochi anni dalla morte, quando l’autore era diventato completamente sordo, e poteva sentire i suoni non con l’udito ma con l’anima) appare solo dopo un tormentato iter musicale, un percorso espresso mirabilmente nei precedenti tre movimenti, molto diversi tra loro e caratterizzati da una molteplicità e contraddittorietà di temi e di motivi che, nella loro dialettica, lasciano però intravvedere il definitivo scioglimento e l’agognata conciliazione in quella “armonia infinita” rappresentata dall’entusiasmante e coinvolgente Inno alla Gioia, un canto che sembra rivolto ad un’umanità che, stanca di conflitti sanguinosi, è impegnata in una spasmodica ricerca di una vera e duratura pace e reciproca comprensione.
Ci sembra questa, in conclusione, la “cifra” e il significato di un concerto, coronato da un meritatissimo successo, del bellissimo concerto di ieri sera: un appello, rivolto con l’universale linguaggio rappresentato dalla grande musica, alla solidarietà e alla pace, in un tempo che, ahinoi!, risulta segnato, anziché dell’armonia, dal fragore e dalla sanguinosa dissonanza delle armi, dei bombardamenti, delle azioni terroristiche, delle rappresaglie nei confronti delle popolazioni civili, dalla guerra che sembra non aver termine.
Per finire, un grazie sentito e sincero agli artisti (il maestro Conti, la Direttrice Ribis, l’orchestra Roma Ensemble, il Coro Beato Angelico, le meravigliose quattro voci soliste); un ringraziamento speciale anche al parroco di Santa Maria Addolorata e all’organizzatore, vero e infaticabile “deus ex machina” della serata, Teodoro Giannini (già Presidente del VI Municipio) che, da molti anni, sia come amministratore locale che come privato cittadino, ci regala eventi artistici di grande livello.
A questo link numerosi video del Concerto https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=pfbid0275SS7js9vurNPdShD2AfvvNxBkUvoiC3Ncgoo6om4t38rBBbXDQmy6dKehmQiQJul&id=100068736969966
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