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Ippodromo Capannelle, bando deserto: ippica a rischio per il 2025

Il Campidoglio ha richiesto un incontro urgente con il Ministero per evitare la chiusura dell'Ippodromo

Roma si trova di fronte a una crisi economica e sociale senza precedenti a causa della possibile chiusura dell’ippodromo delle Capannelle.

Con oltre mille posti di lavoro a rischio e un danno economico legato al volume delle scommesse che si aggira intorno ai 70 milioni di euro, la situazione sta diventando sempre più grave.

A preoccupare è anche la perdita di un introito erariale annuo stimato in 4,3 milioni di euro, che rischia di compromettere ulteriormente le finanze dello Stato e il futuro del settore ippico nazionale.

Il problema è nato dal fallimento del “bando-ponte” proposto dal Comune di Roma per garantire la continuità della gestione dell’ippodromo. Il bando, infatti, è andato deserto, lasciando il futuro della struttura in bilico.

La mancata assegnazione della gestione potrebbe tradursi non solo nella perdita di posti di lavoro, ma anche nella chiusura di un settore che contribuisce significativamente all’economia della capitale e del Paese.

L’impatto sociale: migliaia di famiglie in pericolo

Oltre alla grave perdita economica, sono centinaia le famiglie che rischiano di rimanere senza lavoro, soprattutto quelle monoreddito che dipendono direttamente dalle attività legate all’ippodromo. Queste famiglie, infatti, vedono nel settore ippico un’occupazione stabile, anche in un periodo di incertezze economiche.

Un settore cruciale per l’economia nazionale

L’ippodromo Capannelle non è solo un importante polo di intrattenimento per gli appassionati di corse, ma anche un tassello fondamentale nell’economia delle scommesse ippiche.

Contribuendo a circa il 10% delle scommesse nazionali, Capannelle rappresenta una fetta rilevante del mercato. Un giro d’affari che, se interrotto, avrebbe ripercussioni devastanti per il settore, già in difficoltà.

Il volume di scommesse generato da Capannelle, pari a 70 milioni di euro annui, non solo alimenta l’economia locale ma anche le casse dello Stato. Con un introito erariale di circa 4,3 milioni di euro l’anno, la chiusura dell’ippodromo potrebbe lasciare un vuoto fiscale difficile da colmare, minacciando il finanziamento del settore ippico nazionale attraverso il Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste).

Un colpo durissimo per l’intero comparto ippico:

La perdita di questi fondi statali rappresenterebbe un durissimo colpo per l’intero comparto ippico, già messo a dura prova da anni di difficoltà economiche e da una crescente perdita di interesse verso le scommesse ippiche tradizionali.

La chiusura di Capannelle potrebbe infatti minare la stabilità di tutta la filiera, mettendo in discussione il futuro di allevatori, operatori e tutti coloro che gravitano attorno al mondo delle corse dei cavalli.

La crisi legata alla chiusura dell’ippodromo Capannelle è quindi un problema che va oltre la città di Roma, toccando aspetti cruciali della finanza pubblica e del sistema economico nazionale.

La speranza è che si possano trovare soluzioni tempestive per evitare un danno che, oltre a colpire duramente il lavoro e l’economia locale, potrebbe avere conseguenze disastrose per l’industria ippica italiana.

Sulla vicenda si scalda anche la Lega in Campidoglio:

A denunciare la situazione infatti, il capogruppo della Lega capitolina, Fabrizio Santori che ha criticato duramente l’amministrazione capitolina, sottolineando come i ritardi burocratici e le problematiche legali abbiano portato Capannelle sull’orlo della chiusura. “Attendiamo soluzioni per l’ippodromo di Capannelle per scongiurarne la chiusura prevista alla fine dell’anno e promuovere un piano di rilancio dell’intera area e di tutto l’indotto – commenta Santori – In ballo c’è la sorte di oltre 1000 lavoratori, tra quelli a tempo pieno e a tempo determinato compreso il personale delle società di servizi, dalle pulizie alla vigilanza, dai maniscalchi ai veterinari.

Ma non è tutto, gravi danni anche all’indotto: là dove finora sono stati custoditi, allenati e curati 500 esemplari di purosangue solo per il galoppo, si estende una vera e propria piccola città con le sue risorse che fanno parte del pil cittadino.

Chiudere Capannelle vuol dire regalare l’ennesima figuraccia internazionale alla Capitale con la perdita dei grandi eventi dell’ippica e la compromissione di tutti gli storici eventi dell’estate romana. Una realtà cresciuta nel tempo sul lavoro e la passione di migliaia di romani distrutta dal Campidoglio negli anni con cavilli burocratici che ora stanno diventando la tomba dell’ippica a Roma”.

Onorato chiede incontro con il Masaf:

Nel frattempo, l’assessore capitolino Alessandro Onorato ha richiesto un incontro urgente con il sottosegretario al Masaf, Patrizio Giacomo La Pietra, con l’obiettivo di trovare una soluzione che scongiuri questa grave crisi.


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