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La manovra furba, ma non efficace – 165 mila immigrati rimarranno senza assistenza? – In attesa del ritorno del “signore” – I fatti loro – Muhammadu, Donald e Laura

Fatti e misfatti di ottobre 2016

La manovra furba, ma non efficace

“Illustrata – dal “premier” Renzi e dal Ministro Padoan – l’attesa manovra economica per il 2017″.

Si è trattato della “frustata” che si attendeva per schiodare l’economia italiana – come scritto, anche, dall’ “Huffington post” – dalla sfilza dello zero virgola e dare un futuro all’Italia? Assolutamente no. Si è trattato di una sommatoria di tante piccole misure messe giù con uno smaccato occhio al consenso elettorale. Una serie di passettini, ognuno dei quali va sì verso le più svariate categorie sociali, ma, chiaramente, verso i più svariati bacini elettorali. Senza neppure sapere, tra l’altro, se si riusciranno a trovare le coperture, se il bilancio dello Stato finirà con un altro inquietante passo nel “profondo rosso”, se l’Europa sarà d’accordo. Ma – potrebbe obiettare qualcuno – tutti i Presidenti del Consiglio hanno sempre fatto così. Silvio Berlusconi compreso. E’ vero. Ma Renzi aveva garantito che lui avrebbe “cambiato verso”. Non l’ha invece fatto. Non lo sta facendo. E oggi forse, più che mai, sarebbe stato invece necessario. L’attesa manovra economica per il 2017, probabilmente, servirà ad avere il favore delle urne. Ma non, certo, un Paese più socialmente giusto, più economicamente competitivo. No, non si dovrebbe governare così. Nessuno dovrebbe governare così. Tanto meno Renzi, se è vero che lui – come continua a dire – non è come molti che lo hanno preceduto a Palazzo Chigi.

165 mila immigrati rimarranno senza assistenza?

“Gli oltre 900 milioni di euro preventivati per pagare vitto, alloggio e assistenza sanitaria agli immigrati ospitati dalle associazioni – secondo “Il Messaggero” – continuano ad essere bloccati da Palazzo Chigi”.

Le associazioni non supportate economicamente, così, sarebbero ormai al collasso. E alcune già sul punto di porre fine alla loro attività di accoglienza e di assistenza. Mentre i Comuni, attraverso l’Anci, continuano a chiedere invano un contributo di solidarietà, tra 50 centesimi ed un euro, per ciascun immigrato ospitato nelle loro città e nei loro paesi. Che cosa accadrà, allora, se il Governo continuerà a non sbloccare subito, intanto, almeno qualche decina di quei 900 milioni? Dove andranno, quale fine faranno, quali conseguenze sociali ed economiche determineranno quei 165 mila fino ad oggi ospitati, se dovessero andare in “tilt” tutte le associazioni di accoglienza e di assistenza? Sarebbe un autentico dramma. Un dramma a seppellire le mille commedie fino ad oggi recitate dal prim’attore Matteo Renzi. O, meglio, dal “cantastorie della Maremma maiala”.

In attesa del ritorno del “signore”

“Si vince facendo tutti un passo indietro – continua a “dare giù” il “mandato dal signore di Arcore”, Stefano Parisi – Anche perché è chiaro che, oggi, abbiamo parlamentari che non sono all’altezza”.

E i parlamentari che non sarebbero all’altezza, a cominciare dal capogruppo di “Forza Italia” alla Camera, Renato Brunetta, continuano a replicare: “Ma questo chi è? Questo che vuole?” Una frattura non da poco. Per questo in molti, all’interno di “Forza Italia”, attendono che il “signore di Arcore” si appalesi finalmente sulla collina partitica di via dell’Umiltà a Roma e, da lì, riprenda la guida del suo popolo smarrito per portarlo fuori da quel deserto rimasto senza una goccia di vera politica e coperto soltanto, qua e là, da brucianti rovi di polemiche. Una missione non da poco. Che, se riuscisse, sarebbe come un miracolo. Ma – dicono i suoi discepoli- lui è il nostro “signore” e farà il miracolo. Lì, allora, a pregare che il miracolo avvenga. O, da più di qualcuno, che non avvenga.

I fatti loro

“Sul referendum costituzionale di dicembre – ha detto, durante la trasmissione “In mezz’ora” di Lucia Annunziata, il pd dissidente Massimo D’Alema – Partito socialista europeo, Cancelliera tedesca Merkel, Stati Uniti e Confindustria, invece che sbracciarsi per il “sì”, si facciano i fatti loro”.

Ma benedetto D’Alema. Proprio sbracciandosi per il “sì” si stanno facendo i fatti loro.

Muhammadu, Donald e Laura

“Non lo appoggerò alle elezioni del 2019 – ha dichiarato la moglie del Presidente nigeriano, Muhammadu Buhari – a meno che lui non annunci un rimpasto di Governo poiché l’attuale è stato sequestrato da un gruppo di persone le quali controllano quelle nomine che stanno favorendo individui che non condividono neppure i principi del partito di mio marito, l’ “All Progressive Congrress””.

E il Presidente Buhari in visita a Berlino? “Il posto di mia moglie – ha risposto – è in cucina, in salone e in camera da letto”. Il modo di considerare e di trattare le donne, più volte espresso dal candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, sta dunque facendo scuola. Da continente a continente. Strano comunque il silenzio totale, su questo vergognoso rapportarsi di Donald Trump e di Muhammadu Buhari con il mondo feminile, della evidente presunta femminista Presidente della Camera, Laura Boldrini. Ma la Laura, forse, è come la quercia in un proverbio delle sue Marche: “La cerqua non fa l’uva”.


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