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Muore Sasà Bentivegna, eroe della Resistenza

La camera ardente a Palazzo Valentini

Rosario Bentivegna, eroe della Resistenza partigiana, si è spento ieri 3 aprile 2012 all’età di 89 anni. La camera ardente, aperta al pubblico, è stata allestita questa mattina presso la sala “Peppino Impastato” della Provincia di Roma. In tanti sono accorsi per dare l’ultimo saluto a ‘Sasà’. Molto commossa la figlia di Bentivegna che ha voluto ringraziare la Provincia e ribadire che suo padre «era un compagno». Anche Walter Veltroni, presente, ha tenuto a raccontare il suo primo incontro con il partigiano romano, avvenuto quando era appena 15enne.

«Se n’è andato un pezzo della storia di Roma. – ha dichiarato il presidente Zingaretti – Uno di quei giovani che tanti anni fa, malgrado ci fosse il fascismo e i nazisti, non si girò dall’altra parte e mise a rischio se stesso, come tanti partigiani, per liberare Roma e per costruire il primo mattone della Costituzione. Se ne va un uomo, ora però è compito di tutti fare in modo che i valori che quell’uomo esprimeva rimangano forti e presenti». All’uscita del feretro dal cortile molti dei presenti hanno dato l’estremo saluto a Sasà intonando ‘Bella Ciaò ed esibendo il pugno alzato.

“La scomparsa di Rosario Bentivegna è una grossa perdita per l’Anpi, di cui era presidente onorario, per l’antifascismo e per il Paese. E’ stato un grande eroe della Resistenza italiana e un testimone straordinario della Memoria di quel periodo”. E’ quanto ha dichiarato l’Anpi Roma e Lazio in un comunicato stampa. “Bentivegna – si legge nella nota – è stato uno dei principali protagonisti della Resistenza a Roma e nel Lazio, partecipando a numerose azioni contro i nazisti e i fascisti sia nella capitale, nell’ambito dei Gap comunisti, che in altre località della provincia (ad esempio sui Monti Prenestini).

«Roma e il Paese hanno perso uno degli eroi della lotta per la libertà, medaglia d’argento per il suo contributo alla Resistenza: Fu protagonista di una delle azioni gappiste più audaci e dure contro l’occupazione tedesca di Roma e sempre ne difese le ragioni e il valore. Mi auguro che Roma Capitale vorrà dedicare una strada nella città che lui ha difeso e liberato dal nazifascismo». Lo scrive, in un comunicato, il segretario regionale del Pd, Enrico Gasbarra. «Il suo coraggio, i suoi valori, e la sua testimonianza straordinaria della memoria di quel periodo meritano di essere ricordati e spiegati ai nostri studenti perché comprendano fino in fondo i valori della libertà e i tanti sacrifici che altre generazioni hanno scelto di compiere e sopportare per conquistare la pace e la democrazia. È indiscutibile il valore del coraggioso apporto di Rosario Bentivegna alla liberazione della Capitale e dell’Italia dalla tirannia nazifascista, così come poi il suo impegno coerente in politica e nel sindacato per la difesa dei diritti dei lavoratori. Intellettuale di livello, – conclude Gasbarra – giornalista, medico sensibile, Bentivegna deve essere ricordato come combattente per la libertà al quale tutti dobbiamo essere grati».

Critici sull’ipotesi gli esponenti del Pdl, molti dei quali non riconoscono in Bentivegna "un eroe". "Esprimo cordoglio per la morte di un anziano concittadino – commenta in una nota Fabrizio Santori, consigliere di Roma Capitale – ma senza alcuna pregiudiziale politica non posso non chiedermi se l’eccidio delle Fosse Ardeatine si sarebbe comunque consumato e, soprattutto, se Roma, senza quell’attentato terroristico provocato da Bentivegna, avrebbe avuto un miglior destino sia in termini di vittime che di folli rastrellamenti nazisti perpetrati ai danni della cittadinanza, soprattutto di religione ebraica. L’Italia ha bisogno di eroi veri come Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valor militare, che pagò con la sua vita pur di salvare ventidue innocenti che stavano per essere fucilati, per questo da cattolico mi sento di esprimere vicinanza alla famiglia Bentivegna ma anche a Piero Zuccheretti e alle tante vittime che per l’attentato di Via Rasella pagarono con la vita".


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