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Omaggio a Roberto Venturoni pittore scultore incisore. Ponte Mammolo lo rimpiange

Il giorno 10 dicembre 2011 alla Galleria d’arte Spazio Visivo in via Angelo Brunetti, vernissage delle ultime opere dell’artista Roberto Venturoni di recente scomparso.
Pittore incisore e scultore dall’intensa attività artistica, Venturoni era conosciutissimo e amato nel quartiere romano di Ponte Mammolo per il suo tratto amabile ed estroverso. Proprio per la sua prorompente ed allegra vitalità era chiamato dagli amici più stretti “l’uomo che ride”.
Presenti per l’occasione la vedova signora Franca ed il figlio Francesco, numerosi artisti, critici d’arte ed estimatori tra cui il Maestro Nino Palleschi noto incisore e il pittore Egidio Scardamaglia.

Stefano Vercellesi, amico e curatore dell’opera dell’artista, ci ha fornito questo breve excursus artistico dello scomparso.
Roberto inizia a dipingere molto giovane e predilige il figurativo esprimendosi in modo valido, originale e assai personale nella composizione di dipinti che hanno come soggetto i suoi amati paesaggi umbri.
Paesaggi dagli alberi blu, campagne rosse, cieli gialli e torrenti verdi. Questi accostamenti cromatici risolti in una ottima figurazione e prospettiva, sono accostamenti che solo lui è in grado di comporre e sono facilmente riconoscibili.
Venturoni è un grande colorista. Frequenta i corsi di pittura con il grande artista Giulio Turcato, assorbe i suoi insegnamenti e li fa suoi per usarli, poi, in un secondo tempo.
Per la maggior parte della sua vita artistica, si dedica alla figurazione (paesaggi blu) per entrare poi, in punta di piedi e con molta umiltà, nella pittura informale (mostra “blu cosmici” – Castel S.Angelo-2007 Roma).
L’informale comincia a stare stretto a Roberto che, continuando la sua ricerca critica, si avvicina alla “Astrazione Geometrica”.
La preoccupazione di Roberto è quella di riempire la tela con colori particolari che si intrecciano con strutture geometriche su un fondo blu che solo lui riesce ad ottenere: ora la sintesi geometrica e cromatica è il suo scopo principale.
Ricordo, inoltre, la sua appassionata attività di incisore, alla quale insieme al suo amico e maestro Nino Palleschi , si dedicava.
La scultura, grande amore di Roberto, riconosciuta anche all’estero con valore ed ammirazione, unisce l’uomo con l’animale .
L’artista non si preoccupa della esecuzione perfetta delle proporzioni del cavallo e del cavaliere, ma dell’uomo e del suo animale fedele compagno della sua vita sia nelle campagne che in battaglia.
Anche in questo caso le sculture di Roberto sono originali e uniche: non sono influenzate da nessun altro artista del 900.


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