

Forse Pompei smette di avere il primato di sito archeologico più grande ed importante, cedendo il trofeo ad Ostia Antica che amplia la sua mappa di circa il 45%.
Il 16 aprile 2014 a palazzo Massimo la soprintendente ai beni archeologici di Roma, Mariarosaria Barbera insieme a Paola Germoni, Simon Keay e all’archeologo Fausto Zevi hanno presentato le nuove sensazionali scoperte avvenute nel sito archeologico del litorale romano.
“E’ una sorpresa – ha detto Barbera – ma anche il risultato di una progettazione comune che ha trovato terreno fertile non solo con gli accordi con gli istituti stranieri, ma che affonda le sue radici nella politica di tutela degli anni sessanta. Il vincolo apposto nel ’62 – ha specificato Barbera – ha consentito la conservazione e il successivo varo di questo progetto a cui la soprintendenza pensava da molto tempo. I risultati sono strepitosi e ci inducono a ben sperare nel futuro”, anche se “non sarà sotto forma di campagne di scavi, che non ci possiamo più permettere, ma sarà con scavi mirati sulla base dei risultati della ricerca geofisica”.
A lavorare con la soprintendenza comunale la University of Southampton-British School at Rome e la University of Cambridge. Questa volta gli archeologici hanno utilizzato le nuove tecniche di indagine del suolo: la geofisica applicata ai beni culturali. Infatti grazie all’utilizzo della magnetometria i sondaggi archeologici sono stati effettuati nelle aree che erano interessate dalle strutture antiche. Grazie infatti a questa tecnica (basata sulle onde elettromagnetiche) gli studiosi sono capaci di vedere le zone interessate da anomalie e quindi scoprire i resti archeologici che in esso sono sepolti.
La soprintendenza ha così dichiarato: “Sulle mura, a intervalli regolari, si evidenziano grandi torri di sei metri per otto. Tra il Tevere e le mura gli studiosi hanno individuato almeno quattro grandi edifici. Tre dei quali presentano caratteristiche simili a quelle dei magazzini presenti nelle aree già scavate di Ostia, con una pianta di 83 metri per 75 per il più grande”.
Gli studiosi hanno evidenziato che “La presenza di grandi aree di stoccaggio nella parte di Ostia a Nord del Tevere riapre il tema delle dimensioni degli scambi commerciali che si svolgevano sulle sponde del fiume nei primi due secoli del millennio. L’indagine geomagnetometrica, infatti, aumenta di circa il 50% lo spazio dedicato a depositi di merci che aumenta ad almeno 70 mila metri quadrati, indicazioni che non mancheranno di influire sulla ricostruzione della topografia di una delle città romane più importanti del Mediterraneo”.
Incentivare il turismo archeologico e in vestire sul tesoro culturale, questo il monito del capogruppo PD in assemblea capitolina, Francesco D’Ausilio, che ha dichiarato: “I risultati dell’indagine archeologica su Ostia Antica sono davvero senza precedenti. Il perimetro di Ostia è addirittura più esteso di quello di Pompei: una città enorme che arriva ben oltre i confini immaginati fino ad ora. Non un’appendice di Roma, ma una grande città di mare ricca di segreti ancora da esplorare”.
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